LE OPINIONI

IL COMMENTO Lotta ai rumori: emergenza pari alle altre fonti di inquinamento ambientale

Chiariamo subito, ai nostri lettori, un possibile equivoco: se andremo a reclamare – come di fatto faremo – il diritto di residenti e turisti ad avere una vita tranquilla ( soprattutto la notte) non è per una visione idilliaca e passatista della società ischitana. Il turismo, che abbiamo fortemente voluto per lo sviluppo economico ( ma che non siamo stati capaci di governare e razionalizzare) comporta dei lati negativi: surplus antropico, intasamento dei servizi ed aggressione territoriale, che potrebbe paradossalmente trascinare con sé l’autodistruzione dello stesso fenomeno turistico. La subordinata all’autodistruzione e della fuga dei turisti è la volgarizzazione e plebeizzazione turistica. In altre parole il turismo di massa che, attualmente, costituisce la “ polpa” del nostro turismo. Il resto è “ osso”, come osso si può definire il segmento del turismo straniero, ancora troppo scarno nonostante qualche piccolo segnale di risveglio. Questa premessa serve a dire che se invochiamo una “ tregua acustica” non è perché ignoriamo le esigenze turistiche ( soprattutto giovanili) di ascoltare musica, radunarsi in luoghi aperti, praticare il rito dell’aperitivo, ballare e coltivare le relazioni, dare sfogo alle pulsioni e agli amori. E’ proprio il contrario, è proprio perché crediamo che il turismo significhi pieno dispiegamento delle energie che invochiamo un modello sostenibile, in cui i suoni, i rumori vengano ammessi ma disciplinati, regolamentati, assicurando un tempo per la musica e un tempo per lo sprigionamento delle energie psico-fisiche e un tempo per il recupero fisico e mentale.

Allora, come si fa – nelle società civili – a contemperare le due diverse esigenze? Si fa con i Piani Regolatori urbanistici, i piani commerciali ( oggi SIAD), con il controllo degli enti a ciò preposti. Non si deve fare con la pratica clientelare di accontentare uno per scontarne altri, non si deve fare con le bistecche sugli occhi e con l’ovatta nelle orecchie. Nella fattispecie, ad Ischia, un po’ in tutti e sei i Comuni, ci si limita ad emanare un’ ordinanza arrangiaticcia stagionale che non tiene conto di tutte le normative pregresse (tranne che elencarle nei rituali delle citazioni in premessa: “ visto…” “ tenuto conto di…”) che lascia troppa discrezionalità interpretativa. E’ stata mai fatta, prima di ogni stagione turistica, una Conferenza di Servizi tra gli organi interessati alla materia? (Regione, Comuni, Arpac, Asl, Forze dell’ordine)? E’ stato mai collegialmente e preventivamente fatto il punto della situazione normativa e allestita una task force e una strategia comune di intervento? Quante volte, dite la verità, di fronte a rumori molesti, vi è capitato di chiamare i Carabinieri o la Polizia Locale o l’Asl e vi è stato risposto: “ Non è di nostra competenza”? Mi si lasci esprimere un concetto fondamentale : se in una certa situazione si tratta di stabilire e di scegliere se tollerare uno sforamento di orari, di decibel, per preservare attività economiche o – al contrario – di privilegiare il diritto al riposo, fosse anche di una sola famiglia, io vi dico che il diritto al riposo e alla salute è superiore a qualunque esigenza economica!

