IL COMMENTO La DMO Ischia fuori da Enit e Regione
Posso affermare, a ragione, di essere stato tra i più accaniti sostenitori della DMO (Destination Management Organization) del Comune d’Ischia e della scelta del manager internazionale, di origine catalana, Josep Ejarque Bernet che, tra i suoi precedenti, annovera anche l’organizzazione turistica dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino. Insomma, c’erano tutte le premesse per far bene. Ero talmente convinto della bontà dell’iniziativa che presentai istanza di partecipazione all’avviso pubblico per l’istituzione di una consulta popolare (con rappresentanti di varie componenti socio economiche) di sostegno alla DMO. La mia candidatura fu accettata. Quella commissione non è stata mai convocata né sentita. Mi dispiace per il Sindaco Enzo Ferrandino, che è convinto del contrario, ma il progetto DMO sta naufragando.
Nell’elenco dell’Enit (Ente Nazionale Turismo) la DMO di Ischia non figura; risultano solo, per la Campania,: Salerno, Sorrento Convention Bureau, Amalfi Coast e addirittura la Pro Loco Panza. Nulla si sa e nulla si è pubblicamente discusso sul ruolo di Ischia rispetto alle Linee Guida della Regione Campania per le DMO, sancite a metà anno e sottoposte a eventuali emendamenti che dovevano arrivare entro il 26 aprile. Al di là dei tempi slittati e delle solite lungaggini burocratiche, tali Linee Guida tagliano decisamente fuori la DMO di Ischia, non corrispondente ai parametri di tali direttive. Il Comune d’Ischia non risulta poter costituire da solo un A.T.T.O (Ambito Territoriale Turistico Ottimale). Recita l’art. 1 delle Linee Guida: “Le dimensioni delle DMO non sono dunque definite a priori; le linee guida intendono altresì favorire aggregazioni tali da essere riconoscibili sul piano dell’immagine turistica e sostenibili su quello dell’autosufficienza economica e organizzativa”. Ancor più eloquente ed esplicito suona l’art. 3 comma 7: “ Ciascuna DMO deve essere costituita da un’aggregazione di Comuni, ad eccezione del capoluogo di Regione”. Il comma 11 dello stesso articolo precisa che tra i soggetti costituenti la DMO, oltre agli enti locali associati, possono includersi : 1) enti parco regionali e nazionali 2) forme associative di imprese e professioni 3) rappresentanti del terzo settore. Ovviamente la partecipazione di privati e Associazioni devono passare attraverso appositi “ Patti di destinazione”. Attenzione che tra i requisiti è richiesto anche che in ciascuna DMO debba essere ubicato almeno il 70% dei posti letto complessivi del territorio di riferimento. La DMO deve dotarsi inoltre di un Regolamento e di un Patto di Destinazione. Infine, affinché la Regione riconosca ufficialmente la DMO e la inserisca nell’ambito di una complessiva politica turistica regionale è necessario che l’istanza di accoglimento sia presentata alla Regione da un Comitato promotore, con la compilazione di una scheda di candidatura. La Commissione regionale di valutazione vaglierà, in particolare, se sono rispettati i requisiti di “ aggregazione di Comuni” (comma 5 art. 4).
Insomma siamo fuori (non rientriamo nei requisiti regionali e l’Enit non sa nemmeno che esistiamo). Meraviglia che Amalfi Coast (su sui ha lavorato lo stesso Ejarque) risulti nel registro Enit e Ischia è ignorata. L’illusione che, una volta avviata la DMO di Ischia, presto si sarebbero accodati anche altri Comuni isolani è svanita. I sei Sindaci sono totalmente incapaci di trovare accordi tra di loro (eccezion fatta quando si tratta di firmare petizioni di cacciatori). Si accaniscono a farsi concorrenza, magari con calendari nutriti di feste ed eventi vari e con la corsa a chi taglia per primo il traguardo del tempo. Cosa faremo adesso? L’organizzazione della Destinazione turistica rimane ugualmente e ignora l’Albo regionale e se ne frega dell’Enit? Ma allora non chiamiamola DMO ma Ufficio Turistico! Oppure, con inversione ad U, s’incontrino i sei Sindaci e decidano di organizzare un’unica DMO, con tutti i requisiti necessari. L’assessore regionale al Turismo , che viene spesso ad Ischia, che ne pensa? Si è accorto di questa incongruenza? Può dare consigli agli amministratori isolani? O pensiamo di essere più bravi di tutti, di poter fare da soli e ignorare il contesto regionale, perché produciamo più PIL di tutte le altre località turistiche regionali? Ricordiamo però quali sono gli scopi che si prefiggono le linee Guida regionali: valorizzare e favorire la governance coordinata e integrata delle destinazioni turistiche della Regione Campania; favorire la nascita di sinergie e forme di cooperazione tra soggetti pubblici e privati; superare la frammentazione della promozione e della strutturazione dell’offerta turistica; favorire la crescita della cultura dell’accoglienza e della professionalità degli operatori del comparto.
Possiamo mai agire in controtendenza rispetto a questi ragionevoli coordinati obiettivi di ambito territoriale regionale? No! Aspettiamo pertanto che lo staff di VisitIschia batta un colpo, soprattutto migliorando la trasparenza delle decisioni e degli obiettivi e il flusso di informazioni offerto alla cittadinanza.