LE OPINIONI

IL COMMENTO L’utopia per uscire dal baratro

Voglio bene ad Ilia Delizia. Amo la sua dolcezza ed il modo di porsi. Rimasi affascinato dalla sua opera fondamentale “Ischia, l’identità Negata” del 1987, che presentammo all’Hotel Jolly di Ischia, e da allora ho seguito tutto il suo impegno culturale, civile, politico, per ricostruire l’identità dell’isola. Quel gruppo di studiosi – intorno al prof. Giuseppe Luongo – per realizzare la monumentale monografia sul terremoto di Casamicciola del 1883 avrebbe meritato la cittadinanza onoraria di Casamicciola come proposi nel 1999 presentando il volume all’ Hotel Manzi alla presenza dell’allora Presidente della Provincia di Napoli, Amato Lamberti. Dalla presentazione dei due volumi passano 12 anni. Dal 1987 gli anni sono 35. Dal 1999 gli anni sono 23. Non si è realizzato nulla. Anzi la situazione ambientale si è aggravata col terremoto del 21 agosto 2017.

Ilia Delizia

La professoressa Ilia Delizia ha insegnato per oltre vent’anni Storia dell’Architettura alla Federico II di Napoli ed ha dato all’isola d’Ischia quell’opera monumentale “Ischia, l’ identità negata” (1987-ESI-Napoli) oltre ad un contributo scientifico immenso alla Monografia completa sul terremoto di Casamicciola del 1883 (1999-Servizio Sismico Nazionale-Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato) con altri quattro lavori pluridisciplinari successivi che offrono un quadro chiaro e completo dell’ espansione urbanistica dell’isola d’Ischia e del suo caotico sviluppo. Ho già avuto modo di affermare innumerevoli volte che dopo il terremoto del 21 agosto 2017 non c’era bisogno di nessun altro studio, ricerca, microzonazione per conoscere quello che è già conosciuto o già studiato. Abbiamo già tutto. Bastava che il Commissario Straordinario di Governo, Carlo Schilardi, ex Prefetto, si fosse rivolto al prof. Giuseppe Luongo ed al suo gruppo di lavoro multidisciplinare per fare le scelte fondamentali per la “Ricostruzione”, imposte dalla natura del suolo, e poi sottoporle ad un ampio confronto democratico nella popolazione e nelle istituzioni locali e nazionali.

La copertina de Le socialisme en liberte

In questo modo un Piano di Ricostruzione che la prima edizione del “decreto Genova” (dove il primo Governo Conte nel 2018 inserì i terremoti di Ischia e di Amatrice quali emergenze nazionali) sarebbe stato redatto ed approvato in sei mesi e – cosa ancora più importante – sarebbe nata nella cittadinanza una nuova coscienza collettiva per diffondere una cultura della sicurezza prioritaria su tutto. Non è stato fatto nulla di tutto questo. E con una incredibile faccia tosta il sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale e quello di Forio, Francesco Del Deo, parlano in assemblee nazionali di “passi in avanti per la ricostruzione” in un silenzio tombale di una opinione pubblica spenta e di un inesistente movimenti di circa 1.000 o più terremotati. Il Piano di Ricostruzione – che con una modifica alla legge nel 2019 è stato assegnato alla Regione Campania – non è stato redatto e non è stato quindi approvato nonostante le continue promesse dell’assessore regionale all’Urbanistica, Bruno Discepolo, che definisco inutile e francamente stancante con le promesse del “piano segreto” di cui nessuno conosce nulla. Discepolo annunciò con una intervista su Il Mattino il 25 gennaio che il piano sarebbe stato redatto in due o tre mesi. I tre mesi sono scaduti il 25 aprile. Dispepolo – con il nuovo Commissario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini – il 26 aprile manda il vice presidente della Regione o alter ego di De Luca, Fulvio Bonavitacola, ad annunciare che sarà pronto per il 20 agosto. Il 22 agosto in una conferenza stampa – un istituto di comunicazione diretta che dovrebbe essere rivisto anche con una protesta dei giornalisti – Discepolo con Legnini annuncia che sarà pronto per “settembre e con una approvazione in giunta regionale entro ottobre”. Oggi è il 26 settembre è non c’è stato alcun comunicato diretto per annunciare il piano ed è probabile che la data sarà spostata alle calende greche una specie di libro dei sogni o indicazioni di massima come tutti i piani e programmi redatti o appuntati dalla Regione Campania in 52 anni. E’ difficile o ancor peggio inutile un acceso dibattito sul “riformismo” o il “massimalismo” in urbanistica come quello avviato dal prof. Belli e continuato dall’ amico Franco Borgogna.

