LE OPINIONI

IL COMMENTO La guerra e quei messaggi fuorvianti

DI LUIGI DELLA MONICA

Chi vi scrive ha conseguito dalla Croce Rossa Italiana il diploma di Consigliere Qualificato di Diritto Internazionale Umanitario nel novembre 2013 presso la caserma ove è di stanza la “Brigata Garibaldi” in Caserta, ma parla a titolo personale, non avendo alcuna delega e\o autorizzazione a parlare in nome e per conto del medesimo Ente. Parla da cittadino attivo, italiano vero ed editorialista di questo Giornale, che non può tacere di fronte al riemergere preoccupante di uno strisciante antisemitismo e se questo proviene della eco del festival di Sanremo, pagato con i soldi dei contribuenti, seguito da un pubblico molto giovane, allora il diritto di riflessione è ancora più forte. L’Italia con l’Armistizio dell’8 settembre 1943 ha abiurato la guerra come strumento di offesa degli altri popoli, il genocidio nazista e la complicità attiva e\o passiva di alcuni fascisti criminali che provocarono direttamente l’olocausto: sin qui nessuno pensi che stia discorrendo di fascisti buoni o fascisti cattivi, ma solo di storia di uno specifico contesto, atteso che tanti fascisti del ventennio si sono ravveduti dell’errore commesso e trasformati in camice bianche, rosse e verdi (democristiani, comunisti e repubblicani).

Senza uscire fuori tema, nei salotti culturali borghesi italiani e Nord Europei, ma anche negli U.S.A. si sta concettualizzando l’accusa ad Israele di praticare un genocidio, una sorta di reazione difensiva sproporzionata rispetto a poche centinaia di ostaggi che non valgono migliaia di palestinesi inermi e civili come vittime collaterali di attacchi sistematici e violenti ad obiettivi nemici. E’ doveroso riferirsi al quadro normativo internazionale, anche se molti dimenticano che le norme internazionali sono consuetudinarie, vale a dire vigono e sono cogenti per gli attori del teatro bellico, a prescindere dal fatto che la propria Nazione li abbia recepiti nell’ordinamento interno. In altre parole, vigono senza un patto espresso, perché sono bagaglio culturale ed umano indiscutibilmente applicato, accompagnate dalla comune opinione che siano necessarie e conformi alla giustizia sostanziale ed equa per tutti gli uomini e le donne poste in relazione al luogo dove si impieghino le armi per la risoluzione di una contesa, fra Stati o gruppi organizzati contrapposti. L’Art. 48 del primo Protocollo Aggiuntivo alle 4 Convenzioni di Ginevra del 1949 pone una regola fondamentale: Allo scopo di assicurare il rispetto e la protezione della popolazione civile e dei beni di carattere civile, le Parti in conflitto dovranno fare, in ogni momento, distinzione fra la popolazione civile e i combattenti, nonché fra i beni di carattere civile e gli obiettivi militari e, di conseguenza, dirigere le operazioni soltanto contro obiettivi militari. A leggere l’Art. 6 Statuto Corte Penale Internazionale dell’Aja – per crimine di genocidio s’intende uno qualsiasi dei seguenti atti commessi nell’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso: uccidere membri del gruppo; cagionare gravi lesioni all’integrità fisica o psichica di persone appartenenti al gruppo; sottoporre deliberatamente persone appartenenti al gruppo a condizioni di vita tali da comportare la distruzione fisica, totale o parziale, del gruppo stesso; imporre misure volte ad impedire le nascite in seno al gruppo; trasferire con la forza bambini appartenenti al gruppo ad un gruppo diverso.

Se vogliamo individuare il Conflitto israelo-palestinese iniziato il 7 ottobre 2023 avente connotazione interna ai soli confini dello Stato di Israele e pertanto non internazionalizzato DIU, le Convenzioni di Ginevra 12 agosto 1949 ci ricordano che i Beneficiari delle Convenzioni artt. 13 – I, 13 – II, 4 – III 1949 sono 1) membri delle Forze Armate di una Parte in conflitto nonché i membri delle milizie e dei corpi volontari che fanno parte di queste forze armate; 2) membri delle altre milizie e degli altri corpi volontari, compresi quelli dei movimenti di resistenza organizzati, appartenenti ad una parte in conflitto…alle seguenti condizioni: a) abbiano alla loro testa una persona responsabile dei propri subordinati b) portino un segno distintivo fisso e riconoscibile a distanza; c) portino apertamente le armi; d) si uniformino, nelle loro operazioni, alle leggi ed agli usi di guerra. Si consideri poi che la terza Convenzione di Ginevra del 1929 all’art. 19‏ codificò il simbolo della Croce Rossa e della Mezza Luna Rossa come emblema distintivo dei servizi sanitari delle Forze Armate. Qualsiasi uomo, automezzo, edificio munito del segno distintivo di neutralità della Croce Rossa e\o della Mezza Luna Rossa in campo di ostilità belliche è considerato estraneo al conflitto e come tale deve essere protetto ed escluso dalle attività offensive. Pertanto, sembrerebbe che tutte queste norme possano sorreggere qualsiasi salotto borghese in conversazioni fiume sul diritto dei civili palestinesi di non essere coinvolti nelle conseguenze dirette della rappresaglia che Israele sta operando da circa 4 mesi.

