LE OPINIONI

IL COMMENTO Partita doppia per Procida capitale della cultura

DI GIORGIO DI DIO

Procida si sveglia in una luce soffusa che impasta insieme antico e moderno. Luce che si inoltra per la strada che conduce all’antica rocca di Terra Murata, sorvola il miracolo della Corricella, scivola accanto all’antico palazzo D’Avalos, passa per la porta che chiudeva fuori i Saraceni. Luce che ha fatto irruzione il 9 aprile 2022 giorno di inaugurazione di Procida capitale italiana della cultura. Luce che ha invaso l’attesa spasmodica di ogni procidano. Luce che li vede camminare per i vicoli, tra colori che tolgono il fiato in attesa degli spettacoli, le sfilate, gli acrobati, la pianista che suona sospesa nell’aria, il capitano Achab nella sua forsennata incredibile caccia a Moby Dick con danze e musiche, con note che si rincorrono in una folle corsa fino al finale tragico. Poi è la volta di Mattarella, prima volta nella storia della visita ufficiale di un Presidente della Repubblica. È l’atmosfera di una marcia trionfale con in testa sindaco e amministratori.

Mesi dopo, nella serata di addio a Procida capitale italiana della cultura la stessa luce ma costruita artificialmente da tantissimi procidani in sella alla bicicletta ha invaso il palco per lo spettacolo serale, inondando il tutto di luce rosa e illuminando l’immenso pensatore. Che starà pensando a tante cose belle ma, sarà per deformazione professionale, io credo che stia cercando di vedere Procida capitale italiana della cultura come un bilancio a sezioni contrapposte. Forse sta pensando alle cifre, ai numeri, alla difficile organizzazione di un evento così importante.

E non è stata solo Procida in gioco. Quest’anno ha rappresentato una straordinaria visibilità di Procida su un piano internazionale e la piccola isola è diventata un faro per il rilancio del turismo in tutta la regione Campania. La realizzazione di un progetto che presenta diverse centinaia di eventi che hanno avuto una ricaduta economica di grande spessore deve seguire rigidi principi economici.

Sono sorte numerose associazioni senza fine di lucro peer organizzare gli eventi. Sono stati ingaggiati artisti straordinari, preparati spettacoli inimmaginabili. Sono state spese cifre notevoli. Con la partecipazione del Comune ma soprattutto con contributi che provengono da altri enti (principalmente la regione Campania con il Governatore De Luca appassionato da questo incredibile risultato cha ha raggiunto Procida). E questi contributi bisognerà rendicontarli, spiegando ogni piccola cosa, allegando i documenti contabili. Insomma, bisognerà fare un vero e proprio bilancio, meglio se a sezioni contrapposte. Rispettando il principio di competenza, che spesso non coincide con la cassa. Ci sono contributi che sono ricavi ma che spesso non arrivano subito e allora, nello stato patrimoniale, è meglio metterli tra i crediti esigibili oltre l’esercizio successivo, perché non si sa quando arrivano. Ed è sempre prudente tenersi pronti una svalutazione.

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Poi, però, ci sono i soldi veri quelli che arrivano subito e allora vanno messi tra i ricavi nel conto economico in contropartita con i crediti esigibili entro l’anno e destinati a restarci poco perché subito girati al conto banca. E tra i costi cosa ci mettiamo? I soldi che arrivano vengono spesi. I contributi ricevuti servono per l’organizzazione. Oltre alle somme spese direttamente dal comune, si sono dovuti finanziare tutti gli eventi. Alla fine, il bilancio finisce in pareggio. Tutti quello che si riceve viene speso. E alla fine nessuno ci guadagna, perché, a conti fatti, le associazioni coinvolte nel progetto si sono rese conto che i contributi ricevuti li devono spendere tutti. Ci guadagnano le attività culturali ed economiche, il miglioramento delle strutture e dell’accoglienza, soprattutto ci guadagna l’enorme sviluppo turistico non solo a Procida, ma in tutta la Campania, non solo nel 2022 ma anche negli anni a venire. Poche cose nello stato patrimoniale passivo. Una di queste, la più rilevante, è il disagio di parte dei cittadini che hanno dovuto accogliere una massa di turisti mai vista prima, che hanno dovuto subire l’onere dei rigidi divieti, che, diciamolo, perdono quella tranquillità che l’animo procidano ha sempre cercato. Ma si sa, in un bilancio se c’è l’attivo ci deve essere per forza il passivo. E se il passivo è inferiore all’attivo allora c’è l’utile che pareggia il tutto. L’importante è che non ci siano squadrature. È così che funziona la partita doppia.

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