CULTURA & SOCIETA'

La Madonna del Carmine guarì Antonio Lombardi dalla malaria Prigioniero nella Regia Marina in Turchia dopo il caotico armistizio

La Regia Marina italiana era il fiore all’occhiello del regime, soprattutto per la selezione rigorosa dei giovani chiamati alla leva militare a Taranto e per la presenza di sei corazzate, cui tuttavia mancavano portaerei, radar, carburante ed ovvio addestramento moderno. Un vero pericolo, una spada di Damocle per tanti giovani marinai prescelti nelle apposite visite mediche ed attitudinali. In questa situazione storica il buon Antonio Lombardi, giovane pio e di famiglia esemplare di contadini dai sani Velori in via San Liguori di Barano d’Ischia, visse dal 1942 al 1944 l’esperienza terribile della Seconda Guerra mondiale prima nel cosiddetto Asse Berlino-Roma-Tokyo, dopodiché, con l’armistizio dell’8 settembre 1943 con gli Anglo-Americani, la povera Italia -e la Regia Marina- passò agli Alleati (Usa, Francia, Gran Bretagna) ed in tal modo si divenne traditori e nemici della Germania di Hitler e del Giappone dell’imperatore Hirohito.

Intanto, anche la Turchia, che era stata sino allora neutrale, si schierò con gli Alleati e ad esempio la corazzata “Littorio”, già ribattezzata”Italia”, in rotta verso Malta, fu subito colpita da una bomba tedesca il 9 settembre del 1943 e l’11 l’isola di Rodi con l’Egeo passò all’ex alleato vendicativo. Il Mediterraneo fu per la nostra Regia Marina teatro di caos, perdite, prigionieri dell’una e dell’altra formazione bellica, soprattutto senza provviste, carburante e una direttiva politica da Roma: la cosiddetta “Badogleide”. Era tramontato il 10 giugno del 1940 quando Mussolini alla folla entusiasta di Piazza Venezia annunciò l’entrata in guerra con l’Asse di Hitler, di cui il regime fu sempre ostaggio: quando il 25 luglio 1943 Mussolini fu sfiduciato, dimessosi, arrestato e confinato in una località del Gran Sasso fu liberato dai tedeschi per formare al nord la cosiddetta Repubblica Sociale Italiana di Salò, sul lago di Garda. A Roma il nuovo governo di Pietro Badoglio, temendo rappresaglie tedesche, scappò col re a Brindisi, lasciando il Paese e l’esercito allo sbando. Quindi governo provvisorio con “capitale” a Salerno, stavolta sotto la scontata “tutela” degli Anglo-Americani che, dopo lo sbarco in Marocco, Algeria, Tunisia fino in Libia e la vittoria in Egitto a El Alamein, controllavano l’importante petrolio ed i carburanti, sbarcando in Sicilia dal 10 luglio 1943 e di seguito a salire lungo le coste della penisola (la difesa contraerea italiana era debole ed inefficiente) e infine col decisivo sbarco in Normandia (Francia settentrionale) il 6 giugno 1944, che rivelò l’orrore dei lager nazisti e la liberazione di tanti sopravvissuti prigionieri ai lavori forzati. Antonio Lombardi contrasse in Turchia la malaria che notoriamente è trasmessa all’uomo da zanzare: i gravi sintomi della febbre, dolore alle articolazioni, mal di testa, convulsioni, delirio. Fatto sta -dal suo racconto- che nel pieno del pericolo di vita, durante un sogno, la sua Madonna del Carmine lo guarì improvvisamente e il giorno dopo riprese, per volontaria disponibilità, a fare i capelli a tutti i compagni marinai che glielo domandavano, come se nulla gli fosse accaduto. Un motivo in più per diffondere e affascinare alla sua Devozione all’onnipotente Regina del Carmine di Barano d’Ischia. (continua)

*Pasquale Baldino – Responsabile diocesano e promotore Cenacoli Mariani; docente Liceo; poeta (email: prof.pasqualebaldino@libero.it)

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