LE OPINIONI

IL COMMENTO Ischia e un’estate diabolica

Di RAFFAELE MIRELLI

Siamo giunti finalmente alla parte stagionale che più ci vede impegnati, su tutti i fronti. Bisogna adesso tenere duro a fronteggiare il calore, la massa e i tanti problemi che i grandi numeri portano con sé. In Campania siamo ormai una realtà turistica trainante, palesemente, non che non lo fossimo stati prima, ma ci stanno elogiando in tanti del settore turistico internazionale. “Adesso è tempo di tirare fuori gli attributi!” avrebbe detto F. Nietzsche, o era Mario Merola? Siamo una realtà nevralgica e ancor di più “rappresentativa” del brand italiano, dello stile italiano: paesaggi stupendi, tempo che scorre in una dimensione nuova, lenta, affascinante. Siamo addirittura affascinanti per i nostri atavici problemi di inciviltà. Avete mai visto un turista guardare con ammirazione una bici elettrica con sopra 4 persone? Io sì, e vi assicuro che ne sono entusiasti. Insomma, adesso è tempo di fare sul serio e tutti. Settore privato e pubblico.

Siamo per questo a un punto di svolta in cui possiamo e dobbiamo operare dei cambiamenti significativi ed epocali per la nostra isola e per il nostro Sud. Siamo sotto lo sguardo del mondo, delle amministrazioni regionali che, adesso, “devono” prenderci in considerazione in maniera più seria. Per questo i nostri amministratori devono fare attenzione, devono adesso cogliere l’occasione per mettere in pratica il cambiamento di cui abbiamo solo discusso e fatto molto poco, per anni. Tutti. Abbiamo dalla nostra un elemento che giova alla resa e all’individuazione dei nostri punti deboli, “la ripetizione”. Sì, perché parliamo di problemi che non abbiamo mai risolto, e sono sempre gli stessi. I problemi che porta il mese di agosto, poi, sono quelli atavici, tipici, tradizionali come un coniglio all’ischitana. È allora il momento di gestirli in modo oculato e diversamente. Sappiamo e gestiamo (male) ogni anno numeri incredibili, una fetta di mercato vacanziero molto eterogenea. Dagli stranieri, a quelli più prossimi.

È tempo di cambiare e di accettare lo status quo di questa grande risorsa Ischia.

Inutile battersi – come avrei affermato in passato – sulla gestione e realizzazione di un turismo di fascia esclusivamente elevata, di lusso. Ischia propone un’offerta sul mercato che spazia e questo è un bene, un’occasione. Dobbiamo iniziare a farcene una ragione. Il miglioramento va disegnato sulle diverse fasce di offerta, diversificando e canalizzando i nostri fruitori attraverso progetti di vacanza-esperienza, su dodici mesi, non solo su tre. Va coinvolto tutto il settore dell’accoglienza, che vede anche le abitazioni private come risorsa economica di grande consistenza, specie nelle basse stagioni. Non possiamo più prendere in considerazione solo gli hotel. Dobbiamo puntare sul miglioramento dei servizi e mettere in risalto ciò che di buono abbiamo e – ahimè – poco sostenuto. Qui non parlo della gastronomia, ben avviata e capace di camminare sulle proprie gambe.

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Ormai la grande pubblicità di cui Ischia gode da diversi anni, ha generato una curva di espansione che durerà per i prossimi e non saranno pochi. La rivoluzione è per questo necessaria. La logica e la strategia di diversificazione vanno messe finalmente in campo. Da subito. La politica: ai nostri politici rivolgo una frase che viene tratta da un famoso fumetto americano: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità!”. Se siamo considerati un luogo di estrema bellezza, dal mondo intero, dobbiamo saper affrontare e trainare Ischia e i suoi cittadini – anche quelli più “ostinati” – verso la trasformazione. Considero buona la proposta politica del sindaco Enzo Ferrandino di usufruire di un tecnico del settore, per pianificare una strategia di rinnovamento. Auspicando che sia in virtù di una rivoluzione della mobilità e del segmento “verde”, cui tutte le isole dovrebbero “naturalmente” tendere. Ormai la svolta green coincide con una delle richieste di mercato più attrattive dei prossimi decenni, quella “etica”. Si scelgono le destinazioni dove le cose fatte bene, coincidono con l’attenzione per il proprio territorio, per l’ambiente, per il pianeta e quindi per il futuro di chi verrà. E questo non riguarda il solo comune dell’isola. Che senso avrebbe una rivoluzione del solo comune d’Ischia (tra l’altro impossibile) e non del restante territorio? Sicuramente il nostro sindaco avrà convocato gli altri primi cittadini ed esteso il discorso rivoluzionario che, speriamo, partirà a breve e davvero. Avrà discusso a riguardo con i membri della nuova giunta e, visto che non abbiamo opposizioni de facto, la realizzazione di questo “piano strategico” potrà vedere la luce senza intoppi. Sarebbe una conquista incredibile e il giusto compimento di un doppio mandato pensato, architettato con rigore e passione. I migliori auguri!

