LE OPINIONI

IL COMMENTO La guerra a Ischia

Quando qualche giorno dopo l’8 Settembre 1943 arrivarono a San Michele due anfibi americani ricevendo dai soldati, noi bambini, le caramelle con il buco, mamma e papà dissero a noi figli di non aver più paura perché non saremmo più scappati nelle cantine infossate di zio Faele per paura delle bombe. La guerra era finita. Peccato che io non possa dire la stessa cosa a mio nipote dodicenne. A mio nipote dirò che per la pandemia la guerra continua e che tutti noi oltre che mettere in atto tutte le fatiche che nel dopoguerra fecero i nostri genitori dobbiamo pure mettere in atto elementi nuovi di protezione per noi e per gli altri. Oltre i sacrifici. Mi sto chiedendo cosa gli ischitani vogliono fare per l’avventura di creare una nuova isola che si adatti al cambiamento che avverrà nel mondo turistico.

Seguo le discussioni che stanno avvenendo sui social e nelle varie componenti della società ischitana. Proposte di tutti i tipi. Encomiabili alcune, non c’è dubbio, mentre altre sono fatte da leoni della tastiera per puro spirito di patate. In una telefonata con il Sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino, ho avuto la gradita sorpresa di aver colloquiato con una persona responsabile e conoscitore della situazione tragica che il paese vivrà nel prossimo futuro. Ora deve però passare all’azione. Deve chiedere ai gestori delle spiagge se sono disponibili a cambiare volto al turismo balneare sostituendo le baracche/stabilimenti con bouvette di 20 metri quadrati,un bagno e una cabina e creare cooperative per sfruttare al meglio gli spazi a mare ed a terra. Deve chiedere ai tassisti come vogliono contribuire alla mobilità nel Comune. Deve chiedere ai cittadini se vogliono studiare sistemi alternativi per mandare i figli a scuola,andare al lavoro, fornirsi di internet per spesa da consegnare a casa, senza uso di auto ma con sistemi alternativi. Deve chiedere agli albergatori quale nuova strategia vogliono mettere in atto per le loro attività visto che il fallimento del turismo era evidente anche prima del coronavirus. E poi infine chiedere ai suoi consiglieri comunali ed alla Giunta se vogliono smettere di essere delle persone utili per portare a casa solo qualche piccolo vantaggio personale e mettersi a lavorare per il nuovo paese.

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Allora può tranquillamente dire a suo nipote scappa e quando l’aliscafo parte non guardare il porto a poppa ma il mare a prua

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Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex