LE OPINIONI

IL COMMENTO L’incognita del nuovo Pontefice

DI ANTIMO PUCA

“Entra da papa. Ne esce da vescovo”. “Romano lo volemo. O almanacco italiano”. Chi sarà il successore? Secondo Malachia, dopo Ratzinger, rappresentato dal motto “de Gloria Olivae”, di dove “regnerà durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa Pietro Romano che pascerá il gregge tra molte tribolazioni. Passate queste, la città dai sette colli sarà distrutta e il tremendo giudice giudicherà il suo popolo. Fine”. Un papa seleziona cardinali in modo tale che quando si andrà al prossimo conclave la parte da lui sostenuta, o progressista o conservatrice, abbia la maggioranza ed elegga quindi un successore che, probabilisticamente continuerà la sua linea. Storicamente il papa non è mai stato scelto come espressione della potenza dominante in quel periodo. Per dire, nonostante le varie pressioni che certamente vi furono, la Chiesa fu sempre orgogliosa della propria autonomia preferendo spesso cardinali provenienti da Paesi poco potenti o significativi.

Esempi ne abbiamo diversi. Nei circa due secoli nei quali la Spagna era la potenza dominante del Continente, nessun papa spagnolo fu eletto al conclave. L’ultimo spagnolo fu il famigerato Rodrigo Borgia (Alessandro VI), ma quando fu eletto al soglio petrino Castiglia e Aragona era da appena 30 anni che si erano riunite, Granada era stata conquistata giusto quell’anno e il viaggio di Colombo al di là dal compiersi. Di certo quasi nulla lasciava presagire il successo che avrebbe avuto la monarchia iberica nei secoli successivi. La stessa cosa si può dire della Francia: eccettuata la cattività avignonese, dove i pontefici erano effettivamente quasi ostaggi dei monarchi d’Oltralpe, nessun papa francese fu elevato al soglio petrino dopo Gregorio XI, quando la sede fu riportata a Roma.
In pratica dal 1503 (anno della morte di Alessandro VI) nessun papa francese o spagnolo (ossia quelle che furono le due principali potenze cattoliche) divenne pontefice. Non vi furono mai neppure papi provenienti dall’Austria propriamente detta o dai territori storicamente asburgici (Ungheria, Boemia) quando questa nazione era ancora la seconda potenza europea per estensione territoriale e comunque una delle prime per popolazione. Dato che il Conclave è anche un complesso gioco politico, i cardinali elettori hanno sempre fatto sì che il papato andasse a persone provenienti da Stati piuttosto deboli e poco incisivi sulla scena internazionale. Questo, peraltro, è uno dei motivi per cui tanto spesso risultarono scelti degli italiani: facendosi veti incrociati i cardinali spagnoli, francesi e austriaci, un compromesso era scegliere sempre un papa italiano.

Posto che poi tutto può davvero essere, reputo assai difficile che un cardinale proveniente dagli USA, espressione di quella che è ancora la prima superpotenza mondiale, possa essere eletto romano pontefice. Anche perché, volendo, di occasioni ce ne sarebbero state già parecchie dal 1958 in poi. Vero che i cardinali degli USA sono un numero piuttosto cospicuo stavolta (10) essendo la seconda “nazionalità” più rappresentata dopo gli italiani (17 + 2) ma, per i motivi detti sopra, la vedo molto difficile la scelta tra uno di essi. Lo Spirito Santo soffia e si posa dove vuole. Il mondo non ha bisogno di un teologo ma di un papa umanizzato. I progressisti sono scontenti perché le riforme non sono arrivate. I conservatori sono scontenti per il fatto che di queste riforme si parli. Ne “I Promessi sposi” il Gran Cancelliere spagnolo alle prese con la folla inferocita si rivolge al cocchiere: “Adelante, Pedro, con juicio”. Forse la Chiesa ha bisogno di un Papa che la conduca “adelante” e non indietro. Ma che lo faccia con più “juicio”, meno protagonismo e più collegialità. Meno picconate alla curia e più incoraggiamento. Meno proclami e più nomine ponderate. Meno volontà di stupire e più rispetto della tradizione. È inammissibile, per esempio, che diocesi come Parigi, Berlino, Vienna, Bruxelles, Lisbona e tra le italiane Milano e Venezia, non siano rappresentate al conclave perché Francesco non ha nominato cardinali i rispettivi arcivescovi, anche se si tratta di questioni secondarie. La vera questione è la direzione complessiva, se “adelante” o se indietro. Newton spiegava: “Se qualcuno spinge una pietra col dito, anche il suo dito viene spinto dalla pietra”. Quale sarà la spinta che vincerà il conclave? l’azione del dito o la reazione della pietra?

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio