LE OPINIONI

IL COMMENTO Ischia e Procida unite da cinema e letteratura

Sono passati 8 mesi dalla chiusura di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 e oggi sono più convinto che mai che è stato un grave errore, da parte degli organizzatori, ignorare i rapporti storici, geografici, archeologici, culturali con Ischia. Passi per il Direttore artistico Riitano che della nostra isola se ne inf-Ischia, mentre non sono altrettanto scusabili gli amministratori comunali di Procida. Sistematicamente, tutti i progetti presentati da imprese o Associazioni ischitane sono stati ignorati. Ne cito uno perché presi parte alla proposta insieme a Giovanni D’Amico ed Angelo D’Abundo: un’opera musicale sulla vicenda, narrata dal Boccaccio nel Decamerone (quinta giornata, sesta novella) di Gianni da Procida e l’ischitana Restituta Bulgaro, proposta dall’Associazione culturale ischitana T.I.F.E.O. Furono contattati tre assessori del Comune e il Sindaco Ambrosino, anche con la spinta di Francesco Del Deo, Presidente dell’Associazione delle isole minori. Si badi bene, non chiedevamo nessun finanziamento pubblico ma solo l’ufficializzazione, per tempo, dell’inclusione nel programma. Non ci fu nulla da fare, prevalse l’impalcatura voluta da Riitano e dalla Regione Campania, tesa a improbabili gemellaggi con paesi sperduti o “echi delle distanze”, con musiche dell’Oceano Pacifico, Madagascar, Mauritius, Papua Nuova Guinea! Ciò nonostante  che in “Procida ’22” volume edito da Repubblica, Agostino Riitano avesse dichiarato: “Procida sarà il riferimento dei Campi Flegrei e della vicina Ischia”. E avesse dichiarato inoltre: “Procida 2022 non sarà una < Disneyland> degli eventi culturali… abbiamo chiamato uno degli assi del progetto < turismo lento e di ritorno> perché siamo perfettamente consapevoli che la scelta di Procida ci permette di fare una profonda riflessione sull’evoluzione del turismo su scala nazionale”. E invece Procida rischia di rimanere, nell’immaginario collettivo, come la Disneyland degli eventi culturali e per niente attenta al turismo lento e alle insidie dell’overtourism. 

Procida avrebbe dovuto condividere con Ischia tanti aspetti comuni (come si fa a parlare dei “Greci prima dei Greci” senza coinvolgere il Museo archeologico di Lacco Ameno?) Ora il risultato è che Procida è invasa di turisti, imbarcazioni selvagge, curiosi gitanti di una giornata, con l’inevitabile corollario di traffico, caos, turbative dell’ordine pubblico e dell’estetica cittadina (tardivo il Regolamento approvato per il decoro e la quiete pubblica). Col serio rischio che si tratti di una “bolla” destinata a sgonfiarsi. Detto ciò, abbiamo sotto gli occhi due esempi di come Ischia e Procida, quando vogliono e quando trovano gli interpreti giusti, possono integrarsi e crescere insieme ( Ischia reimpostando un turismo logoro ed obsoleto, Procida rispettando un’identità che non può essere sacrificata sull’altare di eventi che potrebbero essere indifferentemente svolti in qualsiasi altra parte del mondo, in quanto scollegati dalla realtà locale). Parlerò, dunque, di due occasioni che dimostrano l’assunto della necessità di integrazione culturale tra le due isole. La prima circostanza è il film “Procida”, opera cinematografica a più mani, coordinata dal bravissimo regista ischitano Leonardo Di Costanzo, reduce da un successo strepitoso per il suo film “Ariaferma”. Ebbene, si è partiti da un progetto formativo coordinato da Parallelo 41, nell’ambito di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022. Strada facendo, si è assottigliata la pattuglia di registi e filmaker che lavorava al progetto, ma alla fine è stato licenziato un ottimo prodotto cinematografico che è stato presentato al Festival di Locarno (2 – 12 agosto 2023).

Il film ruota intorno alla figura di una giovane candidata  all’elezione della Graziella, un bambino sulla giostra, lo scenario della Corricella e un’anziana donna inglese di nome Titina. Con la sensibilità di Di Costanzo c’è da giurare su un ottimo risultato. E c’è poi un’altra recente circostanza che rafforza i legami tra Ischia e Procida: è uscito, a giugno, il libro della giornalista napoletana Gea Finelli “Nel mare di Elsa” che parla dell’approdo di Elsa Morante sull’isola procidana, da cui poi nacque il famoso romanzo “L’isola di Arturo”. Bene, qual è il legame tra Ischia e Procida evidenziato nel libro della Finelli? Lo strano e morboso rapporto che Morante (che ricordiamo era sposata con Alberto Moravia) ebbe – tra Ischia e Procida – con il grande regista Luchino Visconti. Nel paragrafo 2 del primo capitolo del libro, Gea Finelli riferisce della confessione che Elsa Morante fece a Jean Noel Schifano: “E’ stato un fulmine, il mio idolo e lo desiderai con tutto il mio essere…”. Scrive Finelli: “E’ un colpo di fulmine che la divora quello per il regista Luchino Visconti. Bello, aristocratico, colto, eccentrico, Luchino è un conte, ma ai suoi occhi è un principe come quelli che popolavano le fiabe di bambina…Il < Conte rosso>, come veniva chiamato per le sue origini nobili e per le sue simpatie comuniste, è circondato da presenze femminili regali e rivali: Anna Magnani, Maria Callas, Adriana Asti, Claudia Cardinale, Marlene Dietrich, Silvana Mangano, Romy Schneider. Lei sa che non può competere in fatto di bellezza, ma sa pure che a conquistare Luchino sono la sua intelligenza e il suo talento di romanziera, il carattere passionale e la sua vena poetica. E sa anche che il regista è attratto dalla bellezza fisica in genere, sia maschile che femminile e si circonda di maschi bellissimi come Alain Delon ed Helmut Berger”. 

Alla fine degli anni ’40, Alberto Moravia ed Elsa Morante diventano assidui frequentatori di Ischia, dove Luchino Visconti possiede la villa La Colombaia. Scrive Finelli: “I due amanti (Visconti e Morante) dovettero incontrarsi spesso anche sull’isola verde, che era diventata un luogo di ritrovo di artisti, scrittori, registi, attori, intellettuali di tutto il mondo”. E qui non poteva non citare il Bar Da Maria e i tanti personaggi che frequentavano il locale, da Peppino Patroni Griffi a Francesco Rosi, Franco Zeffirelli (anch’egli amante di Visconti), Truman Capote, Wistan Hugh Auden, William Walton, Eugenio Montale e tanti altri. E negli strani intrecci amorosi, Elsa divenne anche molto amica di Zeffirelli, nonostante mirassero allo stesso uomo, Luchino Visconti. Nel 1950 Elsa Morante pose mano a “L’isola di Arturo”, mentre la relazione Visconti-Morante divenne unilaterale e cioè solo da parte di Elsa, in quanto Visconti si divincolò e trattò malissimo la donna innamorata. Ecco le triangolazioni sentimentali e culturali che passarono tra Ischia e Procida. Basta tutto ciò a rafforzare l’idea che Ischia e Procida sono strette dalla storia e da storie di uomini e donne importanti? E’ imperdonabile una egoistica scissione turistico-culturale tra le due isole, che forse, in un antico passato geologico, erano addirittura fisicamente unite.

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