IL COMMENTO Laudato si’: il parco tra le righe del PPR Ischia

DI BENEDETTO MANNA
Non può mancare nella triste giornata odierna nel prendere commiato da Papa Francesco, nato Jorge Mario Bergoglio, non ricordare alcuni dei suoi insegnamenti più illuminanti che ci ha donato. Tra i più noti vi è quello contenuto nella enciclica “LAUDATO SI’”, ove si invita a diventare più consapevoli delle cure e della protezione della nostra “casa comune”. “Non possiamo pretendere di essere sani in un mondo malato” è la denuncia del Papa che si è spento nel Lunedì dell’Angelo. Il suo avvertimento è per la cura degli ecosistemi, che ha bisogno di una visione del futuro. Non si può rimanere indifferenti ai segni di un pianeta che viene saccheggiato e violato, per l’avidità del profitto e in nome, molte volte, del progresso, con i costi molto elevati della distruzione e dello SFRUTTAMENTO DELL’ECOSISTEMA. È sua l’esortazione di invertire la marcia dentro di noi e di scommettere su un mondo migliore e più sano, per lasciarlo in eredità alle generazioni future. Da questo invito non può non nascere una motivazione per considerare alcuni fattori utili perché anche sulla nostra isola sia possibile attuare iniziative a difesa del suo ecosistema naturale e della sua biodiversità. In tal senso un contributo provvidenziale di manzoniana memoria viene fornito dal nuovo Piano Paesaggistico Regionale (PPR) per Ischia. Esso trae le sue indicazioni dalla Convenzione Europea del Paesaggio (CEP), che rivoluziona le tradizionali impostazioni di tutela e visione paesaggistica, diventando elemento innovativo per le implicazioni previste a vari livelli sul territorio. La CEP impegna a approfondire la CONOSCENZA DEI PROPRI PAESAGGI con lavori di“identificazione”e di“valutazione”per una descrizione delle caratteristiche a finiprogettuali (idea che contiene in sé unaVOLONTÀ DINAMICA), piuttosto che come semplice espressione di un giudizio (che implica più facilmente l’idea del congelamento di una situazione). Non si tratta di identificare le aree o le componenti paesaggistiche diparticolare interesse e di attribuire alle varie parti di territorio dei valori secondo unagerarchia assoluta (per es. ottimo, buono, cattivo, ecc. o un punteggio), con lafinalità diindividuare e delimitare aree e oggetti di eccellenza da proteggere, distinti da quelli che,ritenuti privi di particolari valori, vengono lasciati a più diversificate e liberetrasformazioni. Questa è la strada settoriale, fondata sulla difesa strenua di poche aree,soprattutto attraverso normative caratterizzate da vincoli e limitazioni all’agire, piuttostoche su INDICAZIONI PROPOSITIVE SU CHE COSA E COME GOVERNARE I LUOGHI. Essa è stata alla basedella protezione degli aspetti paesaggistici, ma anche naturalistici del territorio (parchi,riserve e aree protette), in gran parte dei Paesi europei fino ai decenni più recenti e cheappartiene alla storia della cultura della tutela dei monumenti fin dalle sue originiottocentesche. La necessità di identificare e valutare i paesaggi posta dalla Convenzione va intesacome FINALITÀ DI METTERE IN EVIDENZA, sull’intero territorio, i VALORI MOLTEPLICI E DIFFUSI e di DEFINIRE LE AZIONI (chepossono essere non solo di protezione, ma anche di recupero del degrado o di sostanzialeinnovazione), che ogni luogo specificamente richiede ai fini di una QUALITÀ PAESAGGISTICA DIFFUSA.L’obiettivo di questo processo è riconoscere l’IDENTITÀE LA DIVERSITÀDEI PAESAGGI a partiredalla definizione delle specificità ecologiche, culturali, territoriali di ciascun paesaggio delterritorio per individuare azioni di sviluppo sostenibileINTEGRANDO TUTELA, VALORIZZAZIONE EINNOVAZIONE.
Infatti per proteggere e/o valorizzare i segni materiali del passato e orientare i processi di trasformazione in corso occorre “riappropriarsi del paesaggio”, attraverso ilriconoscimento dei valori unici e universali e dei disvalori condivisi dalle popolazioni. Il nuovo CODICE DEI BENI CULTURALI EDEL PAESAGGIO, che estende l’oggetto della tutela e della pianificazione paesaggistica all’interoterritorio, impone di effettuare una “ricognizione” del territorio mediante l’analisi dellesue caratteristiche paesaggistiche, impresse dalla natura, dallastoria e dalle loro “interrelazioni”(art.143 a), per rappresentare i valori e i disvalori del paesaggio e ORIENTARELE POLITICHE DI TUTELA, PIANIFICAZIONE E GESTIONE.
