IL COMMENTO ISCHIA E IL DaDoM

Mentre Ischia si scopre improvvisamente abitata da tanti cittadini amanti ed esperti di storia, tanto da discettare sull’attendibilità storica della trasmissione di Alberto Angela, nel frattempo si sta sprecando – ancora una volta – una buona occasione per agganciare l’isola ai destini culturali più ampi di Napoli. L’occasione è data dalla creazione, nella Villa Comunale di via Caracciolo a Napoli, del DaDoM (Darwin-Dohrn Museum) museo di biodiversità marina. Ma ritorniamo per un attimo al “nuovo sentire storico” degli ischitani. Come ormai d’abitudine, si sono create due schiere contrapposte: da una parte gli ammiratori di Alberto Angela e dall’altra i detrattori. Ci sono quelli entusiasti che ringraziano il divulgatore scientifico televisivo (dedicandogli un’attenzione che non fu riservata nemmeno al compaesano Pietro Greco, eccellente divulgatore scientifico) e che sembrano scoprire per la prima volta i tesori di Napoli e poi quelli di Ischia e Procida. Ad Angela è stato contestato qualche macroscopico errore storico o l’eccessiva ed esclusiva attenzione al Castello Aragonese, rispetto – per esempio – alle bellezze di Forio . Potrei aggiungere che del Castello non sono stati messi in luce alcuni aspetti negativi che potrebbero (se non risolti) compromettere l’idea di farne il fulcro di una candidatura a Patrimonio Unesco; che se Angela avesse – per esempio – consultato Clementina Petroni (che non è una storica o architetto di professione ma che del Castello ne sa molto di più di chi ha fatto da consulente di Angela) ne sarebbe uscito un quadro più completo e meno oleografico. Certamente è vero che il Castrum Gironis, per evidenze storiche e geologiche, non è attribuibile – come ha detto Angela, ai “Greci di Siracusa” e che “furono i bizantini ad impiantare una guarnigione di soldati sullo scoglio che, per sommovimenti geologici, si era staccato dall’isola e poi l’isolotto fortificato divenne un centro abitato per circa duemila famiglie. Successivamente, con la conquista angioina, durante il Regno di Carlo, fu costruito un Mastio quadrangolare turrito”. (Edoardo Malagoli – la tradizione culturale ed artistica dell’isola d’Ischia).

Ma quanti ischitani sanno questo? Quanti degli ischitani che adesso sottolineano le imprecisioni di Angela, conoscono i principali testi storici che parlano di Ischia? C’è – ad Ischia – qualche albergo che possiede una piccola biblioteca di storia locale da mettere a disposizione dei turisti? Qualcuno degli amministratori o degli imprenditori privati ha mai dato importanza agli scritti del prof. Nunzio Albanelli su Vittoria Colonna? E poi, nessuno nega che Ischia offre bellezze in tutti i suoi Comuni, ma come avrebbe potuto Angela, con efficacia e sintesi, illustrare il Soccorso, Villa Arbusto, i Giardini La Mortella, Sant’Angelo, i Maronti, Punta Chiarito, l’Epomeo, Zaro e via dicendo in una sola trasmissione? Non facciano, ancora una volta, i provinciali e i campanilisti. Chiusa parentesi.

