LE OPINIONI

Il Commento Perché una “Finanza di Territorio”

Qualche tempo fa Franco Borgogna – una delle migliori persone che ho conosciuto nella mia vita – scrisse qui un articolo sulla mancanza di dibattito nell’isola d’Ischia, la più importante località turistica della Regione Campania per ricettività quantitativa e qualitativa e per movimento di ospiti, sulla mancanza di dibattito, di confronto e di idee – dai quali poi nasce l’ azione politica – sulla scienza economica che è fondamentale diventata diffusissima nell’ Occidente industrializzato tanto da dividersi in decine di specializzazioni. Se prendiamo una vecchia copia di un quotidiano di 50 anni fa vediamo che l’Economia e la Finanza occupavano una sola pagina e la redazione economia era considerata la cenerentola del giornale. Oggi i grandi e piccoli giornali danno un rilievo enorme ai fatti economici e finanziari poiché è da questi fatti che nasce l’azione politica dei Governi e degli enti locali. In Italia abbiamo una pessima classe politica ma anche una buona classe economica costituita da imprenditori, manager, funzionari pubblici, a livello centrale e locale anche qui nell’ isola d’ Ischia. Il prof. Mario Draghi esprime questa capacità nazionale.

L’ Economia Politica è una Scienza relativamente giovane – ha poco più o meno duecento anni – ma se oggi non la conosci non puoi fare il politico o il giornalista. Se fai l’ amministratore comunale devi conoscere non solo i fondamentali dell’Economia Politica ma devi specializzarti in Finanza Pubblica cioè non solo devi conoscere l’ ordinamento giuridico degli enti locali, in permanente adeguamento normativo, ma dove attingere le risorse finanziarie del Comune sia dalle entrate proprie sia dalla cosiddetta “Finanza derivata” cioè i finanziamenti che pervengono al Comune dagli enti sovra-ordinati – Città Metropolitana, Regione, Governo ed adesso Unione Europea – per la realizzazione delle opere pubbliche e per il miglioramento dei servizi al cittadino. In un sistema concorrenziale esiste una concorrenza anche fra enti pubblici così attraverso i bandi si manifesta la libera concorrenza: chi è più capace a fare i progetti ottiene i finanziamenti e realizza opere pubbliche e migliora i servizi. La capacità di un amministratore e saper trovare i finanziamenti per la realizzazione delle sue promesse elettorali. E’ quindi indispensabile nei Comuni avere una ottima organizzazione amministrativa o un management di alta professionalità e di rigore morale.

Ho scritto un lungo pezzo apparso su IL GOLFO il 26 maggio scorso proponendo un “contratto istituzionale di sviluppo per l’isola d’ Ischia” ma ho dato per assodato che tutti sapessero che cosa sia un contratto di sviluppo ma credo che nessun amministratore locale dei sei Comuni dell’isola d’Ischia si sia soffermato a capire e valutare la funzione dello strumento finanziario pubblico. Basta fare una semplice ricerca su internet per avere una enormità di informazioni. Basta aprire il sito dell’agenzia pubblica INVITALIA per avere una vastità di informazioni, metodo, proposte, opportunità, chiarimenti. INVITALIA non deve essere un “Carrozzone” chiamato per consulente ma lo strumento DECISIVO per le politiche territoriali. Per fare qui quello che dice di essere chiamata a fare sul suo sito internet e quello che è scritto nel sito internet del Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale. Il punto è questo. C’è una produzione editoriale sulle tematiche del Mezzogiorno sterminata e dettagliatissima. In questi ultimi anni – dal 2016 con il convegno che facemmo con il Lions Club “L’ Europa a Mezzogiorno” – ho promosso decine di iniziative anche con IL CONTINENTE – iniziativa di editoria di politica economica e finanziaria e di Rinascimento locale senza scopo di lucro – cercando di promuovere i libri di Amedeo Lepore (“La Cassa per il Mezzogiorno e la Banca Mondiale-Rubbettino 2013 – Scusate il ritardo con Gianni Pittella – Donzelli 2016), di Carlo Borgomeo (“L’equivoco del Sud – Laterza 2013), di Giuseppe De Rita (Il lungo Mezzogiorno – Laterza 2020). Sono testi fondamentali per un rinnovato meridionalismo che si inseriscono negli studi e nell’ impegno dei grandi meridionalisti come Giustino Fortunato, Gaetano Salvemini, Francesco Compagna, Pasquale Saraceno, Giuseppe Galasso – per citare quelli che mi vengono alla penna ma faccio torto a decine di altri studiosi – che sostenevano il riequilibrio territoriale ed economico tra il Sud ed il Nord d’ Italia. Il meridionalismo è straordinariamente complesso perché ci sono periferie ancora più arretrate della periferia stessa nella sua vastità.

