LE OPINIONI

IL COMMENTO Minoranza, ne sentiamo la mancanza

DI RAFFAELE MIRELLI

Diceva un grandissimo politico dei tempi passati: “Dove non c’è minoranza, la maggioranza rischia una crisi d’identità!”. Ci sembra giusta come apertura a questa breve riflessione che scrivo dopo il cortese invito del coordinatore del quotidiano Gaetano Ferrandino. Ci sarebbero molte cose da dire e poche su cui riflettere, fatto sta che lo status quo è questo. Una ricca maggioranza schierata in un unico corpo di pensiero e d’azione. Questo è il quadro del nostro comune ischitano e quello del nostro limitrofo amico comune di Barano. Due vittorie schiaccianti, quasi opprimenti, ma non devastanti: non è devastante perdere una battaglia, forse si è persa un’occasione ma la responsabilità dei “perdenti” è sempre parziale.

Evidentemente l’operato dei nostri attuali reggenti è stato tale da permettere una creazione di solidità, che ha scacciato via ogni dubbio dal cuore degli elettori. Forse è tempo di affermare che l’operato delle forze politiche attuali sia stato ben accolto da molti cittadini e questo – mi permetto di dirlo – potrebbe anche essere sintomo di una soddisfazione generale, “plebiscitaria” come spesso si è scritto negli articoli che hanno accompagnato gli elettori nella breve corsa elettorale. Risultato scontato? Sì, senza dubbio! Nessuno ha avuto troppi dubbi, i dubbi li hanno avuti i “contro candidati”, i quali sono stati a limite di una realtà che non li ha visti necessariamente molto attivi nella costituzione di una forza di pensiero e di condivisione. Troppi stenti, poche certezze. Validi strateghi possono essere considerati i nostri sindaci attuali, questo non lo può negare nessuno. La mancanza per la minoranza è un sintomo che si può racchiudere nella cifra di assenteismo alle urne, registrato rispetto alle precedenti elezioni: chi non ha votato, ha dimostrato un pensiero di minoranza, quindi di effettiva mancanza. La stessa che ci assale quando si è delusi, preclusi e vittima di un sentimento di esclusione. 

In alcuni casi, la cosiddetta “alternativa” intesa come forza di opposizione a un disegno già strutturato e portato a termine dai vincitori, non è stata in grado di compiere atti di grande rivalsa. Troppo spesso si è arrivati all’ultimo momento per decidere di presentarsi, forse vittime di una solida paura – forse – di una mancata strategia di coesione. Del resto la politica, la capacità di mettere insieme le persone, non può essere costruita in un solo giorno, ma è frutto di lavoro costante e, talvolta, ossessivo, assorbente, monopolizzante: lo dico a chi in questi giorni è stato telefonato continuamente per una richiesta di preferenza, o prima ancora, per essere incluso in una lista dell’ultimo momento, piombata dal cielo, priva di legami effettivi. 

E diciamolo pure senza remore: spegnere il telefono è stata la scelta più giusta per molti elettori. Tutto ciò è espressione del nostro operato come comunità, della nostra visione “circa” la politica. Ti telefono, mi voti. Non ti telefono, non mi voti. Ti telefono, ti candidi. Non ti telefono, non mi candido. Scusate il gioco di parole: Il telefono è la morte della politica. Eppure, in questa veloce tornata elettorale, non sono mancate le sorprese. Mi riferisco a quelle persone che si sono schierate in campo come “neofiti” e hanno saputo appassionarsi e appassionare con delle visioni e analisi peculiari – a volte anche molto ingenue -, ma sintomo di una passione genuina per il territorio. Ma la domanda resta sempre la stessa: cara minoranza, adesso dove sei? Resterai chiusa in una stanza, attendendo di essere chiamata alla parola? Non ci vogliono, però, troppi giri di “parole” e nemmeno tanta arguzia. La minoranza è già servita e attende di essere risvegliata. Per cui – detto questo – auguro a tutti coloro che vorranno riprovare a portare nella nostra società un seme di cambiamento, di organizzarsi fin da ora per creare un gruppo credibile, stabile e capace di proporre un programma d’azione politica per il futuro dell’isola. Non aspettate la fine della corsa per montare a cavallo. Spesso troverete solo dei “ciucciarielli” che vi attendono alla linea di partenza. 

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Ai nostri neo-eletti auguro di fare ancora meglio rispetto a prima, perchè questo ne è il presupposto essenziale per una politica di potere cittadino e non personale. Il merito per il momento lo avete tutto: avete creato una coalizione di forza, efficace e non voglio indagare le basi su cui essa si poggia. Sarà sincera? Lo vedremo e ve lo auguriamo per il bene di tutti noi, oltre le opinioni del momento e la smania di dire cose – a volte – troppo intelligenti.

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* FILOSOFO

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