Passiamo ad illustrare la grande opportunità culturale e turistica che si offre alla nostra isola con il Museo DaDoM. E facciamolo adesso per evitare di versare poi ipocrite lacrime postume. Come è noto, Ischia ha una sezione staccata della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, ovvero il Centro di Ecologia del Benthos di Ischia, dove hanno lavorato e lavorano eccellenti studiosi. Bene, di recente, a Napoli nell’area dell’ex Casina del Boschetto della Villa Comunale, è sorto un Museo, unico al mondo, grazie ad un investimento di oltre 3,5 milioni di euro (a cui hanno contribuito vari Enti Pubblici) di circa 3.000 metri quadrati, con 10.000 reperti di biologia marina, di 3.700 specie diverse. Perché Museo Darwin-Dohrn? Perché ci fu un fervido rapporto culturale tra l’evoluzionista e lo scienziato della biologia marina. Per cui il Museo, oltre ai reperti di biologia marina, mostrerà anche libri, documenti, foto di questa esperienza comune. Come ha spiegato il Presidente della Stazione Dohrn, Roberto Danovaro, professore di Biologia marina dell’Università Politecnica delle Marche, questo Museo si avvarrà anche del Centro di Ricerche sulle tartarughe di Portici e della Marine Farm di Bagnoli, per affermare Napoli come Capitale della Cultura e Ricerca marina. E’ vero che la stazione ischitana era presente, anche con una donazione, all’inaugurazione del Museo, ma è altrettanto vero che non è stato fin qui tenuto dell’importanza e del ruolo che Villa Dohrn, sulla collina di S.Pietro, ha avuto storicamente e scientificamente. Il Laboratorio ischitano del Benthos deve entrare di diritto nei destini del Darwin-Dohrn Museum. E dei bravi amministratori locali si dovrebbero attivare per agevolare questo percorso. Probabilmente a Danovaro, che è uno scienziato ma non uno storico, non sono pervenute le vicende storiche che hanno visto Villa Dohrn al centro dell’ospitalità di scienziati del mondo, oltre ai meriti scientifici in particolare sulla Posidonia e sugli effetti del surriscaldamento dei mari.

Gli scienziati che venivano alla Stazione Dohrn di Napoli per scambi di esperienze e conoscenze scientifiche (in 150 anni di storia vi sono transitati 20 Premi Nobel) agli inizi del 1900 venivano poi invitati alla Villa Dohrn di Ischia per svago e convivialità. E questo valse anche per gli scienziati inglesi che dal 1872 (data di fondazione della Stazione Zoologica di Napoli) venivano sollecitati dallo scienziato evoluzionista a recarsi a Napoli, con tappa turistica ad Ischia. E che dire dell’importanza che ebbero i russi per Villa Dohrn? Nel 1874 Anton Dohrn aveva sposato Maria Ergorovna Baranovskaia, figlia di un Consigliere di Stato liberale di origine russo-polacca. La cassiera dell’Acquario era russa: Sofia Butkevic, autrice di un importante libro per ragazzi, la cui introduzione era stata firmata dal grande scrittore russo Ivan Turgenev. Grazie al figlio di Anton, Rheinard, Villa Dohrn divenne sempre più luogo di incontro per i russi ad Ischia. E vogliamo ricordare che nel 1909 lo scienziato biologo Paul Buchner, vincitore in Germania di una borsa di studio, fu inviato alla Stazione Zoologica Marina di Napoli per approfondimenti scientifici e che poi si interessò ed innamorò dell’isola? Quanta storia e scienza si sposano con Ischia?Abbiamo di recente apprezzato la presenza al Mann (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) di una sezione dedicata ai reperti di Pithecusa, con pari dignità nei confronti di reperti di rilevanza mondiale rivenienti da Ercolano, Pompei ed altre realtà campane, grazie alla sensibilità e cultura del Direttore del Mann, Paolo Giulierini.

Lo stesso deve accadere per il DaDoM, il cui Direttore Roberto Danovaro deve considerare l’interazione storica e scientifica con Villa Dohrn di Ischia. Dirò di più, e l’ho scritto in passato più volte: nell’organo dirigente dell’Area Protetta Marina,Regno di Nettuno, deve essere inserito il Laboratorio del Benthos, che tanto ha dedicato e dedicherà al mare di Ischia e Procida. Accanto ai rappresentanti espressi dai Comuni dell’Area deve esserci un organo scientifico che abbia la doppia funzione di fungere da cuscinetto e collante tra le realtà municipali e da supporto scientifico per la conoscenza della ricchezza e delle prerogative del nostro mare.

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