IL COMMENTO Ischia patrimonio UNESCO?
DI GIUSEPPE LUONGO
Nel 2014 il Centro Regionale di Competenza sull’Analisi e Monitoraggio del Rischio Ambientale (AMRA) realizzò il volume “Ischia Patrimonio dell’Umanità”, a cura di Ugo Leone, docente dell’Università Federico II, e Pietro Greco, giornalista scientifico di vasta cultura aperto alle sensibilità sempre più emergenti negli anni del cambiamento climatico globale. Il volume contiene i contributi di.Maria Cristina Buia, Guido D’Agostino, Rosario de Laurentiis, Domenico Fulgione, Maria Cristina Gambi, Paolo Gasparini, Costanza Gialanella, Pietro Greco, Antonietta Iacono, Ugo Leone, Giuseppe Luongo, Mariarosaria Mazzacane, Agostino Mazzella, Francesco Rispoli, Giuseppe Sollino, Rossana Valenti. Nel volume sono stati individuati alcuni dei caratteriche fanno di Ischia un patrimonio naturale dell’umanità, per la geologia, la morfologia, il termalismo diffuso, le risorse dell’ambiente marino e il complessivo paesaggio dell’ambiente fisico che muta da marino a montano in uno spazio contenuto, con albe e tramonti emozionanti. Nel volume sono stati individuati ulteriori elementi che rendono l’Isola anche patrimonio culturale dell’umanità, come la fondazione di Pithekoussai “all’alba della Magna Grecia”, la prima colonia greca del Mediterraneo occidentale.Ischia è un luogo dove si fondono mirabilmente gli eventi della storia naturale con quelli della storia civile.
Alcuni anni dopo la pubblicazione del volume, nel 2018 il Comune d’Ischia, con una delibera di Giunta, avviò il procedimento per il riconoscimento dell’isola d’Ischia come patrimonio mondiale dell’umanità, d’intesa con i Comuni di Barano d’Ischia, Casamicciola Terme, Forio, Lacco Ameno e Serrara Fontana. Alla delibera della Giunta sarebbe seguita la preparazione della documentazione da sottoporre agli uffici dell’UNESCO per il riconoscimento di patrimonio dell’Umanità. Mancano a chi scrive questa nota notizie in merito agli sviluppi successivi all’iniziativa dei Comuni dell’Isola. In quegli anni, dopo il terremoto di Casamicciola del 21 agosto 2017 e la colata di fango dal versante settentrionale del Monte Epomeo il 26 novembre 2022, l’attenzione degli amministratori delle comunità esposte agli eventi ricordati è stata rivolta alle complesse problematiche della ricostruzione.
La fama dell’Isola per la sua storia di avamposto della colonizzazione greca e le sue risorse ambientali è divenuta un attrattore per il turismo fin dalla seconda metà dell’Ottocento. L’importanza che ha acquisito il turismo nel suo sviluppo economico e ladomanda di maggiore sicurezza e di qualità dell’ambiente di chi soggiorna e di quanti vivono nell’Isola hanno attivato richieste pressanti per la conservazione del bene ambientale ed una mitigazione dei rischi naturali ai livelli di accettabilità. Molto si è discusso in tempi recenti dei fenomeni dell’inquinamento del mare e dei disastri prodotti dal dissesto idrogeologico e dal sisma, con diversità di vedute tra tecnici e decisori politici sulle azioni previste per la riduzione dell’inquinamento del mare e del rischio sismico e idrogeologico. In queste condizioni che impegnano la comunità nella soluzione delle problematiche emerse dai recenti dissesti sismico e idrogeologico, scarsa attenzione è rivolta al patrimonio archeologico che resta un attrattore importante per studiosi e turismo culturale. Non è mancata l’intersezione tra i rischi naturali ed i reperti archeologici. Questo problema è rilevante a Lacco Ameno dove gli interventi previsti alla chiesa di Santa Restituta, per la messa in sicurezza di questa importante struttura dopo il disastroso terremoto di Casamicciola, coinvolgono i reperti archeologici di Pithekoussai. Il complesso archeologico sotto la chiesa di Santa Restituta di Lacco Ameno, scoperto negli anni 50 da don Pietro Monti, rettore della Basilica, è un’area archeologica di oltre 1500 mq, di eccezionale importanza.La Prof.ssa Gloria Olcese, Docente Ordinario di Metodologia della Ricerca Archeologica Università degli Studi di Milano, ha organizzato, ad aprile di quest’anno,al Castello Aragonese di Ischia un Seminario su: “Ischia – tra Passato, Presente e Futuro”, illustrandolo stato delsito archeologico di Santa Restituta e il progetto di recupero. Il Prof. Wolf-DieterHeilmeyer già Direttore dell’Antikensammlung Berlin–Freie UniversitätBerlin, invitato al Seminario, trasmise agli organizzatori il messaggio:“Il museo di S. Restituta – attualissimo già nell’epocadi costruzione 50 anni fa – dovete oggi proteggere, forseaggiustandolo un po’, ma proprio come eredità vivace diuna persona singolare e indimenticabile.Il Museo di Santa Restituta ha un valore non solo localema anche internazionale, come esempio di archeologiaancora oggi attuale” (La Rassegna d’Ischia, anno XLV, N. 3, giugno-luglio 2024). È sorprendente che le stesse autorità territoriali mentre si sono mostrate contrarie alla delocalizzazione degli abitanti dell’area epicentrale di Casamicciola, adducendo la necessità di conservare la memoria del luogo, ma sottacendo la povertà del patrimonio edilizio e lo scarso valore storico,non temono il degrado di preziosi reperti archeologici, unici nella storia del Mediterraneo, trasferendoli dal sito di Santa Restituta in cassette conservate in container.
Cel Centro consiste nel trasferimento di nuove tecnologie per la riduzione del rischio ambientale dalla ricedi nuove tecnologie per la riduzione del rischio ambientale dalla ricerca all’impresa.