LE OPINIONI

IL COMMENTO La drammatica scure della Bolkestein

DI LUIGI DELLA MONICA

Questo argomento mi è venuto in mente per tante criticità che si incontrano nella vita di tutti i giorni. Se è vero che il sig. mortadella nel periodo di negoziazione del valore lira\euro ci condusse a L.1.927\1euro, per lavorare la metà del tempo e guadagnare il doppio, oggi ci troviamo a lavorare una media di 12 ore, compreso a volte il sabato, per scarsi 1200/1300 euro esentasse quando ci va bene. Se la Mamma Europa ci doveva elargire tanti investimenti, anche a fondo perduto, ci siamo trovati davanti all’imbarazzo di dover abdicare a parti di sovranità nazionale con la direttiva “Bolkestein” che sembra crudelmente fare rima con Frankestain… Un mostro composto dalle varie sezioni di cadaveri delle Nazioni membre della Comunità Europea, che a gennaio 2025 metterà definitivamente le unghie su 6.000 km lineari di coste italiane, senza contare Spagna e Grecia, anche se quest’ultima è notorio essere diventata una colonia, suddita economica tedesca, da circa un decennio. Il Consiglio di Stato è stato implacabile sulla declaratoria di decadenza delle concessioni demaniali pregresse, dovendo essere le medesime nuovamente al bando per il 2025 a cura degli Enti Territoriali concedenti. La “marcia su Roma”, le implorazioni alla Premier non servono a nulla: con ciò non intendo essere disfattista, ma le normative sono particolarmente stringenti e le contingenze economiche ci stritolano. Il disastro del “Super Bonus” ha talmente ingabbiato la finanza pubblica italiana, che allo stato non ci può permettere una sanzione economica dell’Europa in caso di proroga delle concessioni con decreto legge.

Sin qui il problema non risiede tanto sulla decadenza mera e semplice, perché si sarebbe potuto inserire una qualche norma per argomentare una sorta di prelazione del precedente concessionario, ma ciò risulta impossibile alla luce del vigente diritto europeo, pena la malaugurata sanzione per procedura di infrazione dello Stato membro. Lo scenario all’orizzonte è che ci sia una calata di “Lanzichenecchi” dall’Europa del Nord, che hanno in pancia tanti soldi e meno male non la Russia, che già stava mirando alla Riviera ligure, alla Versilia ed alla Riviera romagnola, i quali parteciperanno ai bandi e faranno da padroni in casa nostra e dei nostri avi. La direttiva “Bolkestein” è come la scure della falce della morte che si paventa sull’economia turistica marittima italiana e non solo ischitana. Non voglio ergermi a risolutore del problema e non paventare un’uscita dall’Europa, ma certamente è arrivato il momento di cambiare le regole dell’Europa, all’interno dell’Europa stessa. Un altro tassello sciagurato di questo processo sciagurato è prevedere lo stop produttivo alle autovetture alimentate a combustibile, privilegiando la transizione alle batterie elettriche. Una sciabolata in pieno volto al manifatturiero europeo, che ha dovuto interconnettersi con il colosso cinese, leader mondiale per la produzione di batterie destinate alla mobilità dei veicoli.

Senonchè il progetto globale, l’algoritmo segreto o sconosciuto alle masse, che negli anni ’50, 60’ e 70’ del secolo scorso sono state ossessionate dall’investimento per le quattro ruote, prevede uno scenario di mobilità limitata per i privati, considerato lo scarso potenziale di autonomia delle batterie utili per poche centinaia di chilometri. Pertanto, si vuole, anche con i recenti incentivi statali, narcotizzare i consumatori, come se l’acquisto odierno di una vettura a trazione elettrica, il cui corrispettivo è pari all’ira di Dio, potesse restituire la medesima serenità di spostamento equipollente al precedente veicolo alimentato con il combustibile. Guarda caso si snobba completamente l’idrogeno, i cui prototipi sono presenti al Cern di Ginevra ed anche in qualche magazzino pieno di ragnatele del CNR italiano come elemento presente in natura in maniera massiva ed illimitata. Eppure uno studio recentissimo, intitolato “Atmospheric Implications of Increased Hydrogen Use” Nicola Warwick, Paul Griffiths, James Keeble, Alexander Archibald, John Pyle, Keith Shine
Università di Cambridge, National Centre for Atmospheric Science, Università di Reading, aprile 2022, ci rivela che si potrebbero avere implicazioni negative sull’ozono, addirittura duplicate rispetto a quelle di anidride carbonica proveniente dai combustibili fossili.

Soluzioni possibili? Non certamente la autovettura con il pannello solare, i cui prototipi hanno conseguito risultati deludenti in termini di accumulo di energia o di tenuta dell’abitacolo ai fini della prevenzione incendi a bordo. L’Europa anche in questo caso ha vietato, ma non ha spiegato chiaramente, se i cittadini, pur dotati di fondi necessari ad acquistare le carissime autovetture elettriche, potranno muoversi con la stessa autonomia del passato. Un ulteriore esempio di ambiguità dell’Europa è quello del sostenimento bellico dell’Ucraina contro la Russia: l’economia reale di quest’ultima, basta su oro, diamanti, platino, petrolio e gas, le ha permesso di non collassare a fronte delle durissime sanzioni finanziarie dell’ONU e dei Paesi Nato. Si vede poi l’insistenza della Francia, Membro di diritto e permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU quasi a voler parte attiva al conflitto; Orban, Capo di Stato ungherese che sembra strizzare l’occhi a Putin; l’Italia che si perde nel pacifismo acritico, non pensando minimamente alla sciagura immane che potrebbe determinare la sconfitta dei fratelli giallo\blu, gli ucraini, tristemente portatori degli stessi coloro dell’Ischia calcio. L’Europa negli ultimi anni sta vacillando in più parti istituzionali, ma non si riesce a rintracciare gli opportuni strumenti contenitivi di questo suo degrado morale, sociale e giuridico, del sogno di Altero Spinelli, dal carcere di Santo Stefano e\o dal confino di Ventotene. Un piccolo contributo sicuramente in meglio lo darà, perdonate il gioco di parole, l’astensionismo dall’astensionismo patologico di andare a votare il prossimo 9 giugno 2024.

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Si comincia a cambiare dalle urne, non dai social o dagli haters sulle piattaforme telematiche: l’Europa è un meraviglioso teatro di convivenza culturale e spirituale di tanti attori, ma deve evitare le sue derive globalizzanti ed asfissianti degli individui, ma non si potrà mai riformare nessuna Istituzione, in mancanza dell’attenzione viva e vigile dei cittadini alla vita politica, giacchè si approda a dei risultati preconfezionati da menti illuminate ma lontane dalla realtà, come ad esempio quelle stesse che in nome della “spending rewew” volevano cancellare il Tribunale dall’isola di Ischia.

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