LA QUALITÀ DI UN PAESAGGIO si rispecchia nel modo in cui i suoi valori specifici e lecaratteristiche si sono sviluppati e nel modo in cui il paesaggio può adempiere le svariateesigenze di uomo e ambiente (prestazioni del paesaggio). Gli OBIETTIVI DI QUALITÀ sonodefiniti per le caratteristiche determinanti di un paesaggio e concorrono a sviluppareulteriormente il paesaggio tutelando il suo carattere, a garantire in modo costante le sueprestazioni multifunzionali e a potenziare la sua percezione. Essi vengono individuati in funzione del livello di integrità (indice di integrità),permanenza (indice di vulnerabilità/fragilità) e rilevanza dei valori paesaggistici (indice diversità/rarità) riconosciuti al territorio analizzato nellesingole componenti e nel sistema di relazioni tra di esse (V. Commento del 19 aprile u.s. per definizione indici). Gli obiettivi di qualità si distinguono in OBIETTIVI PRIMARI E OBIETTIVI STRATEGICI (V. Commento del 19 aprile u.s. per definizione). Con riferimento alla Convenzione Europea del Paesaggio, gli OBIETTIVI PRIMARI fanno riferimento ai TRE PRINCIPI DI AZIONE SUL PAESAGGIO: 1- SALVAGUARDIA – riguarda gli obiettivi, che in ragione del livello di integrità, dipermanenza e rilevanza dei valori paesistici che caratterizzano ciascun Ambito, sono finalizzati a preservare il carattere e la qualità di un determinato paesaggio al quale lepopolazioni accordano un grande valore, che per la sua configurazione naturale o culturale; tale salvaguardia deve essere attiva ed accompagnata da MISURE DI CONSERVAZIONE per mantenere gli aspetti significativi di un paesaggio; 2− PIANIFICAZIONE – riguarda gli obiettivi finalizzati alla creazione di nuovi paesaggi persoddisfare le aspirazioni della popolazione interessata; occorre individuare PROGETTI dipianificazione rivolti soprattutto alla RIQUALIFICAZIONE(ripristino/rigenerazione, valorizzazione e creazione), in particolare nelle areemaggiormente colpite dal cambiamento e fortemente deteriorate (periferie, zoneperiurbane ed industriali, litorali);tengono conto degli obiettivi di conservazione e diprotezione del paesaggio, che stabiliscono il quadro dei possibili sviluppi; 3 − GESTIONE– riguarda gli obiettivi che nel rispetto del principio dello sviluppo sostenibile sono finalizzati a garantire la cura costante di un paesaggio e a vigilare affinché evolva in modo armonioso, allo scopo di SODDISFARE I FABBISOGNI ECONOMICI E SOCIALI. Il Piano elaborato stabilisce obiettivi di qualità paesaggistica in riferimento ai diversi ambiti di paesaggio individuati. Tali OBIETTIVI di qualità, BASATI SULLA COMBINAZIONE DI TRE STRATEGIE DIVERSE, quella della conservazione, quella della trasformazione sostenibile e, infine, quella della riqualificazione e valorizzazione, stabiliscono la BASE DI RIFERIMENTO PER LA DEFINIZIONEDELLE SCELTE PIANIFICATORIE E PROGETTUALE DEGLI ENTI LOCALI A PIÙ LIVELLI. Diventa quindi particolarmente interessante venire a sapere, all’interno del Piano per l’AMBITO N.15 ISCHIA, in quale COMBINAZIONE vengono a trovarsi le STRATEGIE citate riguardo alla TUTELA AMBIENTALE per l’individuazione degli OBIETTIVI SPECIFICI relativi di qualità, in considerazione delle COMPONENTI ECOLOGICHE presenti nello studio sistemico del territorio regionale per la PARTE NATURALISTICA. Tali obiettivi operativi assumono ancora più importanza se si tiene presente che l’isola è inclusa nelle Aree della RETE NATURA 2000, con la presenza di SIC/ZSC (Siti di Importanza Comunitaria/Zone Speciali di Conservazione) pari a 2072,10ha su 4636 ha di territorio isolano (44,70%), per l’alto suo valore di BIODIVERSITA’.
La COSTRUZIONE DELLA RETE ECOLOGICA costituisce uno degli strumenti fondamentali per l’attuazione delle POLITICHE E DELLE NORME IN MATERIA DI BIODIVERSITÀ e più in generale di conservazione della natura. Essa considera: la struttura della rete natura 2000, le unità ambientali naturali presenti sul territorio regionale; i principali sistemi di naturalità; le PRINCIPALI LINEE DI CONNESSIONE ECOLOGICHE (le aree dei corridoi ecologici)basate su elementi attuali o potenziali di naturalità; e il PPR si pone in piena sinergia con le politiche di salvaguardia e valorizzazione ambientale. Pertanto per il SISTEMA NATURALISTICO di Ischia il PPR prevede la seguente gerarchia di obiettivi di qualità paesaggistica :1- PIANIFICAZIONE DEI TERRITORI NATURALI E SEMINATURALI . OB. Strategico 2 – Riqualificazione delle zone degradate o compromesse e delle criticità ambientali nelle zone di pregio e di potenzialità ambientale (seguono n.8 Ob. Specifici); 2- GESTIONE DEI TERRITORI NATURALI E SEMINATURALI . OB. Strategico 3 – Promozione dell’accessibilità e messa in rete dei paesaggi naturalistici (seguono n. 4 Ob. Specifici); 3 – SALVAGUARDIA DELLE RISORSE NATURALI. OB. Strategico 1 – Conservazione degli Habitat (Ob. 1.1 SN Conservare gli ambienti naturali e seminaturali deiversanti del Monte Epomeo, delle falesie costiere,delle incisioni sui versanti craterici e delle aree marine; seguono altri n. 3 Ob. Specifici). In conclusione ci sono le premesse per istituire sull’isola un’area naturale significativa protetta, che in gergo significa PARCO NATURALE, stando alle indicazioni del PPR, ove laCONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ diventa uno degli obiettivi che ogni responsabile del bene pubblicodeve porsi in modo prioritario, oltre che per LAUDATO SI’.