IL COMMENTO Omicron, quando la follia è allo stato puro
Questa nuova variante del covid-19 si potrebbe paragonare allo scirocco, il vento caldo che spira dal nord Africa: entra dappertutto, è insidioso, la sua sabbia rossa la troviamo appiccicata ovunque. E allora interi nuclei familiari contagiati, isolati, studenti in Dad, docenti in quarantena e docenti che non esercitano perché non vaccinati, l’unico sollievo è che porta sintomi lievi. Mal di testa, raffreddore, ma continua irrefrenabile la corsa in tutte le farmacie d’Italia alla ricerca dello Zitromax, ormai introvabile, un miraggio per tutti quelli che lo cercano. Lo Zitromax contiene la azitromicina, fa parte di una classe di antibiotici che si chiamano macrolidi, efficaci contro molti batteri, anche per streptococco, e viene utilizzato per il trattamento delle infezioni delle alte e basse vie respiratorie, ma anche della cute e dei tessuti molli e delle infezioni odontostomatologiche.
L’antibiotico Zitromax ed il generico sono usati nella terapia contro il Covid in seguito a diversi studi scientifici che ne hanno dimostrato l’efficacia sia per contrastare eventuale complicanze nei malati dovute a batteri, sia con valenza di immuno modulante contro il virus Sars-Cov2. Ma perché lo prescrivono se non ci sono sintomi? O addirittura asintomatici. È assurdo poi, hanno paura del vaccino e non di prendere un antibiotico che non occorre! Siamo alla follia totale, una corsa inutile alla ricerca di un farmaco che non serve, purtroppo parlano in troppi, virologi e infettivologhi sono diventati i veri protagonisti dei talk show, è il caso di dire, troppi galli a cantare.
Omicron ha sparigliato ancora una volta i giochi. La nuova variante si è propagata con incredibile velocità diventando in poche settimane dominante, nella coabitazione con la Delta, anche qui da noi. Tuttavia, è evidente che l’emergenza di questi giorni è molto diversa da quella dell’anno scorso. Omicron produce forme meno gravi ed è molto più diffusiva. I dati da questo punto di vista sono eloquenti. Un anno fa in questi giorni, nei primi giorni di gennaio, le infezioni erano circa 20.000, con oltre 2.500 persone ricoverate in terapia intensiva. Oggi, le infezioni sono 10 volte di più (attorno alle 200.000), ma i posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti covid sono circa 1.700. Anche grazie al vaccino riusciamo, pur con qualche fatica, a contenere il numero di ospedalizzazioni. Ma adesso il problema è diventato evitare il rischio di vedere il Paese bloccato a causa della diffusione capillare della malattia.Su vaccinazioni, apertura di scuole e attività produttive il governo tiene la barra dritta. Posizione ampiamente condivisibile. Soprattutto perché non sappiamo per quanti inverni dovremo gestire queste ondate virali. Se il tema è imparare a convivere sensatamente con il virus, è allora necessario riuscire a non dimenticare parti importanti della nostra organizzazione sociale.Nelle lodevoli iniziative governative di questi giorni occorre però rilevare che a ‘scomparire’ è stato, ancora una volta, quel soggetto fondamentale che è la famiglia. Eppure sono davvero grandi le difficoltà che in questi giorni le famiglie italiane stanno affrontando in quanto nuclei, più o meno grandi, di convivenza. Assediate come sono dall’infezione che colpisce un figlio, un genitore, un cugino, un amico del figlio o della figlia col quale questi sono stati a contatto. A differenza di un anno fa, oggi nella gran parte della famiglie c’è almeno un positivo.Gli spazi abitativi, come sappiamo, sono spesso inadatti. I tempi del tutto inadeguati. Non dimentichiamoci che, anche quando si è asintomatici, si deve rimanere in isolamento per giorni. I nonni, per ragioni evidenti, sono in parte fuori gioco. Nessuno si sente di chiamare un anziano genitore, anche se vaccinato, a curare il figlio-nipote. Ed è, dunque, urgente che il governo intervenga per far sì che nelle prossime settimane le famiglie siano messe nelle condizioni di poter gestire questo nuovo tipo di emergenza. Tutti, a cominciare da Mario Draghi, hanno detto e ripetuto in mille occasioni: la famiglia va rimessa al centro della vita sociale. Non si lascino dunque le famiglie sole e a gestire in solitudine le prossime settimane. La pandemia chiede ai governi non solo di agire in fretta, ma di avere anche uno sguardo integrale. Siamo passati da un Governatore Lanciafiamme ad ad uno accomodante e intanto il paese deve andare avanti, senza dimenticare nessuno. E tanto meno la famiglia.