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IL COMMENTO L’isola, l’ambiente e i suoi paradossi

DI ANTIMO PUCA

La Soprintendenza esercita un potere volto alla tutela dei beni di interesse storico artistico e di valenza paesaggistica e ambientale che non è statico ma è dinamico e può esprimersi ogni qual volta le azioni di soggetti privati, o anche pubblici, sono in grado di arrecare un possibile danno ai beni tutelati. Nulla vieta, dunque, che – dopo essere venuta a conoscenza di nuovi fatti e situazioni – la Soprintendenza possa annullare in autotutela un suo precedente atto favorevole a un progetto deciso sulla base a una diversa rappresentazione della realtà. La sostenibilità come diceva Alessandro Manzoni: “O ce l’hai o nessuno te la dà”. Quelli che parlano molto di sostenibilità sono paradossalmente i primi che poi non non la seguono o la utilizzano per meri fini commerciali o di immagine. Quasi tutti i sindaci millantano di voler piantare alberi per dare una parvenza di interesse all’ambiente. Ma spesso alla base manca un vero e proprio censimento degli alberi che può comprendere una forestazione consapevole ed utile all’ambiente. Se noi piantiamo in maniera casuale alberi senza conoscere l’evoluzione temporale e le caratteristiche della flora pre esistente sul territorio è inutile piantumare per qualche promessa elettorale. La forestazione è da sempre realizzata in maniera cosciente sostituendo gli alberi più vecchi alla fine del loro ciclo vitale tendo conto del microclima e di una serie di caratteristiche legate al territorio. A Ischia invece anche questo aspetto è trattato in maniera sommaria e superficiale.

Il lungomare Cristoforo Colombo Casamicciola è una zona interessata da una attività portuale commerciale e turistica. La demolizione del Capriccio ha un senso visto la necessità di un volume già perfettamente consolidato ed inserito nell’ambiente urbano della zone ed utile per lo sviluppo portuale e turistico della zona? La Costituzione Italiana, in merito all’iniziativa economica, dichiara:”non può svolgersi in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Esiste l’applicabilità dell’articolo 22 sul restauro del paesaggio. Legge regionale 35/87. Il cemento armato richiede manutenzione. Non è sostenibile nel lungo periodo. E noi in quell’ottica dobbiamo ragionare! Cosa ci regaleranno i lavori pubblici con il tempo? Uno spazio è di chi lo pratica, non di chi lo progetta. È fondamentale un confronto con la cittadinanza, le associazioni, le categorie professionali. Le politiche economiche sono troppo spesso “dittatrici” delle regole del gioco. Nel momento in cui le normative italiane continuano a misurare la capacità di un professionista dal fatturato che produce, un’inversione di tendenza sarebbe un’occasione irripetibile della quale assumersi in pieno la responsabilità. Ci si chiede come lo stravolgimento di un impianto urbanistico, un parcheggio, e l’edificazione di un hotel a 200 metri dal mare e su costa fragile tufacea possa essere compatibile con le finalità del vincolo paesaggistico oltre che con una buona e colta prassi urbanistica. Un impatto visivo e un carico insediativo molto gravosi potrebbero tradursi in una irreparabile ferita nel paesaggio urbano. È evidente il rilevante interesse dell’operatore privato, che realizzerebbe l’hotel in un’area fra le più vantaggiose del mercato turistico. Sul quale l’offensiva anticemento di Adriano Celentano, «di bruttezza si può anche morire», scivola addosso con indifferenza. È troppo semplice fare un piano, darsi una linea di sviluppo compatibile e poi far finta di niente ogni volta che c’è un buon affare in vista. É proprio così! Ischia muore! Anche di bruttezza! Kilometri di costa mescolano paesaggi straordinari a costruzioni orride. Molti amministratori dicono che bisogna puntare sul turismo e poi chiudono gli occhi sugli scarichi illegali. Autorizzano la costruzione di casermoni o villette anonime. Tutte cose che uccidono il turismo invece di alimentarlo. Sono le speculazioni che stanno rovinando i nostri luoghi. Una spina nel cuore è un hotel che si vorrebbe fare con tanto di parcheggio seminterrato in zona adiacente piazzetta Maronti. Mi si verrà mica a dire che Ischia ha bisogno di un altro albergo? Non c’è innovazione senza democrazia. E non c’è democrazia senza innovazione. Come dicevano i latini “Primum vivere deinde philosophari”. A Ischia sembra si ragioni per parole chiave più che per obiettivi concreti. Bisogna avere il coraggio di cambiare le cose dal profondo. L’attenzione all’ambiente è qualcosa che mi appartiene oltre lo slogan! E dovrebbe essere così per tutti appartenere alla nostra quotidianità e alle nostre scelte concrete. Dal mangiare allo scegliere determinati beni di consumo. Altrimenti tutto si traduce in un sistema fastidioso.

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