LE OPINIONI

IL COMMENTO La guerra ingiusta

DI GIORGIO DI DIO

Per capire il concetto di “guerra ingiusta” bisogna prima definire quello di “ guerra giusta”. La “guerra giusta” è un concetto sviluppato già da pensatori come Sant’Agostino e San Tommaso d’Aquino. Il concetto è teologico e San Tommaso ne fa una“quaestio” , inserita nella trattazione della virtù della carità. Attraverso quattro domande che si pone San Tommaso sviscera una sua filosofia: 1)La guerra in determinate circostanze può essere può esser considerata giusta e non peccaminosa, specialmente se è intrapresa per difendere il bene comune o per riparare a un’ingiustizia; 2) Anche se la guerra è giusta i preti non devono combattere poiché la loro vocazione è quella di promuovere la pace e la spiritualità; 3) Nella guerra bisogna valutare attentamente l’uso di inganni o imboscate, poiché potrebbero violare i principi di giustizia e onore; 4) È lecito combattere anche durante le festività religiose perché, se la guerra è necessaria per proteggere il bene comune, potrebbe essere giustificata anche in tali giorni, ma dovrebbe essere considerata con grande attenzione al rispetto delle tradizioni e dei valori religiosi. La conclusione è che non sempre fare la guerra è peccato.

E’ vero che il Signore ha detto che di spada perisce chi di spada ferisce, ma, come già aveva scritto Agostino, “quegli aveva preso la spada senza che alcuna autorità gliene avesse concessa la facoltà”. Quindi la guerra è peccato quando la fanno persone non autorizzate. Infatti, le persone private non hanno il potere di fare la guerra, potendo difendere il proprio diritto col ricorso al giudizio del loro superiore e non potendo raccogliere masse di soldati. Quindi la guerra per essere giusta deve sere fatta dai Capi di Stato, ma non basta: la guerra deve avere una causa giusta. Quindi deve essere moralmente giustificata e non un conflitto semplicemente aggressivo e opportunistico. Il concetto di “Guerra giusta” sopravvive anche oggi. Solo che il fatto che ogni guerra dovrebbe avere una causa giusta come la difesa di innocenti o la protezione dei diritti umani non sempre si verifica.O perlomeno talvolta la questione è interpretata soggettivamente . Prendiamo le guerre in Iraq e Afghanistan. I governi le hanno giustificate con interventi necessari per la lotta al terrorismo. In realtà hanno portato conseguenze devastanti per le popolazioni. Erano veramente necessarie? Oggi poi esistono i principi del diritto internazionale umanitario, che stabiliscono norme per la condotta dei conflitti armati. Sono vietate le torture e i trattamenti inumani. Invece sappiamo benissimo che questi principi vengono continuamente violati. Una volta era tutto più semplice. Oggi con il terrorismo internazionale , le guerre cibernetiche, pongono dilemmi etici complessi e diventa difficile bilanciare la sicurezza nazionale con il rispetto dei diritti umani. Oggi il concetto di “guerra giusta” è di grande rilevanza e complessità con implicazioni morali e la necessità, speso disattesa, di trovare soluzioni pacifiche. Ne è un esempio la guerra in Ucraina dove oggi addirittura viene messo in discussione chi sia stato a provocare la guerra.

Il conflitto tra Russia e Ucraina ha interessato il panorama geopolitico europeo con l’intera Europa schierata a favore dell’Ucraina e non c’è mai stata una concreta prospettiva di un negoziato. Poi è arrivato Trump e la situazione si è completamente trasformata. Gli Stati Uniti, tradizionali alleati di Kiev, si sono schierati a favore della Russia, che si vede appoggiata, nelle trattative per una eventuale fine del conflitto, da Trump. Trump ha assunto un atteggiamento molto duro, quasi ricattatorio nei confronti di Volodymyr Zelensky. La pace ci deve essere. Ma sicuramente sarà una pace svantaggiosa per l’Ucraina. Questa nuova forza data a Putin potrebbe legittimare ulteriori aggressioni di Mosca non solo verso l’Ucraina, ma anche verso altri paesi ex sovietici. Qual è la situazione attuale tra Russia e Ucraina dopo tre anni di conflitto? I leader dei due paesi, Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, prima della vittoria di Trump, si sonogià preparati per un possibile cambiamento di governo negli Stati Uniti. Soprattutto Putin non aspettava altro. La situazione è ulteriormente complicata dalla svolta politica negli Stati Uniti, che ha aperto scenari imprevedibili. L’Europa si è trovata di fronte a nuove scelte perché Trump ha deciso a diminuire gli aiuti all’’Ucraina e, allora i paesi europei hanno dovuto decidere di aumentare le spese militari per fornire armi all’Ucraina e creare un deterrente contro un’escalation delle aggressioni russe. La Russia non è invincibile ma dobbiamo partire dal presupposto che Putin rimarrà al potere per molto tempo ancora avrà bisogno di riaffermare la sua posizione internazionale, anche per giustificare i sacrifici chiesti. E in questo contesto, la Russia potrebbe decidere di attaccare i paesi vicini, in particolare i Paesi ex sovietici, come l’Armenia, o addirittura lanciare un attacco a un Paese Nato, peraltro facilitato da Stati Uniti più defilati. Se Putin decidesse di attaccare un paese occidentale, le conseguenze sarebbero davvero significative. Non si tratterebbe di un incidente, ma di un’azione deliberata, che porterebbe a invocare l’articolo 5 del Trattato, che richiede una risposta collettiva da parte dei membri. Tuttavia, la situazione potrebbe diventare complessa a causa di un processo decisionale che nel tempo è diventato sempre più difficile. Nella Nato ci sono punti di vista molto diversi che rendono difficile una risposta rapida in caso di emergenza, evidenziando le differenze tra i vari Paesi dell’Alleanza: i baltici, i polacchi e gli scandinavi tendono a essere più pronti ad agire, mentre altri Paesi mostrano un atteggiamento più cauto. Se solo alcuni membri rispondessero, la Nato potrebbe trovarsi in una posizione critica. In tal caso, Putin raggiungerebbe uno dei suoi principali obiettivi politici: ristabilire la sua influenza in Europa. Ora ritornando ai concetti di San Tommaso sulla “ guerra giusta” E l’atteggiamento di Trump che dà la colpa al presidente ucraino anche dell’attacco che ha subito è completamentefuorviante e nasconde scopi politicied economici a noi sconosciuti.

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