Ci sono casi ad Ischia di famiglie che da anni ( e sottolineo “ da anni” ) non riescono più a dormire la notte, in cui addirittura i figli che vivono lontani e tornano per un periodo dai genitori sono costretti ad andare in Albergo. Ci sono casi di cittadini che si rivolgono alle autorità e che vengono ascoltati quasi con fastidio, come se i disturbatori della quiete fossero loro. Come oggi accade anche nel mondo della giustizia, si scambiano le vittime per colpevoli. Ciò detto, vediamo di mettere un po’ d’ordine nella materia e stabilire le coordinate legislative e regolamentari di riferimento. Citiamo la situazione del Comune d’Ischia, non dissimile da quella degli altri Comuni isolani. La Legge nazionale di riferimento è la 447/95 “ Legge quadro sull’inquinamento acustico” che, all’art.6 comma 1 prevede l’obbligo della classificazione del territorio comunale in zone acustiche, il coordinamento degli strumenti urbanistici, l’eventuale adozione di un Piano di Risanamento, un controllo capillare dall’atto della concessione edilizia e dell’autorizzazione all’esercizio di attività produttive (ed eventuale revoca in caso di inosservanza dei requisiti), l’adozione di un Regolamento per la tutela dall’inquinamento acustico, la rilevazione e controllo delle emissioni sonore prodotte da veicoli( e qui il controllo servirebbe altresì a smascherare la cattiva prassi dell’alterazione dei motori, micidiale anche ai fini della sicurezza stradale). Naturalmente in caso di inerzia del Comune, rispetto a questi obblighi, è previsto il Commissario ad acta e nel 2003 fu proprio un Commissario ad acta, al Comune d’Ischia, l’avv. Maria Luisa Palermo, a deliberare il Piano di zonizzazione acustica ( Delibera n.1 del 2003) e successivamente ( delibera n.2 del 16/9/2003) il Regolamento di Igiene e Sanità e/o Polizia Municipale ( art. 6, comma 2 L. 447/95) col quale si va a disciplinare il rilascio di autorizzazione allo svolgimento di attività temporanee e di manifestazioni in luogo pubblico ed aperto al pubblico. Tale delibera si avvaleva anche del preventivo parere dell’allora Responsabile della Polizia Municipale, Maggiore Elio D’Amato. Nella premessa di tale delibera veniva richiamata – tra l’altro – la precedente Delibera commissariale n.1/9/2003 “ Piano di classificazione in zone” redatto dall’ing. Vincenzo Limone, delibera che sembra sparita nei meandri degli archivi comunali. L’atto si ritroverà, prima o poi, però resta il fatto che nessuno ne ha memoria, pur essendo in vigore e costituendo una possibile arma per debellare i rumori molesti. E’ ampia la gamma di rumori che viene disciplinata dalla Delibera n.2: si va dai rumori provenienti da cantieri edili, stradali e assimilabili alle feste popolari, ai luna park ed assimilabili, alla diffusione musicale, ai piano bar, alle serate danzanti; dai comizi politici alle manifestazioni sportive. Ovviamente l’Ente deve richiedere, ai fini del rilascio delle autorizzazioni, una documentazione di Impatto Acustico ( D.I.A.). Per le nuove attività, tale documentazione deve essere esibita ancor prima dell’apertura; per le attività già esistenti è concesso 1 anno di tempo per mettersi in regola. E’ stato mai esercitato questo controllo? E se nessuno conosce le delibere di base, come può essere stato esercitato? Ed è stato mai seriamente esercitato il controllo sui rumori del traffico, sulle marmitte truccate che esaltano lo spirito e l’ebbrezza della velocità?E’ stato mai attuato il sistema sanzionatorio di cui all’art. 22 del Regolamento citato? E’ stato mai concordato, tra Comuni ed Arpac, la distribuzione di controlli di competenza?

Per l’art. 23 del Regolamento all’Arpac tocca il controllo e rilevamento fonometrico e al Comune e alle forze dell’ordine tocca il controllo del rispetto degli orari. In altri servizi giornalistici abbiamo parlato della “ trasparenza degli atti amministrativi”; ebbene, si ripeschino leggi e regolamenti, si applichino, li si facciano rispettare, senza che sia il singolo cittadino esasperato a sbattere la testa in cerca di un qualche tutore della legge. Subito, da oggi, ci si proponga di elaborare un “ Progetto di Risanamento” di cui all’art. 7 della 447/95. Ciò significa che bisogna lavorare ad un adeguamento delle situazioni, licenze amministrative, sistemi moderni di insonorizzazione, tipi di musica e intrattenimento, per una coesistenza pacifica e un rispetto dei diritti e della salute psico fisica di tutti. Faccio un esempio che è sotto gli occhi, anzi “dentro le orecchie” di tutti. Ferma restando che le feste religiose e i riti popolari sono assolutamente da rispettare, è mai possibile che – oltre al normale Comitato di Festa – sia concesso a qualunque privato, a qualunque ora e in qualunque posto di sparare botti ( si badi bene assordanti) che mandano in crisi cani, gatti ed altri animali, oltre che naturalmente le persone. I fuochi artificiali sono bellissimi e vengono sparati ad orari prestabiliti e da persone esperte. Ma per il resto? Il singolo tuono? La tempesta di tuoni consecutivi e assordanti? Non avvelenate il paese con esasperazione, odio, e soprattutto disprezzo per le autorità che non vengono considerate più al servizio della collettività, ma avvocati di parte dei disturbatori della quiete. Ed essendo il Piano di Risanamento ormai indifferibile, la Regione Campania farebbe bene inviare un Commissario ad acta, così come fece nel 2003!

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