CULTURA & SOCIETA'

Consegnate le pergamene al merito del Capitano Di Meglio e del nostromo Paolella

Nei giorni scorsi la cerimonia in sala consiliare a circa 60 anni di distanza dal mancato naufragio della Bridgewater

Una bella cerimonia per ricordare una storia di mare a lieto fine e, soprattutto, per rendere il giusto omaggio, anche se a circa 60 anni di distanza, a due prodi ischitani che contribuirono al salvataggio di un intero equipaggio travolto da una tempesta a largo dell’Oceano Indiano.  E’ questo il sunto del pomeriggio trascorso nella sala consiliare del Comune d’Ischia che ha visto la consegna da parte del Sindaco Enzo Ferrandino di due pergamene alle famiglie DI Meglio e Paolella in ricordo del Capitano Giuseppe DI Meglio e del nostromo Giovanni Paolella che, a bordo della nave Elios, salvarono l’equipaggio della Bridgewater.

Sono stati i ragazzi dei due istituti “Cristofaro Mennella” e “Vincenzo Telese” a far entrare tutti i presenti nel vivo di una vicenda avvenuta nel 1962 e che, ancora oggi, riesce ad emozionare. «Ho rivissuto con emozione questa storia a lieto fine – ha dichiarato il Sindaco Enzo Ferrandino  – grazie al coraggio di due  figli di Ischia. Il rapporto che abbiamo col mare è sempre stato particolare, da barriera con la terraferma a occasione per intensificare i rapporti con il mondo. Da Ischia partono storie che a volte ritornano, come questa. E’ doveroso ricordarla e tramandarla ai nostri figli, ai nostri nipoti. Mi rivolgo soprattutto ai ragazzi del nautico, la vita di mare necessità di grande generosità e noi ischitani, popolo mite, di fronte alle situazioni di difficoltà riusciamo interpretare la vita con grande coraggio. Dobbiamo anche noi, nella nostra azione quotidiana,  seguire questi esempi che reputo fondamentali». Assente per motivi familiari il Comandate del Circomare Ischia il cui è saluto è stato affidato al luogotenente Giuseppe Riviello, «siamo onorati di essere presenti, queste storie ci dimostrano il valore del soccorso in mare che riguarda molto da vicino noi della Guardia Costiera. Onore ai due caduti per quello che hanno fatto, per noi è un esempio e spero lo sarà anche per i giovani».

Gli studenti del Mennella, indirizzo nautico, hanno immaginato un’intervista tra i comandanti delle due navi, alle ragazze del Telese, indirizzo grafico, la lettura di diverse testimonianze tra lettere e marconigramma di ringraziamento. Sui banchi della sala consiliare ritagli di giornale, fotografie e alcuni disegni fatti dai ragazzi che, entro la fine dell’anno, realizzeranno un fumetto per raccontare questa storia.  Accanto al Sindaco anche il Capitano Carlo Di Meglio che, come responsabile della sicurezza marittima e della prevenzione dall’inquinamento marittimo per la regione Western Australia ha voluto rilasciare un certificato di merito al comandante della nave e al suo equipaggio. L’assessore Carolina Monti, motore dell’iniziativa, insieme al Sindaco Ferrandino, ha poi consegnato le due pergamene alle famiglie emozionate di questo significativo riconoscimento. «Quest’evento – ha dichiarato commossa la dirigente Di Guida – sottolinea sempre di più il grande valore della formazione marittima in Italia non solo per le competenze  tecniche, ma anche per il valore personale di chi lavora in mare e con la gente di mare.

Diciamo ai nostri studenti di andare per mare con competenza e  con passione perchè  la nave solca i mari che rappresentano il serbatoio della vita e bisogna quindi rispettarne la cultura e i valori. Diciamo loro di tenere sempre fermi i valori etici della formazione umanistica che viene dal nostro paese che non è uno stivale, ma una mano protesa nel mare. Il capitano Di Meglio e il nostromo Paolella sono andati incontro all’ignoto, nel salvare l’equipaggio hanno risposto alla loro coscienza etica». Il dirigente Sironi ha invece sottolineato l’occasione offerta dalla consegna di queste onorificenze che hanno permesso ai ragazzi di studiare un pezzo di storia con passione. «È una storia di solidarietà e penso che per gli uomini e le donne di mare sia spontaneo salvare. Per chi sta a mare  anche in guerra c’è solidarietà,  un sentimento antichissimo che troviamo sin dai poemi omerici e che oggi viene tradotto in episodi di una tristezza inaudita nei confronti di chi è costretto, invece, ad attraversare il mare. Da questa storia traiamo una lezione: il mare ci deve insegnare che la specie umana è vincolata da sentimenti profondi di solidarietà.

A chiudere il pomeriggio il saluto del professore  Nicola Lamonica, vecchia guardia dell’istituto Nautico di Procida che ha formato molti ischitani oggi impegnati in mare, «oggi ci si confronta con mille strumenti, allora c’era un marconista, una radio che ascoltava e rispondeva. Il linguaggio doveva essere universale, e l’sos lo conoscevano tutti. Immaginavo quel  mare in tempesta, le due parti che si scambiano le informazioni tra longitudine e latitudine e il gruppo di lavoro che si chiede come fare a salvare quegli uomini. È in quel momento che arriva la tecnica del marinaio. Oggi abbiamo la possibilità di vivere una nuova società sul mare tenendo conto che le migrazioni sono frutto dei cambiamenti climatici. È nostro dovere salvaguardare questa profonda cultura legata al mare».

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