IL COMMENTO La ricetta per allungare la stagione turistica
DI MARCO BOTTIGLIERI
Uno dei grandi problemi del turismo sulla nostra isola, è la sua elevata concentrazione in alta stagione, il che comporta la congestione delle capacità di trasporto e dei servizi di accoglienza, nonché il degrado dell’ambiente naturale ed umano nell’alta stagione, ed uno scarso impiego delle risorse finanziarie ed umane nella bassa stagione”. Il problema della destagionalizzazione e il dilemma della chiusura-non chiusura, sono tra quelli chiave nel panorama turistico isolano e in generale quello del sud Italia. Infatti molti albergatori che non riescono a risolvere tale problema finiscono per trovarsi sull’orlo di un “circolo vizioso” con stagioni brevi per la mancata convenienza all’apertura nei mesi invernali e che non permettono loro di diluire i costi fissi, ma anzi spingono verso l’incremento delle tariffe in alta stagione.
Bisogna considerare che gli alberghi stagionali determinano rilevanti spese di chiusura e riapertura (lo stabile, gli impianti, gli arredi e gli spazi esterni subiscono sensibili deterioramenti e necessitano di una manutenzione assai attenta) ed esistono inoltre una serie di imposte e di spese correnti che comunque devono essere sostenuti anche ad esercizio chiuso. La scelta fondamentale, diventa allora tra tenere chiuso e sopportare tali costi fissi o aprire e rischiare che le entrate non coprano la somma dei costi fissi e di quelli aggiunti legati all’apertura. A livello di destinazione turistica la situazione si presenta ancora più intricata. In molte località nei periodi di bassa stagione vi sono pochi turisti e così la maggior parte dei servizi e delle attività commerciali restano chiusi. Ma come si può sperare che arrivino i turisti se la località si presenta deserta e disfunzionale? In questa ottica è da cogliere con ottimismo e fiducia l’appello del Presidente della Camera di Commercio di Napoli, Ciro Fiola, che in un recente articolo apparso su questo quotidiano, ha esortato le imprese ischitane a strutturarsi affinché si allunghino i tempi di apertura delle attività ricettive e il conseguente sviluppo di tutto l’indotto turistico, dando così la possibilità ai tanti lavoratori stagionali di percepire un reddito dignitoso e non dover emigrare. In verità alcune iniziative per favorire la destagionalizzazione la Camera di Commercio le ha messe in campo, ma non c’è stato un significativo riscontro, soprattutto perché poco pubblicizzate e arrivate a stagione turistica in corso.
Purtroppo l’attuale crisi economica dovuta alla guerra e i costi dell’energia fuori controllo renderanno sempre più difficile attuare un percorso di destagionalizzazione per le attività turistiche, che si sono viste più che raddoppiare i costi di gestione. Il caro bollette rischia di distruggere i bilanci di tantissime imprese, nonostante gli interventi di sostegno adottati fin qui dal governo, e che scadranno tra settembre e ottobre. Questo non vuol dire che dobbiamo rinunciare a perseguire l’importante obiettivo di allungare la stagione turistica. Ma servono scelte oculate e soprattutto condivise. Puntare su nuove offerte come il turismo naturalistico che comprende aree naturali,riserve marine, agriturismi. Potenziare settori in cui vantiamo già molte eccellenze, come l’enogastronomia, che è diventata una vera e propria motivazione di viaggio, ed è considerata un nuovo modo di vivere e conoscere il territorio e le sue tradizioni attraverso il cibo.
* CONFESERCENTI ASSOTURISMO