IL COMMENTO Lo scempio di sversare in mare rifiuti

DI LUIGI DELLA MONICA
È davvero necessario ricorrere all’On.le Borrelli per impedire un gesto incivile, quanto nocivo per l’ambiente? Plaudo al cittadino che ha girato il video, perché ha inteso smuovere la sua coscienza e quella altrui sul concetto astratto e concreto che l’isola bella, verde ed azzurra, è nostra, prima ancora che dei turisti. Un patrimonio sensoriale che non può essere devastato dalla ignoranza o dalla furbizia di eludere le normative di smaltimento dei rifiuti speciali, perché la vita è una ruota cari ignoti “signori”. Sembra parlare al vento, ma quella “sfraveca”, per usare un termine dialettale va direttamente nella pancia dei pesci, che noi dovremmo mangiare. Mio nonno materno originario del borgo di Santa Lucia, nessuno mi condanni per essere ischitano solo per un quarto in linea di sangue, saggio uomo della vecchia guardia mi raccontava che la gioia, l’abbondanza in una famiglia era imbandire la tavola con il pesce. Quello stesso elemento della catena alimentare che si nutre anche e soprattutto di posidonia o di piccoli pesci che brulicano nelle praterie sottomarine di quella pianta, di cui Ischia e Procida sono ricchissime. Questa opulenza forse è inversamente proporzionale allo stesso timore di vivere in zone altamente sismiche, come l’area flegrea di cui facciamo parte integrante, ma è certamente correlata alle condizioni geomorfologiche delle sorgenti termali che sembrano ottimali per la proliferazione della posidonia e di altre vegetazioni subacquee. E noi come ci comportiamo con l’ambiente che costituisce il primo elemento iconoclastico che attira l’emozione del forestiero? In modo asettico ed usurpativo.
Vedete cari lettori, la Russia non ha perso la guerra ancora per le sue miniere di diamanti, oro rosso, platino, uranio ed altri metalli preziosi, ma nessuno, almeno dei vecchi, si ferma a pensare, ad ammaestrare le giovani coscienze dei ragazzi\e ischitani che la miniera dell’isola, che la rende bella ed unica nel Mondo, è proprio il suo ambiente, il suo ecosistema. Come reagisce la comunità a fronte di un gesto deturpativo dell’ecosistema con effetti immediati e permanenti? Manda un video ad un politico distante dal territorio, il quale vi opera mirabilmente ed egregiamente, ma non è un esponente delle forze intellettuali autoctone; non si rivolge all’Autorità Giudiziaria Penale. Onestamente non intendo imbastire un processo mediatico né all’autore del gesto, né al cittadino che ha interpellato l’On.le Borrelli, ma anelo di smuovere le coscienze degli ischitani ad amare fortissimamente il loro territorio marittimo e terrestre, sopra ad ogni cosa. Intendo fornire spalla forte al progetto del mio decano opinionista Prof. Franco Borgogna, esponente autorevole del CO.RI.VERDE. perché l’isola deve assurgere al suo ruolo di identità naturalistica ed ecologica, unica nel suo genere, ma senza prestare il fianco ad opportunismi politici o culturali. Mi avvalgo della libertà costituzionale di opinione, per cui nessuno data la mia funzione di rappresentante di una associazione militare sull’isola potrebbe definirmi obiettore di coscienza verso l’uso delle armi, per dissentire sulla necessità spasmodica di praticare la caccia sul nostro territorio. Francamente intravedo questa pratica sportiva più consona a territori boschivi ampi e lontani dal centro abitato. Se ne avrebbe maggiore godimento dell’agonismo, praticando anche fisicamente estensioni territoriali più grandi delle pendici del nostro Monte Epomeo, che nel contempo diventerebbe un sito incontaminato ed un oasi naturalistica, da visitare i soliti 12 mesi all’anno che si invocano da più parti sulle pagine del nostro quotidiano.
Discorso a parte meritano le aree marine, rispetto a cui nessun progetto strutturale d’insieme è stato ancora praticato, per proteggere le nostre coste dall’arrembaggio fantozziano dei diportisti della domenica e per discriminare i flussi di balneazione fra spiagge e campi boe. O almeno sulla carta è tutto perfetto, ma nella concretezza dei due mesi centrali dell’estate, si deve tollerare l’indicibile e l’inenarrabile, perché alla fine un po’ di pazienza, sono due mesi… Poco importa se il sottoscritto ha conosciuto un distinto signore del Trentino, che mi raccontava di conoscere palmo, a palmo, le coste dell’isola d’Elba: che ce ne importa a noi? Ischia è bella e se non viene questo ignorante altoatesino, ce ne saranno altri 100 che verranno. Ne siamo davvero sicuri? In conclusione, dobbiamo persuaderci che la tutela dell’ambiente è un fattore dell’inconscio collettivo della società ischitana, non è un fenomeno di delega ad un partito politico colorato e per giunta insediato su territori distanti da noi. Il mio sogno è assistere alle reprimende di tutti i bagnanti al cospetto di un natante maleducato ed incivile che usa il motore nelle aree interdette, oppure ad una pletora di cittadini che interpellino le Forze dell’Ordine, allorquando si manifesti un gesto di aggressione dell’ecosistema isolano. Chiedo venia e perdono a chi non la pensa come me, ma cerchiamo di ammaestrare i giovani al redarguire pubblicamente, anche se con garbo ed educazione, chi devasta, chi inquina l’ambiente, piuttosto che ricorrere alle Entità astratte che non vivono il territorio ed il momento della flagranza del gesto illegale, incivile ed antisociale. Per amare Ischia, bisogna iniziare dal suo ambiente naturale.