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Ciampi, patriota appassionato e sostenitore dell’Europa unita

di Benedetto Valentino

ISCHIA – Ho conosciuto il Ciampi nel 1999, quando fu eletto Presidente della Repubblica. Quell’anno, pochi mesi dopo la sua elezione, ci recammo insieme a mio fratello Elio, a Biagio Agnes e a Gaetano Gifuni per invitarlo a Ischia, al premio. Era già una tradizione consolidata che il Presidente della Repubblica ricevesse i premiati e i giurati del Premio al Quirinale: dal Presidente Leone a Cossiga, siamo sempre stati ricevuti. Ma con Ciampi fu diverso. Nacque subito un feeling particolare, anche perché appena lo incontrammo ci disse: «Ischia è una delle isole più belle del mondo e il Premio di giornalismo ha un alto valore culturale».

Nel 2001 il Presidente partecipò al Premio Ischia, e quella fu una serata straordinaria. Credo che fosse la prima visita ufficiale di un Presidente della Repubblica Ischia. Precedentemente ci furono visite private dei Presidenti  in vacanza, ma mai un incontro ufficiale previsto da protocollo. Ricordo che furono mesi di lavoro molto intenso. Organizzare la visita ufficiale della più alta carica dello Stato richiede un lavoro molto accurato: decine di incontri al Quirinale, riunioni fiume con la sicurezza e i responsabili del cerimoniale. Doveva sbarcare a Ischia in elicottero, ma poi insieme alla moglie Franca, persona adorabile, arrivò in motoscafo. Fu un evento incredibile. Per il Premio Ischia e l’isola fu un grande onore.

Quando entrò nello spazio antistante l’ingresso del teatro Negombo, ero erto in prima fila per stringergli la mano, così come preteso dal protocollo.  Appena entrò io gli porsi la mano  e lui, con un gesto molto affettuoso, mi diede una pacca sulla spalla. Fu un gesto molto paterno e affettuoso e, per me, un grande onore. Fu un gesto anche immortalato dai fotografi.  Ricordo poi che Ciampi era sempre affabile e cortese, elegante e raffinato. La moglie Franca lo seguiva dovunque. Era una coppia straordinaria: trasmettevano a tutti il loro grande amore.

Mi colpirono, entrambi, per la sincera partecipazione con cui vivevano la cerimonia dell’inno di Mameli. Non eravamo più abituati a sentire l’inno, per anni era stato quasi dimenticato, al massimo si sentiva prima di qualche partita di calcio.  Fu proprio Ciampi a rinnovare il sentimento verso la Patria e la bandiera. Ma contemporaneamente fu un grande sostenitore dell’Europa unita. Un padre dell’Europa.

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Il ricordo più bello che serbo risale al 2006, quando volle riceverci – da soli – in visita ufficiale al Quirinale. Nel suo discorso citò ed elogiò mio padre e la nostra organizzazione. Ricordo ancora le parole: «Un ringraziamento vivissimo, a nome dell’Italia, va a Giuseppe Valentino che ha ideato questo premio  che  rappresenta una occasione non solo per premiare giornalisti che hanno ben meritato,  ma un momento di riflessione sulla evoluzione che fa la professione giornalistica di anno in anno e dobbiamo essere grati  ali organizzatori perché riescono a dare ogni anno un contenuto di valori a questo premio. Gli incontri culturali di luglio del Premio Ischia da oltre 30 anni lasciano un segno al di la dell’aspetto della premiazione, con la presenza del meglio del giornalismo italiano e internazionale nelle sue generazioni». Confesso che mi scappò più di una lacrima. Fu l’ultimo anno di Ciampi Presidente.

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Siamo stati legatissimi al Presidente Ciampi, e gli saremo grati in eterno, anche perché in pochi sanno che fu lui a volere la creazione della Fondazione Giuseppe Valentino.  Fu lui ad insistere perché il Premio avesse una organizzazione stabile ed una forma giuridica seria e duratura. Non lo dimenticheremo mai. Cercheremo sempre di onorare con il Premio il suo grande esempio.

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