IL COMMENTO Lettera ai sindaci s(piazza)ti

Domenica scorsa ho scritto un editoriale indirizzato al mondo della Scuola, che non può restare indifferente e silente rispetto a quello che sta succedendo nel panorama internazionale. Ma non posso fare a meno di sottolineare, oggi, come i nostri Sindaci isolani (e con essi assessori, consiglieri comunali, con qualche eccezione) appaiano lontani mille miglia dalla reazione che molti esponenti della cultura, dell’associazionismo, del sindacalismo, della politica italiana, stanno avendo contro la violenza (verbale e fattuale), la guerra (reale, commerciale o cibernetica), contro il ricatto e il saccheggio di paesi sovrani ad opera di autocrati mondiali. Partito da un appello accorato del giornalista di Repubblica, Michele Serra, si terrà a Roma, in Piazza del Popolo, il 15 marzo, una grande manifestazione pro Europa che riscopra lo spirito originario del Manifesto di Ventotene. Tante altre città, oltre Roma, manifesteranno nello stesso giorno. Tanti sindaci (di partiti diversi) manifesteranno con un’unica bandiera, quella blu europea. Dal Sindaco di Napoli a quello di Venezia, da Mastella (Benevento) a Guerra (Parma) e poi Catanzaro, Caserta, Teramo, Imola, San Giorgio a Cremano, Torre del Greco, Gragnano, Castellammare di Stabia e tanti altri. Prima ancora del Manifesto di Serra, un gruppo di cittadini attivi dell’isola d’Ischia aveva lanciato un Manifesto a difesa della Democrazia e della Libertà, che caratterizzava l’appello con una specificità isolana. Il tentativo cioè di elevare Ischia a “Isola della Pace, della legalità e solidarietà internazionale”. E’ un dovere, un debito morale che l’isola ha verso una storia lusinghiera che, dai Greci in poi, ci ha visti al centro di numerose civiltà.
Ischia, come sta nettamente emergendo da nuove scoperte archeologiche, è stata il fulcro del cosmopolitismo. Dunque non è possibile che i Sindaci isolani rimangano rincattucciati nel piccolo nido comunale, senza un respiro internazionale. Parliamo tanto di marketing, di DMO, di rilancio del turismo e non siamo poi capaci di proporci all’attenzione internazionale come avamposto della Pace mondiale e della convivenza felice di tutti i Paesi, nessuno escluso. Quando condanniamo l’autocrazia di Capi di Stato o di Governo, come Trump, Netanyau, Putin, non intendiamo affatto confonderli con i Paesi che essi rappresentano: Stati Uniti, Russia,Israele. Non è con i popoli che siamo indignati, ma con gli uomini di comando che attualmente li rappresentano. Certo, uomini scelti democraticamente, ma la storia ci insegna che devianze micidiali possono generarsi anche da elezioni (più o meno libere). Ischia è cosmopolita, Ischia è meta di turismo internazionale e il turismo è la più eloquente manifestazione di libertà dell’uomo e il più eloquente mezzo di interrelazioni umane e tra Stati. L’Europa, in questo momento convulso, parla – con un linguaggio sbagliato – di corsa al riarmo miliardaria. Non è quello che serve per una svolta salvifica. Arriviamo a paventare il ricorso all’arma nucleare. Per quanto possa contare il mio modesto parere, l’unica arma propria, consona alla cultura, alla tradizione, alla storia dell’Europa è: la passione, il sentimento, l’ideale della cooperazione internazionale. Il motivo principale per cui sono un socialista liberale e non marxista è che l’aspetto economico è sì, come afferma Marx, una componente fondamentale della società, ma non è tutto, non è l’unico motore della Storia. Paesi del mondo hanno cambiato i loro destini con la sola forza degli ideali, del culto della libertà e dell’indipendenza, della passione e del sentimento. La stessa Ucraina si è avvalsa sicuramente dell’armamentario americano per una strenua difesa, ma ci ha messo il cuore, l’anelito di indipendenza e libertà, senza di cui le armi non servono a nulla. Ed è su questo aspetto che l’America di Trump tradisce due volte l’Ucraina: oltre a sospendergli le armi, fa crollare il morale dei soldati ucraini, li fiacca nell’anima e li spinge ad una resa incondizionata.


Ma ritornando al ruolo dell’Europa e all’importanza che ha la mobilitazione popolare del mondo libero e pacifico, il professor Massimo Adinolfi (Filosofia Teoretica presso la Federico II di Napoli) ha scritto su Repubblica: “Cos’è l’Europa? Quel luogo in cui conta ancora l’opinione pubblica, dove la democrazia ci guadagna dalla partecipazione alla vita politica dei suoi cittadini, dove semplicemente ha ancora senso farsi sentire, andare in piazza”. E andateci in piazza, signori Sindaci, anzi “veniteci”, perché io ci sarò, per una nuova e più forte Europa, non limitatevi ad andare in piazza solo per “Ischia disagiata”. C’è anche un’Europa disagiata, sconvolta, minacciata, annichilita da un’inversione ad U antidemocratica di grandi Paesi del Mondo. Diceva Ortega Y Gasset, grande intellettuale e filosofo spagnolo, di cento anni fa: “L’Europa è l’unico Continente ad avere un contenuto, di idee, di principi, di valori, di diritti e di libertà, che va riconosciuto e difeso”. E un altro grande uomo politico, il socialista Giacomo Matteotti era, nello stesso tempo, un pacifista e patriota ( anche se con accezione diversa) e diceva: “Noi non neghiamo l’esistenza della Patria, ma essa non è la nostra idealità, un’altra e più alta assai è la nostra aspirazione. E quando a paladini della Patria si ergono i nazionalisti, i militaristi, allora noi insorgiamo anche contro la patria”. Basta questo a smuovere la coscienza di chi ci amministra? Il sentimento della parte più responsabile della nostra isola è un sentimento che, attraverso il mare e il continente, è capace di connettersi all’Europa? Lo chiedo in particolare al Sindaco di Casamicciola, Giosi Ferrandino, che, dopo aver esercitato il ruolo di parlamentare europeo, ricopre un ruolo altrettanto importante sempre in Europa, sia pure legato alle problematiche locali. Aspettiamo che i Sindaci scendano in campo, per non rimanere s(piazza)ti.