IL COMMENTO Ischia, terra di Narciso

DI LUIGI DELLA MONICA
Ischia, isola più bella del Mondo, inserita nella white list delle dodici isole più belle. In effetti, così è, non mi permetto di contestare, ma l’amore incondizionato per un luogo, o una persona spesso conduce ad errori in buona fede. Leggevo le nuove tariffe che il porto turistico di Lacco Ameno sta predisponendo, ricordo le polemiche per i corrispettivi in seno al porto d’Ischia, ma rimango senza parole, nell’isola più bella del Mondo, a vedere attonito con i miei occhi la sfrontatezza del diportista, sicuramente solvibile ed abbiente, che abbandona impunemente il tender sul demanio comunale, per “godere” del low cost rivierasco, la sera del 02 luglio 2025 in Ischia Ponte. Egli in piena illegalità, diffusa e tollerata da tutti i testimoni oculari dell’evento, meno il sottoscritto che ne sta facendo menzione, ha ormeggiato alla rada del lato di Ponente del Castello Aragonese, certamente in piena prateria di posidonia, senza pagare un euro\dollaro di accosto alle Autorità preposte. Non ci meravigliamo se il mattino successivo mi vedo comparire sempre su un veliero credo di 30 mt ed in legno pregiato, del pari ormeggiato alla rada su indicata, priva della bandiera italiana di cortesia che la buona norma di marineria richiede, che issava la bandiera palestinese.
Non scivolo nella polemica da bar e non giudico l’ignoto natante, ma in un Mondo di simbolismi ossessivi e deliranti, non vorrei che una protesta iconica legittima per un popolo che sta soffrendo le più indicibili barbarie per mano del suo stesso capo militare Hamas e per la mancanza di proporzionalità degli attacchi bellici israeliani, si trasformi nello slogan “radical chic”, che non si può certamente professare a largo delle acque di Gaza, del dire “io cari proletari di merda ischitani sono uno degli ultimi ricchi rimasti per permettermi il mio panfilo, e faccio il cazzo che mi pare, fosse anche ormeggiare in piena illegalità, evasione fiscale e mi gira pure di fare l’amichetto dei palestinesi”. Sono solo mortificato per il turpiloquio da me usato, ma il mio intento è di rendere bene il concetto. Allo stesso modo, sempre nelle foto da me scattate il mattino del 3 luglio 2025, verso le ore 10.00, ti vedo ben due uomini di equipaggio di un mega yacht, sempre alla rada, che attende i suoi armatori v.i.p., nella piena pirateria, visto che ogni accosto deve essere comunicato all’Ufficio Marittimo, ovvero avvenire in regime di concessione amministrativa presso le competenti cooperative di ormeggio. Economia del diportismo d’elitè dissolta ed evaporata nel concetto “adda passà a stagione”, se poi “a current, o vient’ schiara l’acqua è meglio”, ma se qualche criminale verde viene scoperto in via Nuova Cartaromana Ischia a predisporre scarichi in mare abusivi, “cche faa..addò adda jettà a fecale”. Una famiglia di alta borghesia napoletana, nell’isola più bella del Mondo, mi ha raccontato di essere sbarcata a Casamicciola, genitori, tre bambini al di sotto dei 12 anni ed un cane, nell’ultima settimana di giugno: si vede chiedere 60 euro da un tassista per essere condotto ad Ischia Ponte, nel borgo antico. Quivi, affitta per il tempo di 6 notti, al prezzo congruo pattuito, ma non riceve nemmeno un foglietto con il vademecum della raccolta differenziata, pur avendo un bambino con pannolini. La sera del 2 luglio, sempre in Ischia Ponte, due turisti anglofoni, marito e moglie presumo, salgono su di un taxi per una determinata corsa; nemmeno il tempo di salire e di accomodarsi, il conduttore li invita immediatamente a scendere perché nel frattempo aveva incontrato i soggetti i quali avevano prenotato originariamente il taxi. Una scena scioccante: i due coniugi sono stati garbatamente cacciati via, per fare posto ai veri clienti ed il taxi ha preso la sua direzione allontanandosi dai luoghi. Qualche minuto più tardi, il signore avvicina una pattuglia della Polizia Municipale, ma il suo inglese veloce non ha consentito al malcapitato di farsi comprendere.
Ritengo sommessamente che il\la taxista in questione avrebbe potuto o farsi carico di reperire un collega per i primi inconsapevoli clienti, oppure avrebbe potuto effettuare la corsa e pregare i prenotanti di aspettare ancora un po’. Quanto al personale della polizia locale nessun addebito, gentili e comprensivi, ma a questo punto mi domando se nell’isola più bella del Mondo e, per questo appellativo internazionale, sia possibile non prevedere corsi di inglese madrelingua per gli operatori. Tali episodi rischiano, nelle recensioni telematiche, di cui gli anglosassoni sono maestri, di opacizzare non poco l’icona imperturbata dell’isola più bella del Mondo. A tal proposito, mi verrebbe da pensare all’On.le Borrelli, tanto amico delle isole del Golfo, nonché editorialista del nostro quotidiano, se non ha attenzionato questa ulteriore “mosca” nel bianco latte dell’universo ischitano. La Sua battaglia mediatica è encomiabile, ma mi fa riflettere solo il fatto che molti dei suoi bersagli si gonfiano il petto di narcisismo, un po’ come certi isolani che si sentono blindati dalla bellezza intrinseca ed autorigenerativa dell’isola, e lo attacchino impunemente senza il timore del castigo. Osservo sul web le loro minacce sfrontate e baldanzose, la loro protervia “e che me faje ?”. Certamente condivido con l’On.le Borrelli che sono la feccia, la vergogna degli onesti abitanti del Golfo di Napoli, ma non mi capacito che questi “signorotti” siano prolifici di presenze proprio da noi, a Ischia, nell’isola più bella del Mondo. Ma cosa aspettiamo a chiuderci a riccio, verso chiunque osi violentare il nostro territorio interno e costiero? Verso il maleducato, lo zotico, lo scostumato, il radical chic incoerente e cattivo predicatore? Sono stanco e stufo di ricevere doglianze di questo e di quel cattivo episodio di mal turismo sull’isola e rispondere a monosillabi, oppure replicare che non tutti sono negativi.
Molti sanno, o forse no, che il benessere della costiera sorrentina risale agli anni ’80, quando la NCO, sigla del Male made in Raffaele Cutolo, stava per approdare, in termini di racket ai commercianti, di usura, di estorsione e di riciclaggi vari: è storia tramandata da padre in figlio che tutti, nessuno escluso dei residenti fecero quadrato e muro contro i malavitosi, tanto che si creò un confine non scritto fra Pozzano ed il resto dell’area sorrentina, come limite massimo di infiltrazione camorristica. Ora non sto dicendo che Ischia abbia connivenze malavitose, mi guarderei bene dall’affermare cose di cui non ho i titoli e le statistiche per propinarle, ma certamente i pregiudicati nel mese di luglio e di agosto si vedono passeggiare solo nelle nostre strade. Un motivo ci sarà, ma non riesco a trovarlo. Io spero solo che gli isolani mi aiutino a trovarlo, perché sono stanco di parlare ai mulini al vento e di vedere cose storte, girandomi dall’altra parte, perché alla fine questa mentalità diffusa ha tollerato lo scempio della “Siena” e della caserma incompiuta a Casamicciola. Indigniamoci, non abbiamo più paura o deferenza di parlare con il potente di turno, innamoriamoci realmente dell’isola più bella del Mondo, coltiviamo intensamente questo sentimento, non lo lasciamo appassire nell’indifferenza, perché il “puzzo del compromesso morale” ha lo stesso odore di una fogna a cielo aperto nei nostri cuori, che porta i giovani virgulti a cercare il biglietto di sola andata senza ritorno.