LE OPINIONI

IL COMMENTO L’appeal dell’isola per il turista

DI LUIGI DELLA MONICA

Una riflessione meno crudele del mio fondo della scorsa settimana, almeno così interpreto il mio intento, lasciando liberi i lettori di giudicare, mi ha indotto ad investigare le pulsioni del forestiero in giro per la Campania. Non ci illudiamo, il desiderio compulsivo è vedere Pompei e le sue meraviglie, complice la bonifica dalla malavita nell’area circostante al museo dal Direttore Osanna e la rilevanza mediatica di Alberto Angela, nonché il mito dello “sterminator Vesevio”. Al secondo posto vi è l’isola azzurra e non si colorino di verde invidia i nostri concittadini dell’isola termale, detta verde per la sua pietra fangosa dalle virtù taumaturgiche della pelle. Capri è ammantata dallo status symbol della ricchezza, dell’opulenza, dello star system e tutti gli stranieri, particolarmente americani, russi, mediorientali ed asiatici pensano allo scalo di Capodichino solo in proiezione di vedere i Faraglioni e la grotta. Un localino di pochi posti, quello di Gianluigi Lembo, erede del compianto padre, riesce a consentire l’ingresso delle personalità più importanti del pianeta ed i social lo sanno in tempo reale; a volte, Capri si trasforma in una piccola New York, oppure in una piccola Londra… Non cito Parigi, perché i nostri cugini sono un tantinello spocchiosi e preferiscono contrapporre la Cote d’Azure o la Corsica all’Italia.

Positano è nota per i suoi abiti bianchi da donna e per i suoi sandali artigianali, ma non dimentichiamo la perla Amalfi. Da circa un decennio, anche la città di Salerno è diventata, grazie al treno alta velocità ed al cabatoggio marittimo dagli USA, meta di interesse: le case ubicate su lungomare e gli annessi ristoranti sono intensivamente adibiti a floride attività recettive. Napoli città è stata perfino celebrata dalla stampa francese come la novella Barcellona. Di fatti, per la prima volta in vita mia ho visto centinaia di migliaia di turisti italiani e stranieri. Non ci sta dubbio che la coralità dei festeggiamenti del terzo scudetto ha incoraggiato molti curiosi a visitarla, ma lo spirito di accoglienza ed il senso di umanità, sopito soltanto dalla vergogna della verminosa camorra, è riemerso agli occhi del Mondo. Come ho già detto in un mio scritto, Napoli non è più una carta sporca, ma adesso se ne importano. È questo lo scenario che dovrebbe portare il turista a salire da Piazza Municipio sulla passerella dell’aliscafo per raggiungere Ischia ed i suoi sei comuni. Nel trascorso 2022, complice l’evento COVID19 che aveva aumentato le presenze italiane anche in Cilento, quest’ultimo ugualmente colpito da un decremento di presenze, ci si è ubriacati di autocelebrazione dell’isola più bella del Mondo e si è dimenticato di pensare alla ideazione del marketing Ischia nel Mondo.

