IL COMMENTO L’isola e i suoi (troppi) paradossi

DI LUIGI DELLA MONICA
Ho già trattato l’argomento della assoluta intangibilità del metodo interpretativo dell’ottimismo delle presenze registrate dalla Capitaneria di Porto. Arrivi e partenze per circa 40mila persone, per cui non conta il vuoto del bimestre aprile-maggio; i registratori di cassa evidentemente in ogni singolo esercizio commerciale isolano erano a segno positivo, l’accumulo di risparmio e di capitali, nel Paese a più alta tassazione d’Europa, secondo solo alla Francia che però i servizi li eroga, era capiente da giustificare l’ottimismo. Eh certo poverini noi, il tempo non aiuta, bisogna sempre sperare nel meteo benevolo e duraturo con assenza di pioggia, per sopperire un traffico caotico, quasi vicino alle densità dell’isola di Hong Kong, una comunità isterica, auto-motodipendente, con un servizio taxi estremamente caro ed un trasporto terrestre appena vicino alla sufficienza. Lo si può notare con il blocco traffico, che fa masticare parole scomposte in bocca ai conducenti, privati o incaricati di servizio, una rete viaria che si imbatte spesso in corrieri aggressivi e scostumati, in tassisti pronti a lanciare ogni improperio all’avventore di turno, una flotta impazzita di scooter ed auto noleggiate, una corsia di sosta delimitata da strisce bianche ingombra di veicoli destinati ad attività commerciali. Tutto ciò senza contare che sull’acqua la zona dell’area marina protetta “Regno di Nettuno”, rispetto a cui, nonostante il servizio televisivo del 03 ottobre 2023, si vuole solo pietire la mancanza di mezzi economici e finanziari per non cooperare con altre realtà associative finalizzate alla tutela dell’educazione ambientale dei diportisti.
I pirati del mare si preparano da Castellammare a Castelvolturno ed oltre, per puntare la loro gitarella domenicale o sabatina, verso Ischia, perché il vento è poppiero da Sud al mattino e da Nord Ovest al pomeriggio; quindi Ischia è costantemente presa di mira per un raggio di almeno 180 gradi da Terracina a Sorrento, senza contare il naviglio autoctono. Evidentemente i grandi progetti di rilancio e di miglioramento della vivibilità terrestre e marittima di Ischia devono provenire solo da menti deputate politicamente a far ciò, se provengono da poveri fessi del bar, da umili cittadini inseriti in contesti di cittadinanza attiva, si chiacchera e si blatera, ma non si conclude nulla. I grandi obiettivi non si possono raggiungere perché le casse comunali sono povere, questo si dice usualmente ai partecipanti alla vita pubblica locale, ma nel frattempo nessuno parla di Fondi per lo Sviluppo e di PNRR, si parla di ricostruzione post sisma, di riqualificazione urbana, ma al di là delle festicciole di Paese, con balli e musica in piazza, si dà l’idea al turista che la bellezza dell’isola sia fruibile a costi bassissimi e che del territorio si possa fare ciò che si desidera. In questa settimana nella città metropolitana abbiamo avuto il concertone del “Blasco” nello stadio “Maradona”: un successo immenso, che sull’isola certamente non è replicabile per spazi ed ecosistema, eppure essa è dotata di ben sette campi regolamentari di calcio, dove abbiamo carenza alloggi per le giovani coppie, le quali erano costrette a vivere a via Celario nel novembre 2022 e quivi incontrare la morte per conseguire un canone a costi più contenuti; inesistenza di piscine coperte per implementare gli sport nautici su di un’isola in mezzo al mare. Ma dove devono brevettarsi i bagnini, gli assistenti alle spiagge, i nocchieri, i canoisti, i paracadutisti ascensionali, i conduttori di acquascooter: badate bene sono tutte discipline acquatiche praticate in tutto il Tirreno e l’Adriatico, ma Ischia per motivi di sovraffollamento del traffico marittimo sono banditi, come le relative attività imprenditoriali che ne potrebbero nascere.