L’assessore regionale Bruno Discepolo

La Regione Campania ha un timing o un orologio con lancette scassate ed una classe dirigente – di ieri e di oggi – incapace di scegliere in materia di assetto territoriale. Così si illude la popolazione con promesse non mantenute, annunci sempre di speranze e con un popolo rassegnato ed in ginocchio per preghiere non esaudite. Magari si potesse attuare il riformismo in urbanistica con decisioni ampiamente discusse tese anche alla maturazione civile delle popolazioni per il NO a costruire in determinati posti come il caso dell’ epicentro del terremoto di Casamicciola, lo stesso da almeno cinque secoli e per almeno sette terremoti. Cos’ Ilia Delizia scrive un magnifico articolo su IL CONTINENTE contenuto nel numero 1-3/2021 sulla proposta del prof. Giuseppe Luongo per un Parco Naturalistico e Scientifico nell’area del Majo-La Rita-Fango con dovizia di particolari e suggestione di immagini e parole per una realizzazione – anche con un concorso nazionale per il progetto – che potrebbe cambiare il modello di sviluppo economico e civile di Casamicciola e dell’isola d’Ischia. Ilia dice che di questi tempi un progetto simile potrebbe essere ritenuto “utopico” ma sottolinea che “in tutte le fasi più critiche della storia solo l’utopia ci ha fatto emergere dal baratro in cui eravamo immersi”. E’ lo stesso sentimento che albergava nel cuore di Altiero Spinelli lasciando l’isoletta di Ventotene nel 1943 dove aveva sognato gli Stati Uniti d’Europa ed aveva scritto con Eugenio Colorni ed Erneto Rossi il Manifesto per una Europa Unita nel 1941. Spinelli scrive dell’“ebbrezza per i sogni impossibili”.

Comprai a Parigi nel 1970 alle Gallerie Lafayette un libro che mi ha accompagnato per tutta la vita. Era di Alfred Sauvy (1898-1990) su “Le socialisme en liberté”. Un libro di utopie. Ma Sauvy avverte che “il socialismo non è un affare di intelligenza ma di coraggio. Questa opera può essere a questo titolo essere classificata nel genere utopico. Sarà già un progresso perché gli opposizioni estremi al regime capitalistico non sono ancora allo stadio dell’ Utopia”. 52 anni dopo si può aggiungere che nel piccolo come nei grandi problemi bisogna avere il coraggio di quella che sembra Utopia per realizzare quello che ci impone il corso dei tempi e cioè rendere l’ Utopia una realtà.

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* DIRETTORE DE “IL CONTINENTE”

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La vera utopia è quella di illudersi che gli attuali personaggi che gestiscono “l’affaire urbanistica” isolano, possano concretizzare qualcosa di buono.
Il termalismo dovrebbe essere la risorsa primaria su cui puntare per il futuro turistico di Casamicciola e di tutta l’isola d’ischia, invece al momento resta solo accessorio al turismo balneare, che ovviamente non consente alcun margine per l’agognata destagionalizzazione!
L’andazzo è già segnato: quartini ovunque e niente bagni caldi natalizi…rassegnamoci.

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