LE OPINIONI

IL COMMENTO Mappe di comunità per gli obiettivi del piano di ricostruzione

DI BENEDETTO MANNA

Con la pubblicazione il 7 gennaio c.a. del Piano di Ricostruzione (PdRi) dell’isola di Ischia per i Comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno, interessati dal sisma del 2017 e dagli eventi franosi del 2022, così come riportata sui siti istituzionali dei tre comuni e della struttura commissariale, si è aperta la fase dedicata alle osservazioni, che potranno essere presentate entro il 7 marzo p.v. dalle amministrazioni locali, dai cittadini e dai portatori d’interesse. Si richiamano gli aspetti fortemente innovativi del piano ai fini di comprendere le potenzialità per una nuova visione di gestione di politica locale che può basarsi su processi condivisi e partecipati per sviluppi sociali ed economici del proprio territorio. Il piano ha lo scopo di non limitarsi al solo aspetto emergenziale sisma – frana per la ricostruzione e mitigazione del rischio, ma intende bensì svolgere un approccio integrato,combinando insieme ad esso anche l’aspetto della rigenerazione territoriale e paesaggistica. Tra l’altro il Piano di Ricostruzione,come strumento di coordinamento intercomunale, datala complessità del territorio,ha dato luogo, come fattoinnovativo, a unacollaborazione di tutte le istituzioni coinvolte (Struttura Commissariale, Autorità di Bacino, Comuni interessati, Protezione Civile) e potrà costituire un riferimento per la pianificazione comunale dei territori coinvolti (i cosiddetti PUC). Il Piano si prefigge un obiettivopiù ampio di riqualificazione e riforma territorialecapace di una convergenza di strategie che superino la mera riparazione dei danni, coniugando sicurezza e rigenerazione con un’attenzione particolare alla mitigazione del rischio, ai valori paesaggistici e alle potenzialità di sviluppo locale. Pertanto in parallelo all’adozione del PdRi si è proceduti alla redazione anticipata per la sola parte riferita all’isola d’Ischia (Ambito Paesaggio 15) del Piano Paesaggistico Regionale(PPR), ancora in via di ultimazione per l’intero territorio della regione Campania. Esso entrerà in vigore in modo innovativoe in anticiporispetto al resto del territorio regionale e sostituirà pertutti e sei i Comuni dell’isolail Piano Territoriale Paesistico attualmente vigente, permettendo così una pianificazione unica e integrata. Il Piano Paesaggistico consente di valorizzare aree di interesse storico e culturale e di promuovere interventi compatibili con il contesto paesaggistico, coerentemente con il Piano di Ricostruzione, che diventa parte integrante dello stesso piano.Per tal motivole demolizioni e ricostruzioni degli immobili in aree a rischio saranno consentite (ulteriore fatto innovativo)se sostenibili in base al PdRi(per il rispetto di prescrizioni tecniche precise), anche per evitare un numero eccessivo di delocalizzazioni per gran parte di esse con esiti non scontati. In tal modo si raggiungono gli obiettivi del PdRi che, per tutelare il sentimento di attaccamento delle comunità ai luoghi martoriati dal terremoto o dalla frana, stabiliscono le possibilità per poterli riabitare in sicurezza e nel rispetto dei valori paesaggistici e ambientali caratterizzanti. Diversamente per gli immobili in condizioni di estrema criticità, anche se non direttamente colpiti dagli eventi calamitosi, perché costruiti a ridosso degli alvei o situati in aree, in cui i rischi idrogeologici o sismici non possono essere mitigati in modo efficace, o perché interferiscono con indispensabili opere di mitigazione o intralciano le vie di fuga (Piani di Protezione Civile) e altri interventi di adeguamento infrastrutturale (vasche di colmata),il trasferimento (delocalizzazione) è previsto verso aree più sicure, già urbanizzate e lontane da coste, gole e centri storici, nel rispetto di precise regole edilizie.

