LE OPINIONI

IL COMMENTO L’eleganza? Per Gianni Buono era un abito su misura

DI GIOSI FERRANDINO

Di Gianni Buono tutti sottolineano la innata, indiscutibile eleganza. C’è una ragione, evidente, perché per lui era come una sorta di abito su misura. Elegante era nei modi affabili e sinceri, nel portamento che, scherzando, definivo dai tratti nobili ma lo era, soprattutto, nel pensiero sempre lucido, impeccabile, analitico ma con una profonda e complessa visione delle cose e del modo in cui fossero in relazione tra loro. Gianni era un amico di lunga data. Ci univano appartenenza, percorsi, visione. Lavorammo anche insieme, prima che io entrassi in politica. Feci il direttore dei lavori di alcuni dei progetti di riqualificazione che portano il suo nome. Per me era anche un punto di riferimento. Il primo sindaco di Ischia eletto in maniera diretta dai cittadini in grado di comprendere quali fossero le priorità di Ischia e di mettere in campo ogni energia per realizzarle.

Il primo progetto per la realizzazione di una moderna rete fognaria fu il suo, come sua fu l’ispirata decisione di progettare il depuratore di San Pietro. Si prese cura degli edifici scolastici, creò aree verdi, riqualificò ampi tratti del comune, dedicò tempo, risorse ed energie alla conservazione storico-architettonica dei luoghi simbolo della cultura ischitana. Non era un visionario, era un pragmatico. Era sempre consapevole di quali fossero le priorità e riusciva ad incanalare gli sforzi di tutti nella direzione più efficace. Ricordo un aneddoto. Ci incontrammo per caso ai Maronti. Discutemmo di molte cose, di Ischia e di Comune Unico, di politica nazionale, immancabilmente di Europa e del ruolo, spesso mal compreso, che ha nello sviluppo socio-economico dei territori.

Era convinto che una esperienza nelle istituzioni europee avrebbe giovato ai più giovani, che solo vivendo da vicino l’Europa si sarebbero potuti appassionare alla visione di Altiero Spinelli, uno spazio di cittadinanza comune a tutti noi europei, in grado di garantire prosperità e sviluppo senza distinzioni di ceto, classe, razza, religione, orientamento sessuale. Era il 2009 e ad anni di distanza quel discorso mi è tornato prepotentemente alla mente quando qui, a Bruxelles, ho potuto testare di persona quanti ragazzi, spesso giovanissimi, compiono sacrifici enormi pur di vivere una esperienza così formativa. Eccolo, Gianni. Non un visionario, un pragmatico sempre consapevole di quali fossero le priorità. Mi mancherà come amico, come riferimento, come politico. Mancherà a tutti noi perché ha rappresentato uno spaccato dell’isola che forse oggi, purtroppo, non esiste più. Addio, amico mio!

* EURODEPUTATO PD

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