LE OPINIONI

IL COMMENTO La Siena, il tradimento di un progetto

In un articolo scritto tempo fa, richiamavo una similitudine tra il destino del parcheggio in costruzione ad Ischia Ponte e quello di Pia de’ Tolomei, descritta da Dante (V Canto del Purgatorio). Il verso, conosciutissimo, di Dante è: “Siena mi fe’, disfecemi Maremma”. Possiamo adattare il verso dantesco alla paradossale situazione del parcheggio della Siena: “Siena mi fe’, dsifecemi Santaroni”. Cosa c’entra Pia de’ Tolomei con l’avvocato Santaroni? Bhé, Pia fu accusata di tradimento, ma anche l’avvocato è accusato di tradire il paese, anzi il Borgo più bello dell’isola. Dopo aver, nel silenzio e con la complicità delle Amministrazioni pubbliche, cancellato uno degli appezzamenti più suggestivi della nostra isola, quello curato per anni dalla famiglia denominata, non a caso, “Mangiaterra” e dopo aver illuso i commercianti della zona che il parcheggio a tre piani avrebbe risolto tutti i problemi di una crisi commerciale che ha ben altre origini che la difficoltà di sostare, Santaroni sta portando avanti un disegno di imbruttimento della struttura, a fini utilitaristici ed economici. Non basta aver martoriato il territorio per anni, non basta aver provocato uno scombussolamento nelle falde acquifere di origine termale, adesso viene fuori che, con l’avallo assurdo della Soprintendenza, su supporti a colonna di cemento armato, verranno installati pannelli solari che faranno anche da copertura alle auto che parcheggeranno sull’ultimo piano. Come fa la Soprintendenza ad avallare una soluzione del genere? E sapete dove va a finire la promessa di Santaroni che, in cima alla struttura ,ci sarebbe stato un giardino a verde? Fatevi una risata (ammesso che si possa ridere): di verde saranno ( con apposite pellicole) ricoperti i pannelli solari. Eravamo l’Isola Verde, location di pellicole cinematografiche; siamo ridotti all’Isola dei parcheggi dalle pellicole verdi!Troppe sono state le complicità, i silenzi, gli assensi dei vari organi tutori, che rischiano di compromettere anche la bella iniziativa di Luciano Venia di proporre il Borgo di Ischia Ponte e il Castello Aragonese a Patrimonio Unesco dell’Umanità.

Anche nelle vicende private, il comportamento dell’avvocato Santaroni non è sembrato cristallino: cedette in gestione i suoi due alberghi, il Mare Blù e il Miramare e Castello, provocando poi egli stesso un danno ai gestori, con lavori infiniti e invasivi. Nonostante ciò, i gestori subentrati hanno comunque valorizzato i due alberghi. Fossi io nei panni dei gestori, gliene chiederei conto! Ma la cosa che più dispiace è che in questa vicenda ha avuto un ruolo anche uno dei migliori tecnici dell’isola, che ha avuto funzione di Direttore dei lavori, l’arch. Pino Mattera. Del quale vale la pena riferire l’idea che in passato aveva di quei luoghi. Il compianto mio amico arch. Corrado D’Ambra scrisse un bell’articolo su Il Giornale d’Ischia Nuovo, in data aprile-maggio 1984 (fornitomi gentilmente dal prof. Nunzio Albanelli) a proposito della Tesi di laurea “Ischia tra cultura storica e turismo di massa” redatta, a più mani, da Pino Mattera, Marta Mattera e Michele Grasso, che conseguì nel 1983 la votazione di 110. Corrado D’Ambra intervistava Pino Mattera sui motivi che avevano spinto i tre studenti a scrivere quella tesi. E Pino Mattera rispondeva che l’avvento del turismo di massa, che può essere gestito, minacciava la distruzione del patrimonio ambientale e culturale del nostro Comune. La tesi riteneva essenziale la cura del Centro Storico di Ischia Ponte, che doveva assolutamente evitare di diventare il mero “transito” per il Castello Aragonese. Riteneva essenziali i percorsi pedonali, in particolare il camminamento costiero dall’Albergo Miramare e Castello lungo la spiaggetta adiacente la località Siena, recuperando un tratto di vico Marina, creando un passaggio coperto nei pressi di Palazzo Malcovati e collegamenti al lungomare Aragonese. Fondamentale inoltre sarebbero stati una serie di collegamenti tra questa via del mare e il Corso di via Seminario- via Luigi Mazzella, ad esempio all’altezza di Largo Convento. Ma, prestate attenzione a questo passaggio: “La località Siena va assoggettata quasi totalmente a verde perché, solo in questo modo valorizza la cortina storica del vecchio nucleo”.

Attenzione ancora alla proposta di “una darsena davanti al Lungomare Aragonese per ravvivare il flusso turistico dal lato mare e la costituzione di un Parco Attrezzato che, tenuto conto delle caratteristiche archeologiche sia sottomarine che a terra, e date le pur esistenti qualità termali, possa essere inteso come unico Parco termale lungo questo percorso pedonale”. Al che Corrado D’Ambra gli pone la domanda finale. “Secondo te il Piano Particolareggiato del Comune per questa zona, risponde ai requisiti da te descritti?” E Pino Mattera risponde: “Ritengo che il PPE comunale non abbia espresso valori sostanziali di recupero né del nucleo storico né delle zone circostanti. Per il restauro del Centro ci si è affidati alla normativa della Legge 457 che prevede genericamente alcune modalità di ristrutturazione ma non il recupero tipologico e storico”. Ho sostenuto, più volte su questo giornale che, ripercorrendo la storia di tutto ciò che è stato già elaborato ad Ischia, potrebbe offrirci la soluzione ai nostri problemi e non credo di sbagliarmi. Personalmente avrei sottoscritto, dalla A alla Z, il programma previsto da quella tesi sul Borgo di Ischia Ponte e sulla vocazione della Siena. Il problema è: perché l’architetto Pino Mattera ha poi avallato una cosa che contraddice completamente quelle che erano le sue premesse? Non è, per caso, che anche lui, anche noi, un po’ tutti gli ischitani ci siamo lasciati irretire dalla smania affaristica del turismo di massa? Questo è il punto: quanti sono ancora eticamente vigili in questo paese?Ma intanto si rende necessario un’azione di trasparenza e di richiesta di accesso pubblico agli atti, soprattutto in considerazione che la commissione paesaggistica aveva espresso parere negativo sulle soluzioni che si vogliono adottare in superficie a livello di strada. Parte perciò, in questi giorni, una richiesta in tal senso, a firma di un gruppo di cittadini ischitani. Questo, nel tentativo estremo di non far vincere, ancora una volta, coloro che hanno Santi e Santaroni in Paradiso!

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