Quali sarebbe l’appeal, per cui il forestiero dovrebbe sceglierci? A me non devo ripetere nulla, credo di amare e rispettare l’isola in ogni suo angolo ed anfratto, ma su internet cosa si dovrebbe pubblicizzare dell’isola? Fa più danno una foto dei Maronti con il liquame nero, apparso dal nulla, che una voce maldicente e denigratoria. Altrettanto danno è il silenzio delle Autorità preposte che non smentiscono, non rassicurano ovvero non spiegano l’origine del fenomeno, i rimedi praticati e non esortano a ritornare quei turisti che sono malcapitati quel giorno a non potersi bagnare. Non conosco i responsabili o la causa naturale, ma certamente chi sa e non parla, purtroppo a breve farà in conti con le conseguenze della sua omertà, perché io credo che a fine settimana tutti gli operatori di zona e non mi riferisco specificamente ai Maronti, ma anche San Montano o Citara, Chiaia e San Francesco, dovrebbero incontrarsi per confronto sulla pulizia del mare, sui fattori che l’hanno cagionata e sui rimedi correttivi. In altri termini, cari isolani, l’ecologia è un appeal che deve richiamare turisti. Nessuno ha coniato il termine Ischia, isola della tartaruga caretta caretta, per timore che si possa dare troppo risalto al comune di Lacco Ameno, dove si è svolto il prodigio della natura. Ovviamente, nessuno si sogna di privilegiare il castello aragonese o il Torrione di Forio, così disperdendosi e disorientandosi la domanda e l’offerta di turismo. Ho notato che la Torre del Molino alla Mandra ospita mirabili kermesse culturali e lo fa anche a ciclostile e per diverse settimane (mostre fotografiche, artistiche, dibattiti culturali, presentazioni di libri), ma il tutto colorito nel mese di luglio e soprattutto di agosto da una masnada di “turistacci” di provenienza campana che a tutte le ore del giorno e della notte albergano le stradine antistanti il sito culturale, spaventando quei pochi informati dell’evento, ovvero disgustandoli. La cultura dovrebbe costituire un importante appeal per il forestiero, ma la maleducazione che a breve ci invaderà dalla festa di Sant’Anna fino al 30 agosto è l’unica lingua economica che piace ai paesani.

Naturalmente quanto affermo è estensibile, quanto al comune di Ischia, anche alla zona di San Pietro, ma nessun politico osa tuonare contro questa fruizione dell’economia di sussistenza turistica, perché si perderebbero voti; nessun politico oserebbe mettere la faccia e dire ai nostri compaesani, ripeto il fenomeno è riproducibile in tutti e sei i comuni, che le affittanze estive alla marmaglia che abbandona i minori sulle biciclette elettriche anche alle ore del primo mattino, sui monopattini, nei locali notturni, sono deleterie per l’immagine e l’economia globale dell’isola. Il ceto medio, soprattutto della Campania, che per decenni ha determinato l’ancora di salvezza per qualche decremento di presenze straniere, incapiente finanziariamente per recarsi a Capri, scarta a priori Ischia, perché sa che gli operatori se ne infischiano dell’ecologia marina, della coesistenza con masse maleducate di persone di basso livello, a cui si riscontra con la frase superficiale e ridondante “adda passà agosto”, che i prezzi sono proibitivi a parità di servizio reso sulla terraferma e che non vi è spazio adeguato agli eventi culturali.

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Sabato sera ho udito involontariamente una conversazione fra una mamma ed il figlio napoletani chic ospiti per pochi giorni sull’isola e presenti per caso e non per specifica scelta. Ebbene il ragazzo studente liceale non sapeva nulla della storia del Castello Aragonese e parimenti la madre ultracinquantenne. Lo stesso giovanotto derideva, quasi come se fosse un evento per sfigati, il nostro glorioso Festival del cinema ideato e diretto da Michelangelo Messina. Men che meno, sapevano che si stesse svolgendo un analogo evento il “Global” e che per la prima volta si metteva in piedi un lavoro cinematografico tutto isolano! Cari lettori, dapprima del baratro di una crisi più seria e strutturale, persuadetevi che il ceto medio delle persone normali di cultura ed innamorate della ecosostenibilità deve costituire l’appeal di Ischia, perché una persona per bene, ne porta dietro almeno altre cinque, che si moltiplicano “n” volte, mentre dieci persone maleducate sono capaci di spazzare via dieci volte il valore aggiunto degli altri frequentatori di un luogo. E’ arrivato il momento di assumerci tutti le nostre responsabilità: se Ischia nel 2023 non ha avuto presenze massive di qualità è perché il suo appeal non è ben chiaro ai turisti, ma nemmeno ai suoi abitanti, i quali debbono perentoriamente coordinarsi, per capire il proprio futuro. Se un motore economico del passato non è più valido, bisogna sostituirlo. Venite ad Ischia, isola del mare pulito e della cultura, immersa in mezzo alle SPA, al termalismo ed al mare cristallino: a quel punto, le prenotazioni arriveranno da due anni, per volta, come a Vienna per il concerto di Capodanno.

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Basta all’improvvisazione ed all’attesa degli sbarchi; le parole d’ordine devono essere pianificazione e coordinamento.

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