Ma esiste un però, che rivela la superficialità e l’ignoranza di quanti si intruppano dietro l’imperativo del cessate le armi. Ribadisco che io stesso non avrei mai voluto assistere all’invasione del 24 febbraio 2022 fatta dal “caro” Putin, detto alla maniera di Antonio De Curtis in arte Totò a cui dico le paroline sulla fotografia a casa a Napoli sul mio comodino; ma da uomo inserito in un contesto di civiltà e cultura, che ha superato con duemila anni di cristianesimo e con il secolo dei Lumi la barbarie dei giochi, per intenderci il Colosseo che è tanto bello da ammirare, ma dove venivano uccisi schiavi con il gladio o con la furia degli animali selvaggi solo per il diletto del popolo, non posso accettare il 07 ottobre 2023. Da quella data ragazze, nostre figlie, madri o sorelle, o nonne, sono state strappate dalla quotidianità della loro casa ed assassinate e stuprate; soldati sono stati decapitati e le loro teste usate come palloni da calcio e rivendute come feticcio di conquista. A fronte di ciò Israele, nostro amico e fedele alleato nello scacchiere NATO, le cui basi istituzionali avvennero l’8 settembre 1943, ha dovuto reagire mano militare. Pertanto, una soldataglia non bene identificata dalle regole di ingaggio, che non si conformava a nessuna regola consuetudinaria internazionale e per l’effetto agente in regime di illegalità e criminalità internazionale, ha aggredito civili inermi con l’aggravante dell’effetto sorpresa e delle brutalità inflitta alle vittime. Dopo di che, per evitare le giuste rappresaglie dell’Esercito regolare ebreo ha brandito ostaggi innocenti, onde coprirsi la fuga ed ha mantenuto e continua a farlo tutt’oggi lo scudo umano di donne e bambini del proprio popolo palestinese, insedia i comandi militari e le basi di attacco strategiche nei condomini privati o peggio ancora negli ospedali.

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Quest’ultimo è il crimine internazionale della perfidia: il gravissimo abuso di un simbolo di neutralità ed imparzialità di una persona e\o di una struttura logistica, per fingere all’apparenza ed alla visibilità della parte avversa la mancata partecipazione attiva al conflitto, preordinata allo scopo clandestino viceversa di infliggere soccombenze ancora più dolorose e violente al nemico. Il movente è chiedere la liberazione di terroristi e criminali comuni detenuti dopo regolari processi penali in Israele, a fronte delle sofferenze reiterate e violente inferte ai prigionieri del 07 ottobre 2023. Tutto questo viene precisato dai giornalisti professionisti, ci mancherebbe, ma viene negato dai salotti radical chic, come si faceva negli anni’ 70 quasi coccolando i terroristi delle Brigate Rosse che si alimentavano nei contesti familiari abbienti e mimetizzavano con le persone normali, gli studenti universitari o gli operai, per cui il Generale Dalla Chiesa impiegò circa 10 anni per stanarli. Ecco il motivo per cui il servizio pubblico della RAI non può consentire ad artisti pagati dai contribuenti di affermare slogan preconfezionati o faziosi, in quanto il conflitto israelo-palestinese è affare gravissimo e serio che dovrà essere affrontato da un Tribunale Internazionale ad Hoc, ma non certo dagli strimpelli di un artista che cerca pubblicità, a prescindere dalla vittoria di Sanremo e sembra che ci sia riuscito mirabilmente. La gravità ancora più intensa dell’evento risiede nel fatto che questi artisti riescano a penetrare l’inconscio dei giovanissimi, per deviarne il senso critico e la riflessione intellettuale imparziale. Lo strisciante antisemitismo a partire dal 07 ottobre 2023 sta quasi, quasi diffondendo il messaggio mendace che gli ebrei hanno sì subito l’olocausto, ma alla fine sono passati ottanta anni, è roba vecchia, ma ora si sono trasformati i loro discendenti in criminali di guerra.

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Molti forse dimenticano il famoso film “lo Stato contro Fritzbauer”, il procuratore generale della Repubblica Federele Tedesca che nel 1961 impedì a tanti nazisti di mimetizzarsi nell’anonimato della società e tanti suoi connazionali di perdonare con l’oblio; molti dei testimoni dell’olocausto non deponevano perché terrorizzati di non essere creduti. Questo non dovrà essere mai e poi mai! Io non posso permettere che mio figlio, gli altri bambini e gli adolescenti vengano fuorviati in tal senso. In Ucraina, come in Palestina, deve assolutamente cessare il fuoco, ma non può passare il concetto che il crimine di guerra non giustifichi i mezzi di reazione. Terribile è il lutto patito dalla truppe russe, come dai civili inermi palestinesi, ma i responsabili che dovranno essere individuati, processati e condannati non possono, per il tramite di comunicazioni scomposte diffuse in un festival canoro finanziato dallo Stato Italiano, inquinare la dignità di una Nazione e dei loro uomini onesti e combattenti legittimi, operanti nella legalità del diritto internazionale di guerra ed umanitario. La guerra non piace a nessuno ed il sogno di tutti, gli stessi militari in operazioni e manovre, è quello di abbracciarsi e stringersi la mano con i nemici una volta che sarà finita, ma nessuno dovrà consentire di mischiare l’onore con la vergogna, mai. Ischia come terra universale di amore ed ospitalità conosce bene questi valori, perché negli anni ’40 combatteva i nazisti tedeschi, ma con l’avvento del turismo della pace nei primi anni ‘50 ha conosciuto i primi matrimoni misti italiani-tedeschi e per questo sull’isola non devono diffondersi messaggi pacifisti mendaci.

* AVVOCATO

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