IL COMMENTO La nostra resurrezione

Col rispetto che si deve al sentimento religioso, vorrei approfittare del giorno di Pasqua per augurare a Ischia e agli ischitani la realizzazione della speranza di resurrezione della nostra isola. Noi isolani non abbiamo le virtù taumaturgiche o teurgiche del Cristo. Taumaturgico è un aggettivo che, più in generale, riguarda soluzioni soprannaturali non solo divine ma anche magiche. Teurgico invece fa riferimento a miracoli di natura religiosa. E la parola “Resurrezione” dal greco “anastasis”, significa innanzi tutto “rialzarsi” e poi ritorno in vita dei morti. Perché auguro a Ischia e agli ischitani di “rialzarsi”, risorgere? Perché parto dal presupposto che Ischia sia, in qualche modo e in un certo senso, morta? Qualcuno sicuramente avrà collegato questa mia speranza all’attuale situazione economico commerciale dell’isola. Ed effettivamente in questi giorni, per lo più uggiosi,viene lo sconforto a vedere le strade deserte, aperture di negozi ed esercizi all’ultima ora (un po’ meglio a Forio). Viene lo sconforto a vedere le decine e decine di negozi che si fittano o si vendono, di alberghi e pensioni che vanno nelle mani di operatori extra isolani, anche stranieri. E in queste operazioni di vendita (o svendita) di vecchi gioielli immobiliari, passati di padre in figlio isolani, i soliti mediatori, tecnici prestati all’intermediazione, iene e parassiti (per dirla con Trump) si gettano sull’affare, lucrando meglio dei venditori e promettendo facili agevolazioni edilizie per ristrutturazioni e ampliamenti.
No, amici concittadini e lettori, anche se veri e consistenti sono gli argomenti economici deprimenti, che solo le Banche locali conoscono nei dettagli e, in parte, i Comuni creditori per centinaia di migliaia di euro per tasse inevase, anche se è tutto terribilmente vero, quando parlo di speranza di resurrezione, non alludo all’aspetto economico ma a quello morale, a un’etica smarrita, a un tarlo che sta spolpando il legno morbido e storto della nostra isola. Parto da un esempio: nei giorni scorsi,, il Sindaco d’Ischia ha emanato un’ordinanza (e ha fatto bene ) per colpire i “buttadentro” ovvero quella figura di persone che, all’esterno di locali (negozi, ristoranti), con metodi alquanto invadenti e fastidiosi, intercettano turisti e clienti per convincerli a entrare e consumare in un certo locale e, quel che è peggio, a volte denigrando concorrenti. Questo, al di là del brutto biglietto di presentazione turistica dell’isola, comporta (ed è questo è l’aspetto più preoccupante) un’esasperazione dei rapporti nella concorrenza tra imprenditori. Insomma, ci si fa il fegato amaro. E vogliamo parlare dell’edilizia incontrollata? Dell’inefficacia o assenza di controlli da parte degli organi deputati al rispetto delle regole, che scatena la guerra di vicinato, la reazione del cittadino che si sente leso nei suoi diritti , dal vicino abusivo e della reazione di quest’ultimo? In questi giorni ho registrato una pioggia di solidarietà all’avvocato Bruno Molinaro alla notizia che era stato aggredito da una controparte. Certo, Molinaro è stimato e appare normale la solidarietà. Ma quanti hanno approfondito e chiarito i motivi dell’accaduto? Quanti si preoccupano che il mancato funzionamento di controlli preventivi o tempestivi e l’assenza di rispetto delle regole (edilizie o commerciali) scatena rapporti di odio e desideri di vendetta tra cittadini? Le leggi e i regolamenti esistono proprio per regolare una pacifica convivenza.
Ischia ha ancora potenziali risorse inespresse tali da assicurare il benessere di tutti, in una coesistenza serena. E costituisce peccato mortale (ecco il ritorno al tono religioso e pasquale) avvelenare i pozzi a cui dovremmo tutti abbeverarci. Non abbandoniamoci all’indifferenza e all’egoismo che non portano da nessuna parte. La nostra resurrezione deve essere un ripristino delle regole, un ritorno alla legalità, una fuoriuscita dalla giungla in cui ci siamo addentrati e aggrovigliati. Possibile che dobbiamo mettere in dubbio la difesa dell’ambiente? Cioè della nostra risorsa primaria? Possibile che il commercio debba mortificarsi all’insegna di “ mors tua vita mea”? Possibile che i condomini debbano diventare piazze della discorda? Possibile che i concorsi degli Enti pubblici locali debbano concludersi con i favori incrociati tra amministratori, a favore di parenti e a discapito dei concorrenti bravi ma indifesi? Possibile che dobbiamo assistere inerti all’emigrazione definitiva dei nostri migliori cervelli e che quando ritornano per riabbracciare, per qualche giorno, i loro cari rimasti a Ischia, gli facciamo pagare i biglietti di trasporto marittimo come gli estranei? Dove è finita l’umanità e solidarietà, il senso di comunità di quest’isola? A proposito di ritorno provvisorio dei nostri giovani emigrati, si dice sempre “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”. Per molti di questi giovani, che pure amano viaggiare altrove, la Pasqua è un’occasione per ritornare a Ischia dai propri cari e a loro va il mio pensiero. E a loro mi rivolgo, nell’augurio che formulo, di resurrezione della nostra isola. Lontani o vicini che siete, cari giovani, voi costituite l’ultima spes per invertire la corsa verso l’abisso etico e sociale in cui stiamo precipitando. Risollevate quest’isola, dopo aver visto altre realtà più virtuose. Ridatele le giuste coordinate etiche e di convivenza civile e sociale.
Sono daccordo con l’autore. Quando la ministro del turismo ribadisce che non vuole che si parli di “overturismo” perché a suo dire non esiste, occorre rispondere che allora occorre darsi da fare tutti insieme affinché il turismo non sia più un’industria basata esclusivamente sul profitto, ma piuttosto un’economia più “etica”, oppure smetterla di fare vittimismo sull’ambiente o di giudicare dall’alto la “Gen Z”, perché ci appare vuota di valori, denatalizzata e senza futuro…