IL COMMENTO La Shoah vista dall’avvocatura napoletana

DI LUIGI DELLA MONICA
Dal sito www.ansa.it : L’Avvocatura Napoletana ha ricordato la Storia della Shoah “l’evento organizzato in occasione del Giorno della Memoria, a cura del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, con l’egida del Presidente Avv. Carmine Foreste, nonché della Fondazione dell’Avvocatura Napoletana e della Scuola Forense, presiedute rispettivamente dall’Avv. Alfredo Sorge e dalla Fondazione Castel Capuano, col presidente dott.Aldo De Chiara. L’appuntamento si è svolto nella storica Biblioteca De Marsico, in Castel Capuano, presieduta dall’avvocato Luca Zanchini. L’evento si è svolto il 27 gennaio 2025. “È il racconto degli orrori che si verificarono in occasione delle leggi razziali nel nostro Paese – spiega un comunicato – ed è la memoria che verrà consegnata ai giovani della Scuola Forense dell’Ordine degli Avvocati di Napoli perché la custodiscano e la raccontino alle generazioni future. È stato proiettato il cortometraggio del regista Matteo Notaro “Operazione finale” che racconta la storia del coraggio e dell’ingegno del Consiglio degli Avvocati Napoletani nel non applicare le leggi razziali che escludevano gli avvocati ebrei, nonostante il volere del Duce ed i rigorosi controlli del governo fascista. Le relazioni del professore di Diritto Pubblico dell’Università di Salerno Marco Galdi, del vice presidente della Comunità Ebraica di Napoli Sandro Temin e del generale Giuseppe Esposito analista geopolitico, sono state moderate dall’avvocato Sergio Longhi, decano consigliere dell’Ordine e segretario della Fondazione dell’Avvocatura partenopea.
Ho udito una intervista alla scrittrice Edith Bruch, la quale era amica dell’autore letterario e saggista Primo Levi, morto suicida nella fredda Torino, nel lontanto 1987 dopo appena quaranta anni dalla barbarie dell’internamento nei lagher nazisti. Una delle maggiori angustie del sopravvissuto, ha riferito Edith Bruch, era il negazionismo, la normalità imposta dalla società benpensante, e sempre il Primo Levi confidava ad Enzo Biagi, in uno speciale televisivo della Rai, che i lagher nascono negando che esistano, a poco, a poco, l’indifferenza e l’incredulità della gente egoista e miserrima nel suo piccolo orticello ha provocato l’insorgere della “soluzione finale”. I subumani, gli ominidi vestiti dalle linde ed impeccabili uniformi delle SS e della Gestapo hanno potuto agire indisturbati dalla non curanza, dalla accidia della comunità internazionale che stentava a credere che una cultura tanto antica, quanto civile, come quella tedesca avesse potuto escogitare il genocidio di 6 milioni di uomini, donne e bambini, sulla base della mera ragione di razza. Primo Levi è stato ucciso maggiormente dal silenzio e dalla voglia di dimenticare degli altri, piuttosto che dalla brutalità delle condizioni di vita nel campo di concentramento. Questo è il senso immanente della giornata della memoria e del primato delle Istituzioni forensi napoletane, che vantano 600 anni di storia nella città e per la città, poiché vi sono prove certe della attività forense in Castelcapuano sin dalla prima metà del 1500, le quali hanno contribuito attivamente ed umanamente ad includere i fratelli ebrei, affinchè le leggi razziali non colpissero la comunità ebraica napoletana, rischiando la vita sprezzanti del pericolo concreto ed ineluttabile. Per quanto possa risultare enigmatico e difficile da recepire, Napoli rimane ancora oggi la culla del multiculturalismo e della tolleranza, anche a dispetto dei regimi totalitari, che la hanno interessata, ma mai permeata nel suo DNA genetico.



Forse nessuno ha inteso che la Magistratura napoletana è la più brillante e prolifica d’Italia, proprio perché essa continua da decenni, per non dire secoli, ad essere lo specchio, il contenitore della fantasia e del genio dell’avvocatura, che pungola, sollecita e fonda sul campo ideologie giuridiche innovative ed uniche nella sua originalità. È arduo pensare come si potesse osare eludere in quei tempi bui la applicazione della legge antisemita, in quella stessa città dove qualche mese prima, il mostro Adolf fece visita al Duce ed un anonimo napoletano apostrofando il gesto del saluto della mano destra tesa del Fhurer esclamò: “sta verenn si for chiove”! Venti anni dopo, il principe Antonio De Curtis in un noto film comico fece l’analisi della pernacchia…(I due Marescialli, 1961). tremila anni di civiltà non si cancellano con una legge ingiusta ed i napoletani, capitanati dall’avvocatura del tempo, lo compresero a pieno. Questo è il significato della giornata della memoria, l’occasione in cui tutte le attività stkanoviste della moderna società dei consumi si arrestano, per fermarsi a riflettere sul dato indiscutibile che l’odierna democrazia occidentale, anche in seno alla medesima società tedesca, si fondano sul sacrificio dei martiri ebrei della Shoah. Il ricordo non deve mai svanire, perché uccide una seconda volta ed ancora più crudelmente della prima. Si badi bene, cari lettori, non si tratta del solito “accomodamento” della solita pretesa verso l’avvocato di alcuni clienti, per così dire di “mbricare le carte”, ma di atto di coraggio nello sfidare a viso aperto il controllo dell’O.V.R.A e della Gestapo, già infiltrata nella comunità italiana, dopo l’asse Roma-Berlino. L’avvocatura dal basso ventre della società napoletana ha alzato gli scudi ideologici contro la barbarie delle leggi che estromettevano dalla vita civile e politica tutti i professionisti ebrei. Essere avvocato a Napoli, per imprestare una frase del Com.te MM Salvatore Todaro, significa indossare uno zainetto di civiltà giuridica millenaria, che non poteva essere inquinata nel 1938 dal delirio fascista. Ciò è stato recisamente asserito nella sede di Castelcapuano, lo scorso 27 gennaio 2025.