POLITICA

L’INTERVISTA «Ischia è nel mio cuore, la cultura per il rilancio»

Una tappa ischitana, un’isola che conosce bene e che di cultura ne ha davvero da vendere…

«Beh, Ischia è una delle meraviglie della Campania. Credo che esprima un valore globale e penso che bisogna lavorare ulteriormente sulla valorizzazione del suo aspetto culturale. Ischia ha davvero tutte le carte in regola per far parte del grande circuito turistico mondiale, in quello che potremmo chiamare un Grand tour ideale però per far sì che questo si realizzi occorre promuovere anche i suoi beni culturali. Rendiamoci conto che oggi non basta più proporre un turismo meramente balneare, appare evidente che ci sia una fame globale di cultura cioè di voler conoscere, frequentare i luoghi, apprenderne la storia l’identità e quindi Ischia può proporsi in questo contesto, ha tutti i numeri per eccellere in questo campo. Del resto lo dicevo prima, sono convinto che il nostro patrimonio culturale ci mostra e offre dei punti della nostra geografia identitaria. Insomma, le pietre ci parlano e ci raccontano la storia, il passato, come diceva Benedetto Croce la storia è sempre un fatto contemporaneo e mai un orpello dei tempi andati, somiglia tanto ad una cassetta degli attrezzi dove noi rinveniamo quegli strumenti che poi ci aiutano a interpretare il nostro presente. E magari…».

Magari?

«Magari in alcuni casi aiutano anche a prefigurare il futuro. Ischia ha una storia millenaria, importante, straordinaria e quindi io sono qui oggi (ieri per chi legge, ndr) per essere accanto alle comunità locali ed in primis ai sindaci con i quali voglio stabilire un efficace rapporto di collaborazione istituzionale: insieme con progetti e idee contribuiremo a potenziare l’offerta culturale dell’isola».

Ecco, nello specifico cosa deve aspettarsi l’isola da questa visita del ministro e dagli Stati Generali della Cultura?

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«Guardi, c’è un doppio binario che dobbiamo percorrere. Io vado molto sui territori perché sono portatore di un’idea secondo la quale deve essere qualcosa di uniformemente diffuso su tutto il territorio nazionale. Ecco perché parlo di doppio binario: innanzitutto noi dobbiamo garantire cultura ai cittadini ischitani che hanno diritto al pari di tutti di avere un teatro, un cartellone teatrale, una biblioteca, sale multimediali per i giovani dove incontrarsi, dove fare cultura, dove promuovere cultura. E poi, ad esempio, avere cinema funzionanti. Insomma, io credo che la cultura aumenti la qualità della vita dei cittadini. Lei la qualità della vita come la misura? E’ semplice, con la sanità, con i trasporti, con una mobilità efficiente nel contesto urbano ma non è tutto: oggi, nell’epoca moderna la qualità della vita si misura anche in termini dell’offerta culturale che un territorio può presentare e offrire. E’ un luogo comune da sfatare quello secondo cui la cultura vada concentrata soltanto in alcune grandi città italiane, magari quelle “iconiche”di cui magari noi e le cronache si occupano quotidianamente. Ad esempio oggi (ieri per chi legge, ndr) a Napoli abbiamo inaugurato il cantiere del Grande Albergo dei Poveri in Piazza Carlo III dopo decenni di incuria ed abbandono. E l’abbiamo fatto in maniera mirata».

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Come?

«Esiste un progetto che ho messo a punto col sindaco Manfredi, un progetto che crea una grande infrastruttura culturale. Ma queste iniziative dobbiamo portarle anche in luoghi come questi. Io credo che un giovane ischitano abbia il diritto durante l’anno di poter avere una opportuna ed adeguata fruizione culturale, quindi questo è un binario. Il secondo è quello dell’offerta culturale che offriamo ai turisti, nella consapevolezza di quello che le dicevo poc’anzi e cioè che oggi non basta più proporre soltanto turismo balneare. E’ finita l’epoca in cui le persone vanno in vacanza solo per godere delle bellezze di un paesaggio che, per carità, sono pur sempre fondamentali. La gente vuole di più, ha fame di conoscenza e questo non lo dico io, lo dicono gli analisti. Negli anni che verranno aumenterà il numero di persone che vogliono viaggiare con determinate finalità. Quest’anno per fortuna l’Italia ha avuto uno straordinario boom turistico che si è riverberato positivamente sull’occupazione, con i musei abbiamo registrato introiti importanti e quindi bisogna lavorare per migliorare l’offerta ed elevarne gli standard qualitativi. E poi…».

E poi?

«Ischia ha la fortuna di avere già tanto, non lo scopro certamente io, e questo costituisce un punto di forza intrinseco, un valore immenso. A questo però dobbiamo aggiungere una qualità di offerta culturale. Un luogo come questo (la Torre di Michelangelo, ndr) ad esempio nel periodo estivo si presta benissimo ad ospitare manifestazioni musicali, teatrali, insomma a raccontare storie».

Ischia forse a un certo punto sotto questo aspetto è stata abbandonata dal suo predecessore Franceschini, magari troppo preso a valorizzare esclusivamente la vicina Procida…

«Voglio fare una premessa. Per una questione di stile non parlo mai dei miei predecessori, comunque alcune cose che ritenevo giuste ho continuato a portarle avanti. Posso soltanto dire che abbiamo una serie di bandi e progetti in essere che possono servire ad innestare e valorizzare l’offerta cultura dell’isola d’Ischia. Un pezzo del mio cuore è in questo luogo, poco fa raccontavo al sindaco Enzo Ferrandino che quando fui portato la prima volta qui a trascorrere le vacanze avevo appena un anno, c’è un album di famiglia che lo racconta e ricorda. Conosco il valore di questo luogo, lo trovo bellissimo perché Ischia ha una straordinaria qualità e varietà di offerta: ha il mare, posti interni di pregio, un paesaggio con almeno cinque o sei punti di osservazione unici al mondo. Vede, quando noi parliamo della bellezza ci riferiamo ad una nozione quasi filosofica nella quale si riassumono e si sintetizzano tanti caratteri. Ecco, questa è la bellezza dove noi abbiamo ad esempio il paesaggio che Benedetto Croce definiva il volto amato della Patria. Abbiamo tutto, davvero, serve solo lavorare con passione e professionalità».

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