IL COMMENTO L’isola e la fama da cemento selvaggio
DI ANTIMO PUCA
L’isola d’Ischia è tristemente nota in Italia e all’estero per essere stata il simbolo, in negativo, dell’abusivismo edilizio. I Comuni sono privi di piani regolatori ed i cittadini, molti mediante le rimesse provenienti dai familiari emigrati all’estero e/o i risparmi conseguiti mediante il duro lavoro in agricoltura, hanno provveduto a realizzare il sogno di ogni ischitano medio: la costruzione della casa di abitazione ove potersi rifugiare al termine di una vita e di una giornata lavorativa, costellata di sacrifici e rinunzie quotidiane. Tale desiderio si è, purtroppo, scontrato con la dura realtà della Carta ed i Comuni hanno dovuto assicurare il rispetto della legalità, le cui conseguenze sono ricadute sui beni oggetto di tanti sacrifici. E questo per la mancanza della capacità di concretizzare della classe politica. Le Amministrazioni isolane hanno provveduto ad adottare gli atti consequenziali per sopprimere tale abusivismo arrestandosi, per la gran parte dei casi, alla fase della trascrizione dei verbali di inottemperanza. Gli Enti, su sollecitazione dell’Assessorato Regionale dell’Urbanistica il quale ha interessato la Sezione Regionale della Corte dei Conti, si trovano nella triste condizione di dovere distruggere tale patrimonio, frutto spesso di un lavoro duro ed ingrato e/o a richiederne l’affitto, in un momento di grave crisi economica. Inquadrando la problematica nel contesto giuridico, la giurisprudenza ha creato, di fatto, un istituto: la sanatoria giurisprudenziale. Allorquando un immobile, abusivo al momento della costruzione, sia divenuto successivamente conforme allo strumento urbanistico la stessa, per un principio di economicità e di giustizia sostanziale, ne sospende l’abbattimento, sulla scorta del fatto che il cittadino il giorno dopo l’abbattimento potrebbe richiedere la concessione che dovrebbe essere rilasciata dagli uffici tecnici. I giudici hanno deciso. Ma la classe politica, il cui compito è di anticipare lo spirito dei tempi, ha il compito di riempire i vuoti normativi con decisioni chiare e tempestive. Nel 2010 Consiglio dei Ministri con Decreto Legge n.62/2010 ha stabilito di sospendere le demolizioni nella Regione Campania. Molti degli immobili acquisiti e per i quali manca la dichiarazione di pubblica utilità da parte dei Consigli Comunali, e degli altri per i quali occorre il completamento della istruttoria da parte degli uffici tecnici, sono conformi per buona parte allo strumento urbanistico. Inoltre, gli Enti, per i tagli consistenti dei trasferimenti statali e regionali, non hanno i soldi per assicurarne l’accatastamento.
L’acquisizione di un patrimonio considerevole di immobili non è compatibile con l’organizzazione degli Enti: le risorse finanziarie non consentiranno, nel caso della dichiarazione di pubblica utilità da parte dei Consigli Comunali, di effettuare anche la minuta ed ordinaria manutenzione, tralasciando ogni altra valutazione sulla loro consistenza strutturale, condizioni ignote agli Enti. E’ opportuno un esplicito pronunciamento da parte delle autorità competenti ed in tale senso dovrebbe essere richiesto ai Sindaci di creare un coordinamento per esporre, in modo più compiuto, le accennate problematiche. Agli organi politici nazionali, regionali e provinciali dovrebbe essere richiesto un incontro urgente e l’inserimento delle problematiche in materia di abusivismo dei comuni isolani nel decreto legge e/o nella legge di conversione del D.L. n.62/2010, stante il principio di pari dignità ed opportunità dei cittadini anche della regione e della provincia isolana. Al Sig. Presidente e ai signori assessori e Consiglieri regionali e provinciali dovrebbe essere richiesta l’emanazione di una legge regionale/ provinciale che restituisca dignità al popolo ischitano e di rappresentare le nostre povere e desolate comunità presso il Governo Centrale, nel continente. Al Sig. Prefetto e al Sig. Questore dovrebbe essere richiesta la convocazione urgente di un comitato permanente dell’ordine e della sicurezza pubblica per i problemi inerenti.