LE OPINIONI

IL COMMENTO La Soprintendenza contro l’indifferenza per il degrado urbano

Finalmente la Soprintendenza di Mariano Nuzzo esce allo scoperto e lancia un allarme che chiama a raccolta i cittadini a svegliarsi dal torpore, complice del degrado urbano, del sentimento sempre più flebile di attaccamento al bello della Natura, della Storia e dell’Arte. Nuzzo lo ha scritto su Repubblica: “Viviamo in un’epoca in cui le città, da sempre simboli di crescita e progresso, sembrano affrontare una crisi politica, ma soprattutto culturale e morale. Questa crisi ha un nome preciso: l’indifferenza. L’indifferenza che si insinua nelle pieghe delle nostre comunità, che consente al degrado urbano di prosperare, che permette alla memoria storica di svanire sotto i colpi della speculazione edilizia e dell’abbandono. E’ una malattia che affligge le nostre città, trasformandole in luoghi sempre più isolati, disconnessi dalla loro storia e dalla loro identità”. Non appaia scontata questa presa di posizione, perché arriva da un Soprintendente nominato da non molto tempo e che potrebbe avere i limiti di una certa dipendenza dal potere politico. Evidentemente la situazione è talmente grave da far superare ogni timore di equilibri e prudenza politica. A nulla pertanto contano i freni e le spinte contrarie di Salvini o di quanti altri prediligono assecondare la domanda di tolleranza e condoni, che conduce ad una speculazione edilizia sempre più aggressiva e a uno sfrenato consumo di suolo. Ultimo tentativo, ultimo piccone sul controllo del territorio lo sferra ancora la Lega di Salvini con l’emendamento presentato al decreto Cultura, allo scopo di depotenziare le Soprintendenze (stop al parere vincolante e ultima parola ai Comuni, tranne che per interventi su monumenti e opere storiche). Per fortuna, il ministro Giuli della Cultura è persona meno rozza di Salvini!

Rispetto a questi problemi di sopravvivenza e di rigenerazione urbana, Ischia può rappresentare un “case history”, una strategia vincente di esempio per l’Italia, un modello unico di cambio di paradigma, dall’inferno del caos edilizio al paradiso di un territorio bellissimo e dalla storia lusinghiera che si rigenera a nuovo splendore. E, se riuscissimo in questa operazione, ribalteremmo la narrazione mediatica corrente che ci vuole tutti coinvolti nell’abusivismo. Una volta tanto va riconosciuto alla Regione (con la collaborazione del Commissario Straordinario Legnini, la Soprintendenza, l’Autorità di Bacino e il demanio) di aver improntato il Piano di Ricostruzione dei Comuni terremotati di Casamicciola, Lacco e Forio, per i quali il PdRi è automaticamente anche Piano Paesaggistico, a una tutela e rigenerazione del territorio. E col Piano stralcio Paesaggistico isolano, estenderà tale filosofia urbanistica all’isola intera. Abbiamo segnalato l’intervento di Nuzzo ma non possiamo ignorare quello che ha scritto, sempre su Repubblica, Bruno Discepolo, assessore regionale all’Urbanistica in un articolo dal titolo < Le nostre città in continuo cambiamento>. “Sempre più manifestamente emerge un conflitto tra abitanti ed users, tra coloro che risiedono e sostengono economicamente il funzionamento dei servizi e quelli che ne usufruiscono o soltanto vi soggiornano come turisti. Interessi contrapposti di umanità confliggenti, che non rinviano solo all’idea di un mondo globalizzato, all’esplodere di flussi turistici e del primato dell’industria del loisir. In questo scontro riemerge una questione più profonda, in termini di valori: una città è prima di tutto di coloro che la abitano oppure è patrimonio dell’umanità?” La risposta che mi sento di dare al quesito posto da Discepolo è: un patrimonio naturale, storico, geologico come quello dell’isola d’Ischia non può che appartenere al mondo (come lo è stato nella storia turistica isolana, a partire dal Grand Tour), tuttavia lo è nella misura in cui gli “ users” lo rispettano per quello che rappresenta, ne usufruiscono con amore per arricchimento culturale personale e non per mero consumo dilapidatorio e, parimenti, nella misura in cui gli imprenditori del turismo, che hanno il diritto di incrementare i flussi, non lo facciano però a scapito del territorio e della vivibilità dei cittadini.

E poi, illustri architetti e politici campani sono intervenuti anch’essi sulla problematica, perorando la causa della pianificazione territoriale, della messa in sicurezza, della rigenerazione urbana, del turismo lento e sostenibile dei sentieri e delle escursioni in boschi e montagna. Dall’urbanista Attilio Belli al politico Gianfranco Nappi, ad Antonio Di Gennaro, agronomo territorialista e analista delle risorse agroforestali e del paesaggio; in tanti hanno perorato la causa di un’inversione di marcia degli enti pubblici e dei privati, da una pratica di sfruttamento sregolato del territorio a una pratica virtuosa di rispetto e rigenerazione dei luoghi. Già a luglio 2024, Antonio Di Gennaro scriveva per Repubblica un articolo dal titolo “Regione e Soprintendenza per Ischia” nel quale asseriva: “Gli obiettivi sono maledettamente concreti, rigenerare pienamente la capacità protettiva dei boschi sofferenti dell’Epomeo, dopo un sessantennio di abbandono; curare e ripristinare i terrazzamenti agricoli tradizionali che sono la vera matrice della civiltà millenaria dell’isola; conservare forma e identità della città storica; rispettare gelosamente il suolo fertile che rimane, e poi quel bene primario per l’economia dell’isola che è lo straordinario sistema costiero, considerato nel suo insieme”. Il politico Gianfranco Nappi, esponente di spicco del movimento Rigenera, ha scritto l ‘articolo “Crisi climatica, ora tocca al Consiglio Regionale” nel quale dice: “C’è da rilanciare tutta la strategia per le Aree Protette, a terra e a mare, ed avere una iniziativa stringente per l’istituzione di due nuovi Parchi Nazionali: il Matese e l’Epomeo del dissesto idrogeologico e delle frane. Saprà cogliere il Consiglio regionale questa opportunità che gli si presenta?” Ed è quello che ci auguriamo, che si augura l’Associazione isolana CO.RI.VERDE: una nuova coscienza civile che non pensi solo al presente ma si preoccupi del futuro delle generazioni a venire e “Progetti il futuro” come ha scritto Attilio Belli, richiamando un libro del sociologo, di fama mondiale, Richard Sennet. Luoghi come Ischia hanno un disordine creativo; paradossalmente la povertà organizzativa dell’isola ha fatto mantenere ancora un legame dei cittadini col quartiere, con il territorio in cui abitano e si muovono (e lo si nota a Casamicciola con la refrattarietà alla delocalizzazione). Da qui, secondo Sennet e Belli, può nascere la ripartenza e la rigenerazione dell’isola. E’ estremamente positivo che, in questi giorni, Architetti, Ingegneri, Geometri, Albergatori, Associazione CO.RI.VERDE, decidono di stilare, congiuntamente, osservazioni al Piano di Ricostruzione, per il bene della sicurezza del territorio, dei residenti e per quei turisti che non sono meri consumatori ma compartecipi dell’amore per quest’isola, baciata dalla Natura, dalla Storia e dall’Archeologia.

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Più vecchio
Più recente Più Votato
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex