LE OPINIONI

IL COMMENTO La foca monaca, uno spot per l’estate ischitana

Lo scorso anno grazie ad un editoriale scritto per il Golfo, ebbi la grande soddisfazione professionale, di vedermi riconosciuto il premio giornalistico “Francesco Landolfo”. La giuria apprezzò un mio commento a metà tra la difesa della natura e il rapporto tra uomini e animali. In quel caso raccontai la storia, triste, dell’orso Juan Carrito, diventato famoso per le sue scorribande alla ricerca di cibo nei paesi dentro e fuori dal Parco nazionale d’Abruzzo.

Morto su una strada nei pressi di Castel Di Sangro, investito da un’auto e dall’indifferenza degli uomini. Parlai di quel povero animale per metterlo in relazione alla grande montagna franata di Ischia. Anch’essa vittima dell’incuria, dell’egoismo, della scarsa attitudine a vivere in sinergia tra l’uomo e la natura che lo ospita. Quell’articolo che per fortuna piacque a tanti lettori, mi è tornato in mente in questi giorni dopo aver letto dell’avvistamento, nel mare di Ischia, di un esemplare di foca monaca. Una specie a rischio di estinzione, spiegano gli esperti, che ignaro dei rischi che lo circondano, vive la sua esistenza a largo dell’isolotto di Sant’Angelo, che tra non molto sarà invaso da natanti, barche di ogni dimensione, navi, aliscafi, persone. Ebbene, quella foca che ha destato stupore e curiosità, mi da l’impressione di rappresentare, proprio come l’orso marsicano, l’ennesimo monito che la natura intende rivolgerci. Una nuova occasione per farci capire che il mare, così come le montagne, i fiumi, i parchi e i boschi, non ci appartengono per diritto acquisito. Prima di tutto sono la casa di chi in quei luoghi è arrivato prima di noi. Alcuni animali che popolano il mondo fanno la loro comparsa, ogni tanto, per rammentarci questo particolare, che non è proprio un dettaglio. Gli ospiti, siamo noi. E i “padroni di casa” non chiedono altro che il rispetto della loro esistenza. Gli studiosi avvertono che in caso di avvistamento, è fondamentale mantenere le distanze, evitare rumori e movimenti bruschi, non tentare in alcun modo di interagire con l’animale. Non è un’impresa titanica attenersi a queste poche regole di convivenza. A pensarci bene, la foca monaca avvistata in questi giorni a Ischia è la notizia migliore per dare il via ad una stagione turistica che per l’isola verde, ancora una volta, parte tra mille incognite e incertezze. Perché il fenomeno del bradisismo continua a preoccupare. La calma apparente delle scorse settimane, forse, aveva illuso qualcuno. E invece la terra è tornata a tremare ed è tornata la paura tra la popolazione dei Campi Flegrei. Lo stato d’emergenza chiesto dal ministro Musumeci, per il territorio interessato al fenomeno, ha una valenza importante dal punto di vista politico, economico ed organizzativo. Inevitabilmente, però, spaventa e rischia di frenare l’afflusso dei turisti. Ischia, che per fortuna, non risente se non in maniera minima dei movimenti tellurici legati al bradisismo, potrebbe però subire conseguenze indirette di quanto sta accadendo. In queste settimane sarà quindi indispensabile una campagna di promozione e anche di comunicazione, in grado di tranquillizzare i turisti, vincere eventuali preoccupazioni, invogliarli a venire nonostante una situazione oggettivamente non facile. E tanto per cominciare si potrebbe diffondere, come fosse uno spot, il video diventato virale, della foca monaca che fa capolino tra le onde a largo di Sant’Angelo. Lei che sembra giocare con l’acqua e che inconsapevole dei rischi che potrebbe correre, ci invita nella sua casa fatta di onde e di schiuma. Fidandosi di noi, del nostro amore per la natura, della nostra capacità di interagire con l’ambiente. Di un altruismo che, purtroppo, non siamo sempre capaci di dimostrare.   

* DIRETTORE “SCRIVONAPOLI”

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