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Poi, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza lo permette. Lo abbiamo pianificato? Quanto abbiamo, in termini di tempo e opportunità, già perso, sol perché non riusciamo a metterci tutti insieme? Qui i miei colleghi opinionisti sapranno far luce sulla questione – lo hanno già fatto. Repetita juvant. Di nuovo sulla svolta ambientale, vorrei portare una riflessione a tutti i lettori del quotidiano. Ho guardato con estremo piacere e simpatia la trasmissione “Quattro hotel” su Sky, la scorsa settimana e devo dire che ce la siamo cavata egregiamente. Tutti gli albergatori sono stati molto attenti e soprattutto capaci di ascoltare le critiche costruttive dei colleghi. Non so, però, se avete colto una delle sfumature: Barbieri assegnava anche un “bollino verde”, un premio a chi, tra gli albergatori, avesse avuto quest’attenzione particolare per l’aspetto ambientale nella gestione. Purtroppo, nessuno dei quattro hotel ha ricevuto il riconoscimento, cosa che mi è dispiaciuta tantissimo. Questo ci fa capire che siamo ancora indietro rispetto all’emergenza planetaria. Lo siamo sotto tanti punti di vista.

Nei prossimi giorni – ma è già cominciata la cronaca di agosto, con anticipo – vedremo scorrere sulle pagine social i soliti problemi legati al sovraffollamento dell’isola, saremo testimoni di risse, (speriamo con epiloghi non troppo gravi), arresti, fogli di via, problemi dello smaltimento dei rifiuti. Lanceremo foto della Mandra in stato d’assedio, vedremo le solite foto della Riva Destra con titoli “Accoltellato”, vandalizzazioni notturne, correlate da video, per i centri urbani a Casamicciola, Lacco Ameno, Ischia, Forio e tanto, tanto altro. Ancora, foto delle forze dell’ordine in parata a Piazza degli Eroi, insomma cose viste e riviste. Siamo tutti stufi di questa ripetizione ossessiva (o forse solo io?), ogni anno sempre le stesse cose, stessi titoli, stesse lamentele, stessi commenti idioti e privi di senso sulle strisce social – dico io –, ma non si capisce da dove provenga tutto questo? Lo si deve davvero scrivere? Se vogliamo soldi, senza avere rispetto per le regole, se vogliamo linciare l’utenza per la sola smania di arricchirsi in pochi mesi, allora questi saranno gli effetti non solo di un’estate da incubo, ma di quella futura e di tutte quelle che ne seguiranno e – credetemi – l’incubo sta nella ripetizione.

Ci sono anche delle buone notizie. Saremo felicissimi di assistere alla meravigliosa Festa di Sant’Anna, ormai in pausa da due anni. Un ritorno attesissimo e che – sono sicuro – chiamerà oggi a raccolta migliaia di persone. Che sia di buon auspicio! Impariamo a godere delle cose belle e senza troppi rancori. Evitiamo di criticarla come sempre, pronti come siamo a mostrarci esperti di tutto, specie sui social. Impariamo a gestire il rancore per le attività che non ci vedono direttamente protagonisti. Calmiamoci, fa caldo, cerchiamo di operare tutti nella stessa direzione. Lo stress nelle prossime settimane sarà alle stelle. Ma arriverà settembre per tutti – lo speriamo – e saremo felici di far scendere la lancetta del tachimetro dei nostri pensieri e delle nostre azioni. Sperando sempre che si trovi un taxi dopo le undici di sera. Osserviamo con memoria questo agosto e cerchiamo di ricordare come evitare tutti i problemi che porta questo breve e intenso periodo. Non so se ci è chiaro, ma siamo la causa di questo malessere. Se scegliessimo di fare le cose diversamente, potremmo avere dei benefici non indifferenti. La sfida, però, è rimandata all’anno prossimo, per il momento e ancora una volta, dobbiamo parare il colpo. E l’anno prossimo? Pubblichiamo lo stesso articolo? Speriamo di no. Io sono ottimista e spero che la nostra crescita sia collettiva. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum!

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