I ripascimenti spesso sono parziali perché non sono perfettamente rispondenti alle logiche delle maree: se ad esempio si inseriscono scogliere a pelo d’acqua, tali da non fungere da barriere come le dighe del “Mose” contenitive ed espulsive della tracimazione del moto ondoso, il mare si divora metri e metri di spiaggia, che sottrae economia rivierasca. Cari lettori, Ischia manca di idee innovative e di coraggio di rischiare, tutto è fermo, asfittico ed assolutamente ingessato nelle ottiche reazionarie del “si è sempre fatto così”. Pertanto, dobbiamo gioire e non ardire di contestare che il sold out nei 120 giorni da giugno a settembre è solo una narcosi collettiva per convincere le masse che vada tutto bene. Va tutto bene se alle 18.30 di sera della domenica al porto d’Ischia è un delirio e ci sono scene da rischio tenuta ordine pubblico, se i biglietti di ritorno sono esauriti dalle 17 in poi; non si pensa come decongestionare l’hub napoletano, magari siglando convenzioni con operatori di Pozzuoli, perché il campanilismo imperat. Non esiste un addetto in banchina per aiutare l’utenza ad incolonnarsi con serenità nelle file giuste, passeggeri o auto. Non mi riferisco al personale delle compagnie di navigazione, né alla polizia municipale, ma un desk di accoglienza turisti, un punto di referenza appena il forestiero sbarca sull’isola, sarebbe auspicabile da implementare nell’isola più bella del Mondo. Ah già, dimenticavo, se ci è venuto il turista deve pagare a testa bassa e poi fiatare il meno possibile, perché questo è il territorio, se non gli sta bene può anche andarsene. E poi vedo che in occasione della partenza della “Mille Miglia” di Brescia, scusate se sono maniaco di questa progredita città lombarda, la Marina Militare è tra gli sponsor dell’evento sportivo e nella famosissima Piazza della Loggia qualche matusa presenta il modellismo navale ed attira centinaia di turisti e di curiosi con poche sciocchezze e piccole idee praticabili anche sulla nostra isola, che non ha bisogno di niente, se non dei 40 mila passeggeri e delle coste collassate da piccole barchette private.
Vedete cari lettori, traggo spunto dalla venuta dei turisti americani, che nell’immaginario di alcuni isolani sono ancora quei tonti con il cappello da cowboy che bruciano mazzette di dollari per un minimo sorriso. A Roma un terribile evento di cronaca nera ci ha fatto riflettere che i finti “morti di fame” d’oltre Oceano hanno grandi capacità camaleontiche e di adattamento al territorio europeo: l’assassino stava beatamente nell’isola greca di Skiatos, simile alla nostra, ma se ci fate caso, almeno ad Ischia Ponte, non vedo americani se non sulle spiagge libere, sugli scogli, che consumano cibi d’asporto a basso costo, come pizza margherita o crocchè, arancini… Abitano in anonimi “b&b” e si vedono raramente nei ristoranti, se non studiosi accaniti della tabella dei prezzi del ristoratore di loro presunto interesse. Sta sfuggendo a molti, ovviamente bendati dalle statistiche della Capitaneria di Porto, che non è un ente di promozione turistica o un istituto di analisi dei dati statistici commerciali, che mentre a Capri o si paga o si muore, passatemi la metafora brutale, a Ischia si può godere del territorio in modo low cost. Questo collasso del sistema Ischia, sta erodendo a poco, a poco, il suo appeal, il suo brand, perché si è ormai barricati su logiche sistemiche obsolete ed antistoriche: o si cambia, o si muore.
* AVVOCATO
Gentile avv.to,
riporto le ultime righe del suo commento le quali descrivono benissimo la realtà del posto.
“Sta sfuggendo a molti, ovviamente bendati dalle statistiche della Capitaneria di Porto, che non è un ente di promozione turistica o un istituto di analisi dei dati statistici commerciali, a Capri o si paga o si muore – a Ischia si può godere del territorio in modo low cost. Questo collasso del sistema Ischia, sta erodendo a poco, a poco, il suo appeal, il suo brand, perché si è ormai barricati su logiche sistemiche obsolete ed antistoriche: o si cambia, o si muore”
In merito ai dati forniti della Capitaneria di Porto che tra le tante attività di PMSI (port management information service)gestisce i dati di arrivo e partenza delle navi , dagli stessi però bisogna depurare: passeggeri residenti, auto e moto residenti, passeggeri pendolari,veicoli commerciali ,passeggeri giro isola, passeggeri in transito provenienti da escursioni.
Esempio nel fine settimana viaggio con moto e passeggero a seguito ma vengo conteggiato come turista, per i titoli di giornale insomma faccio parte dei 40mila ,ma sono un residente.
I dati depurati li conoscono solo le compagnie di navigazione le quali bigliettano, residenti,ordinari ,commerciali .
Geppo