LE OPINIONI

IL COMMENTO L’isola verde? Una istantanea ingiallita

DI ANTIMO PUCA

Piove, governo cialtrone (e anche un poco ladro). Nell’anno 2022 andrebbe riscritta la maledizione antipolitica forse più nota e antica (secondo la Treccani è del 1861, nacque come didascalia di una vignetta che rappresentava tre mazziniani pronti a una manifestazione, al riparo da un’improvvisa pioggia torrenziale) perché le piogge rappresentano oggi più di ogni altro evento atmosferico, ma non solo, la dimostrazione di cattiva politica del nostro Paese. I boschi dell’Epomeo hanno smarrito ogni profumo e selvaggia bellezza e il mantello di macchia mediterranea che stava qui dai tempi degli Eubei è un ricordo. Ischia, in passato chiamata l’isola verde, è una istantanea ingiallita. Sepolta. La memoria affievolisce. I morti si ripetono. Ogni volta appare il quadro di un territorio che non riesce a prevedere e mitigare i rischi.  Un disastro che vede sotto accusa la mancanza di manutenzione su un territorio notoriamente fragilissimo.

Cattivo ambientalismo, fabbricati costruiti su terreno sdrucciolevole, fuga dalle responsabilità politiche, burocrazia agnostica, infiltrazioni malavitose, tangenti. Le condanne sulle cause della tragedia di Ischia sono tardive, pronte ad essere dimenticate come sempre, una volta passata l’emozione.  È il conservatorismo ottuso e l’irresponsabilità ciò che fa più danni. L’immaginario collettivo non conosce l’importanza ecologica del suolo, nel quale agiscono numerosi micro-organismi capaci di generare la vita, per cui il consumo di suolo non è avvertito in tutta la sua gravità. Come ognuno può constatare aumentano di anno in anno le leggi regionali che, anziché tutelare il suolo, sorgente di vita, ne decretano la distruzione. Insensibilità sul valore vitale del suolo. I nostri parlamentari (e lo ha dimostrato anche l’ultima legge del bilancio con i suoi condoni, l’elevazione del contante ed altro) non sanno, o fingono di non sapere, che la legge ha un solo limite: il perseguimento dell’interesse generale che, nel caso di specie, è quello della conservazione del suolo come fonte di vita per il pianeta. Essi infatti agiscono cercando di inserire nel testo normativo espedienti normativi contrari agli interessi di tutti e favorevoli ai cosiddetti palazzinari (vedi ad esempio le cosiddette “compensazioni”).

La responsabilità maggiore sarebbe dei sindaci che avrebbero chiuso gli occhi di fronte all’abusivismo. Ma qualcuno ritiene colpevoli i governi che non hanno varato leggi contro l’abusivismo. I condoni dovrebbero essere vietati dalla Legge. Mentre per qualcuno sarebbero un male necessario. La gente ha paura di essere trattati come gli sfollati di monte Vezzi. Devono dare un segnale forte. Che Casamicciola non sia come monte Vezzi. Quelli di monte Vezzi si trovano ancora nelle baracche. Occorre una politica concreta di fatti. Non credo che ci sarà una sorta di rinascita, nel senso evangelico del termine, un cambiamento radicale, né a livello individuale né sociale. Nemmeno torneremo a essere esattamente ciò che eravamo. Alla fine avremo maturato una sensibilità maggiore nei confronti della collettività, del prossimo. Invece immagino che cambierà in modo più accentuato il nostro atteggiamento verso la politica, verso chi ci governa. La politica, il governo nazionale e i governi locali, in questi giorni si stanno impegnando sul serio. Al di là delle opinioni politiche di ciascuno, si vede che stanno sgobbando ed è una cosa alla quale non siamo molto abituati. In questi giorni la politica non ci appare più tanto astratta. I Comuni lavorano fianco a fianco con chi è in prima linea. E questo avrà un po’ cambiato la percezione che abbiamo dello stare insieme.

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