IL COMMENTO La Sanità ad Ischia
Sono ormai la bellezza di cinquanta anni che assisto alle battaglie per tentare di avere sull’isola un sistema sanitario accettabile e che possa definirsi finalmente degno di tal nome. Ho vissuto da testimone tutte le traversie e le battaglie condotte per riuscire ad avere i tanti reparti attualmente funzionali presso il nostro ospedale e le sedi dell’ASL. Nella prima repubblica le assunzioni clientelari, effettuate dai politici, erano all’ordine del giorno. Il sistema sanitario nella sua complessiva in ogni caso – anche se passando attraverso indicibili sprechi – per un certo tempo finì col regalare una sensazione di sicurezza ai cittadini utenti.
Il sistema salute si basava anche sul potere dei medici che entravano nelle amministrazioni comunali determinando con i loro voti le sorti di tanti sindaci, che per continuare nella loro politica clientelare, passavano anche sulla salute dei cittadini. Insomma, si era davanti ad un meccanismo oliato e collaudato che prevedeva la commistione tra cliniche, laboratori d’analisi, impieghi nelle terme private ed ospedale. Si andava avanti.
Ma c’è un dettaglio che a distanza di tempo va ricordato e sottolineato. Quando le cose però andavano male la gente reagiva. Ricordo la manifestazione a cui parteciparono, unica volta ad Ischia, circa 10.000 persone capeggiata da Nando Esposito e da alcuni di noi. Una vera e propria rivoluzione di popolo che certo non poteva passare inosservata. Nella seconda repubblica sono cambiate le cose. La gente si accontenta di quello che manda il governo e la carenza di investimenti regionali, per proteggere la sanità privata, ha ridotto al lumicino il sistema sanitario nazionale.
Ce ne accorgiamo ora con la pandemia in corso e inevitabilmente ne stiamo pagando il conto. Salato, salatissimo. Con un gruppo di persone stiamo organizzando una petizione rivolta a chi può provvedere per avere sul Palazzo Reale gli stabili necessari a creare un sistema complementare al Rizzoli per migliorare la capacità di intervento sul territorio evitando di sopraccaricare di lavoro l’unico ospedale dell’isola. Una Convenzione con il Ministero della Difesa o l’acquisizione ai Comuni del Palazzo Reale non dovrebbe essere impossibile. Provarci si deve, ed è questo che faremo.