IL COMMENTO L’estate è alle porte, non sono ammessi errori

ll ritorno di un traghetto passeggeri nel porto di Casamicciola, notizia di qualche giorno fa, a cinque mesi dall’alluvione che ha sconvolto l’isola, ha fatto storcere il naso a molte persone. Non sono mancate le critiche, i sospetti, i riferimenti ad un atteggiamento ondivago da parte di chi è chiamato a decidere. Certo a qualche giorno dall’alluvione di novembre, con la chiusura forzata dello scalo, si era parlato della necessità di provvedere ad una serie di interventi, atti a garantire sicurezza e funzionalità del porto di Casamicciola. Il fatto che il ripristino del servizio arrivi a qualche settimana dall’avvio ufficiale della stagione estiva, fa pensare ad una circostanza almeno sospetta. Eppure, anche in questo caso, forse sarebbe il caso di fidarsi e accettare la decisione senza fare eccessive dietrologie. Il tempo chiarirà molti aspetti, legati a questo come ad altri provvedimenti, presi in questi mesi di grande incertezza e fibrillazione. Guardiamo, però, al bicchiere mezzo pieno. Resta il dato, confortante, che la riapertura, sia pure parziale, dello scalo portuale alle navi traghetto, rappresenti un altro piccolo passo verso un graduale ritorno alla normalità.

Tutto quello di cui Ischia ha un disperato bisogno, in questo momento. I numeri del periodo pasquale, a quanto si è saputo, sono stati confortanti ma non eccezionali. È evidente che un retaggio di paura e diffidenza, da parte di turisti stranieri e italiani e di tour operator, dopo quanto accaduto a novembre, ci sia ancora e fa sentire i suoi effetti. Adesso, quindi, bisogna unire le forze per salvare l’estate e l’impegno più gravoso sarà quello di evitare polemiche e strumentalizzazioni. Sarebbe opportuno che tutte le forze, politiche e sociali dell’isola, facessero gruppo, magari anche con il sostegno della stampa, per garantire all’isola verde uno scatto in avanti necessario, anzi vitale, dopo la mazzata che l’economia locale ha dovuto subire. Le iniziative non mancano, non ultima quella che ha visto il suggello di una sorta di patto tra il commissario alla ricostruzione, Giovanni Legnini e i responsabili di Legambiente. E le parole del commissario non lasciano spazio a dubbi su quello che deve essere l’obiettivo da raggiungere. Ischia può e deve diventare un ‘cantiere modello’ per una ricostruzione sicura e di qualità, nel corso della quale siano garantite trasparenza e legalità per la necessaria rigenerazione urbana ed economica delle aree colpite, puntando sull’innovazione ambientale e sociale e sulla costituzione di comunità energetiche. Più o meno questo il senso delle cose dette, in occasione di un giro in barca attorno alle coste delle zone colpite dall’alluvione.

È bene però ribadire, come abbiamo fatto molte volte dalle colonne del nostro giornale, che un ruolo determinante, forse decisivo per le sorti di Ischia, dovranno svolgere quelli che sull’isola lavorano e producono sviluppo ed economia. Il sistema di accoglienza dovrà necessariamente essere di primissimo livello, sarà obbligatorio evitare gli errori che hanno marchiato in maniera decisamente negativa le ultime estati ischitane. Dalla questione degli affitti alla gestione del trasporto pubblico, dal traffico all’aumento incondizionato dei prezzi, passando per la tutela dell’ordine pubblico, la pulizia delle strade e delle spiagge, la salvaguardia della quiete di chi, ad Ischia, viene anche per riposare. Non proprio dettagli per un’estate che sarà una sorta di esame per l’isola. Ci saranno meno turisti, forse, rispetto alle annate passate. Dovranno essere coccolati, come mai è stato fatto prima d’ora. Ulteriori errori, questa volta, non saranno più rimediabili.

* DIRETTORE “SCRIVONAPOLI”

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