Un aspetto centrale del piano è il suo impegno verso il consumo di suolo a saldo zero, improntato a una filosofia che accomuna l’intero territorio regionale. Sono sempre fatte salve condizioni di flessibilità che consentono di verificare approfondimenti progettuali e valutare soluzioni definitive. Quindi l’obiettivo primario eambizioso del piano è quello di riuscire, contemporaneamente, a mettere il territorio in sicurezza e garantire laddove possibile la permanenza dei cittadini nei centri abitati, pur consci che l’eliminazione di ogni rischio non è immaginabile. Si vuoleevitare la diaspora o l’allontanamento di tanta gente (303 sono gli sfollati stimati senza casa tra alberghi e appartamenti) da quelli che sono luoghi identitari di una comunità.Obiettivoche diventa anche strategiconel momento in cui, oltre preservare e riqualificare gli abitati storici, tende anche a conservare l’identità insediativa del suo territorio insieme alla valorizzazione del paesaggio con parchi, sentieri e infrastrutture, capaci di intrecciare sicurezza e memoria, natura e comunità. Il piano riconosce nelle aree rurali e forestali non solo elementi di stabilità ecologica e idrogeologica, ma anche tasselli indispensabili di un paesaggio vissuto e condiviso. Terrazzamenti e boschi non sono semplicemente preservati, ma riattivati come risorse per una nuova economia del luogo, capace di integrare tutela e sviluppo. Percorsi storici e naturali, vedute panoramiche,infrastrutture tradizionali (scuole, parrocchie, ecc.) e verdi (reti ecologiche per la salvaguardia della biodiversità), strutture architettoniche (si pensi alle case rupestri), siti archeologici, vengono integrati in questa visione del piano per il rilancio del patrimonio storico, naturale e sociale. L’isola diventa un laboratorio di resilienza, dove ogni intervento si radica nel rispetto della specificità dei luoghi, costruendo un futuro che si nutre della memoria e della capacità del territorio di rigenerarsi continuamente. Quindi il piano di ricostruzione di Ischia non è solo un documento tecnico, ma una visione per il futuro dell’isola. In particolare è un piano sovracomunale, includendo tre municipalità, e un piano di riqualificazione ambientale, urbanistica e paesaggistica. Orbene il 27 gennaio u.s. era attesa la presentazione ufficiale dello stralcio della parte paesaggistica per Ischia del Piano Paesaggistico Regionale, come validato il 18 dicembre scorso dal Comitato Tecnico Istituzionale tra Regione Campania e Ministero della Cultura. Non essendo avvenuta, si rimane in attesa di una nuova comunicazione ufficiale della Direzione generale del Governo del Territorio per conto del relativo assessorato, riguardo all’indicazione di una nuova datadi incontro pubblico per poter presentare nel dettaglio il piano paesaggistico e discutere con le comunità locali, gli esperti e i rappresentanti istituzionali le strategie che esso mette a disposizione. L’evento rappresenta una tappa importante per avviare la svolta necessaria, non solo per la ricostruzione post frana, ma anche per rilanciare la richiamata idea di sviluppo sostenibile e integrato per Ischia. Tra l’altro di questo ritardo si dovrà tener contoriguardo ai tempi stabiliti entro i quali avviare la fase di attività delle osservazioni, essendo i due documenti PdRi e PPR integrati tra di loro, come strumento unico di pianificazione.

È prevedibile quindi uno slittamento in avanti del termine 7 marzo p.v.. Orbene sarebbe il caso di incominciare a pensaredi fornire le dovute osservazioni appena sarà pronto ilPPR ricorrendo, per esempio,allo strumento delle Mappe di Comunità, indispensabili in tutti i processi in cui è richiesta la partecipazione dal basso del mondo locale per meglio rappresentare l’identità e le caratteristiche di un luogo, o i caratteri che rendono un posto differente e speciale da qualsiasi altro. Esse risalgono alla nascita delle Parish Maps in Inghilterra negli anni ’80, come frutto della felice intuizione dell’associazione Common Ground che, prima fra tutte, scelse di dedicare le proprie energie alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio locale attraverso il coinvolgimento delle comunità locali. Esse quindi facilitano molto bene quel processo di riconoscimento identitario nella propria realtà, che come descritto, è la premessa per gestire in modoconsapevole, partecipato e condiviso il rilancio del proprio territorio sulla base delle sue potenzialità socio economiche e ambientali. In pratica sono uno strumento di partecipazionecon cui gli abitanti di un determinato luogo hanno la possibilità di “rappresentare” e “ricomporre” in modo assolutamente originale il patrimonio, il paesaggio, i saperiin cui si riconoscono e che desiderano trasmettere alle nuove generazioni. Consistono in una rappresentazione cartografica o in un qualsiasi altro prodotto od elaborato in cui la comunità si può identificare. Sulla mappa sono riportati elementi del paesaggio naturale e del paesaggio umano, come anche oggetti, simboli, luoghi e azioni che caratterizzano il territorio di appartenenza. Pertanto si suggerisce alla Direzione generale per il Governo del Territorio, nell’ambito dell’iniziativa“paesaggi in _formazione”,di far conoscerenegli incontri di co-progettazionedel processo partecipativo per il PPRin cosa consistono e come si realizzano leMappe di Comunità,viste anchecome progetto da sottoporre in seguito anche all’attenzione dei decisori politici. Igruppi di lavoro previsti sono di solito di circa 10 fino a 30 persone (per comunità tra le 3000 e 5000 persone), che andrebbero appoggiati dalla stessa Regione con mezzi, fondi, competenze (per esempio con la presenza della figura del facilitatore). Tutto ciò renderebbe più facile innalzare il livello qualitativo dei risultati attesi. Trovandoci intema di innovazioni per Ischia, sorge spontaneo invitare ad avviare qui sull’isola per la prima volta tale pratica, come progetto pilota.Potrebbe essere non una cattiva idea, se fatte segno di dovuta attenzione tali “mappature” in tempi di Big Data.

* INGEGNERE

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