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Ischia per la Palestina, serata a sostegno dei più deboli

di Sara Mattera

La chiamano Intifada che dall’arabo significa “sussulto o rivolta”, ma è anche conosciuta come “guerra dei sassi” in virtù dei tanti ragazzi palestinesi che, nel lontano 1987, nel campo profughi di Jabliyya cominciarono a lanciare pietre contro i soldati israeliani che occupavano il territorio circostante. Lottavano esasperati dopo aver assistito  impotenti  al naufragio di tutte le trattative per il riconoscimento di uno Stato palestinese indipendente. Un conflitto, quello arabo-israeliano, che va avanti da oltre un secolo  e che rappresenta una delle lotte più gravi della storia contemporanea. La prima Intifada “delle pietre” nel 1987, oggi, si è trasformata nella Intifada “dei coltelli” in un conflitto sempre più violento che non trova una soluzione definitiva. Ancora oggi il popolo palestinese vive, infatti, in uno status giuridico, politico e istituzionale controverso. Nonostante il riconoscimento istituzionale da parte delle nazioni del mondo, la Palestina rimane in gran parte occupata dall’esercito israeliano che, rifiutandosi di riconoscere al popolo palestinese la legittimità di uno Stato ed esercitando una forte repressione, ha costretto migliaia e migliaia di persone a fuggire nei campi profughi. Ed è proprio nel campo profughi di Aida, situato nell’area a Nord di Betlemme, che oggi sorge il Centro Amal Al Mustqbal, il cui nome è stato ispirato alla sua fondatrice, Amal, una ragazza palestinese che perse la vita durante la prima Intifada combattendo i soldati israeliani.  Il Centro in questione ospita diverse attività come un asilo, corsi di danza,  di yoga, di lingue ed è diventato anche un centro di assistenza sanitaria gratuita per tutti gli abitanti del campo. Inoltre esso rappresenta anche un riferimento per la difesa della tradizione culturale palestinese che rischia sempre più di essere schiacciata dall’occupazione israeliana. Un punto di riferimento importante, quindi, gestito e autofinanziato dai profughi stessi di Aida e che, però, proprio per questo motivo  oggi, rischiando di non poter più continuare le diverse attività educative e di intrattenimento, si trova a vivere una grave emergenza   causa della mancanza di fondi.  Ecco perché, proprio per aiutare i profughi di Aida a mantenere in piedi il Centro culturale, che in molte città italiane si stanno organizzando eventi a suo sostegno. E anche Ischia ha deciso di scendere in campo in nome del popolo palestinese. Lo scorso martedì 5 Gennaio, infatti, presso l’associazione Luca Brandi di Ischia è stato organizzato l’evento “Ischia per la Palestina”, una serata solidale per raccogliere fondi a sostegno dell’asilo di Amal Al Mustqbal affinchè si possa continuarea regalare ai bambini palestinesi momenti di formazione e di spensieratezza. Ed in tanti sono accorsi all’evento che si è rivelato essere una serata molto piacevole, trascorsa tra degustazione di piatti tipici della cucina palestinese, musica araba e documentari. “La serata- ci ha raccontato Antonietta Manzi,  tra le organizzatrici dell’evento benefico- è andata molto bene. Abbiamo proiettato video, foto, ascoltato musica tipica palestinese e c’è stato un buffet con cibo e piatti tipici del posto. Siamo molto soddisfatti perché abbiamo raccolto una cifra considerevole che andrà ad aiutare il Centro di Amal Al Mustqbal. Abbiamo saputo da fonti dirette sul posto che il Centro si trova attualmente in una situazione di emergenza in quanto esso è finanziato dagli stessi profughi che però non riescono più a pagare l’affitto e a portare avanti le attività del centro per mancanza di fondi. Abbiamo, quindi, deciso insieme ad altri gruppi sparsi in tutta Italia di organizzare eventi per la raccolta di fondi da inviare in Palestina”. Quello di martedì, però, non è stato l’unico evento organizzato in favore del popolo palestinese. Da diversi anni, infatti, nel nostro territorio isolano è nato un vero e proprio comitato per la Palestina, che si chiama, per l’appunto, “Ischia per la Palestina” e che già in altre occasioni ha organizzato raccolte di fondi ed eventi a tema. Il tutto nato dal semplice desiderio di aiutare una popolazione che ormai vive in una condizione sempre più disagiata.  Sicuramente, quindi,  anche ad Ischia ci saranno altre occasioni in futuro per sostenere il campo profughi di Aida, e si spera, grazie al contributo dato, di poter andare a regalare, proprio come suggerisce lo stesso nome del Centro Amal Al Mustqbal, una speranza per il futuro ai tanti palestinesi sempre più stanchi nel portare avanti la propria causa di indipendenza e libertà.

 

 

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