Insomma io credo che non sia più sufficiente in una realtà ad economia matura e complessa come quella dell’isola d’Ischia amministrare i sei Comuni come se ognuno fosse un condominio i cui amministratori debbono gestire un piccolo bilancio finanziario limitandosi a chiedere finanziamenti a questo o quell’altro Ente superiore. Occorre che il Comune come cellula fondamentale della democrazia politica e repubblicana sia posto al centro del Governo del Territorio non solo come erogatore di servizi (cosa relativamente facile) ma come governatore del suo micro sistema economico e sociale – privato o pubblico che sia – capace di migliorare la vivibilità degli abitanti ma di creare anche concrete possibilità di lavoro per i giovani. Ai consiglieri comunali estenderei il titolo di Onorevole perché assegno loro una grande responsabilità.

Si parla molto dei nostri giovani. Abbiamo almeno 3200 studenti nei 4 Istituti Superiori con 15 indirizzi di studi. Sforniamo almeno 500 diplomati ogni anno. Forse 100-200 laureati nelle università italiane. Se il Governo lancia programmi – come “Resto al Sud” – come e chi deve attuare sul territorio questi programmi? Quindi il Comune non è solo un “assumificio” per l’occupazione giovanile con contratti a tempo determinato o con assunzioni “intuitu personae” dato al sindaco – il latinismo per dire mi prendo chi voglio – che vengono fatte soprattutto o esclusivamente per mero clientelismo ma deve essere il motore dello sviluppo proprio con quelle finalità che vengono enunciate nei contratti di sviluppo. Sono 30 anni che è stata soppressa la Cassa per il Mezzogiorno. Ma NON è stata cancellata la necessità di un intervento straordinario nel Mezzogiorno. Continua in altre forme. E’ disperso però come prima o peggio di prima e si trasforma in effimera assistenza improduttiva e temporanea.

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Ricordo nel 1997 una straordinaria mobilitazione dell’ Ufficio Studi del glorioso Banco di Napoli – che viveva una drammatica stagione di crisi proprio perché dalla soppressione della Casmez aveva preso il posto di assistenza ad un sistema economico che non riusciva ad essere autonomo e quindi finanziava per il sociale ma non per l’economico – per diffondere la Programmazione Negoziata con i suoi nuovi strumenti per lo sviluppo e quel prezioso numero della sua gloriosa Rassegna Economica che costituiva un vademecum per ogni amministratore locale affinchè si favorisse lo sviluppo locale con i Patti Territoriali. Anche a questa nuova possibilità ho dato un contributo promuovendo e moderando il convegno che tenemmo sabato 9 maggio 1998 all’ Hotel Augusto di Lacco Ameno dal titolo significativo: “Gli strumenti della programmazione negoziata per lo sviluppo dell’isola d’Ischia” con la partecipazione del sindaco di Lacco Ameno, Domenico De Siano, del capo ufficio studi del Banco di Napoli, Francesco Saverio Coppola, con tutto il suo staff costituito da Massimo Falco, Luisa Di Martino, Antonio Principe, Paolo Terralavoro, con le conclusioni del Presidente della Provincia di Napoli, Amato Lamberti. Il Patto Territoriale poteva essere l’occasione per la coesione economica dell’isola d’Ischia – il finanziamento era di circa 100 miliardi di ex-lire – e per quanto mi interessava di risolvere l’eterna questione della destinazione delle macerie del Pio Monte della Misericordia di Casamicciola con tutto il suo rilancio industriale recuperando anche altre 12 strutture alberghiere e commerciali. Erano interventi possibili. C’erano le leggi.

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C’erano gli strumenti. C’erano i finanziamenti. Non se ne fece niente perché NON c’erano amministratori capaci e NON c’erano imprenditori locali. La Scuola Superiore che è in Ischia – penso ai Presidi degli Istituti Tecnici soprattutto al preside Mario Sironi il più attivo sui social e sulla stampa locale – dovrebbe interrogarsi sulle Risorse Umane che il Sistema Locale di Sviluppo deve avere per accrescere lo sviluppo – oggi in decrescita – e promuovere nuova imprenditoria anche ricercando all’ esterno dell’isola d’Ischia. Sono passati da quel convegno sui Patti Territoriali 24 anni e non solo non si è fatto un passo in avanti si sono fatti passi drammaticamente indietro con il terremoto del 21 agosto 2017 che ha avuto come altre 7 volte in due secoli Casamicciola come epicentro che non solo ha bisogno di una Ricostruzione (ma è meglio parlare e scrivere di Riqualificazione) fisica ma sociale e quindi economica e politica.

Credo che gli amministratori locali – soprattutto di Casamicciola e Lacco Ameno i più colpiti dal sisma – debbono avere un rapporto conflittuale non servile con la Regione Campania ed il suo Governatore, con il Governo ed il suo Commissario Straordinario, il terzo, l’ on.avv. Legnini che ha proposto l’ennesima ordinanza completamente inadatta ed inapplicabile – come è stato denunciato dal prof. Giuseppe Luongo, autentico amante dell’ isola d’Ischia – perché propone una ricostruzione privatistica (25 pratiche concluse su 1050 in 4 anni, nessun cantiere pubblico aperto) che non può essere applicata nell’ area del Majo-La Rita-Fango per la quale occorre la prioritaria scelta di pianificazione territoriale unitaria ed omogenea che spetta ai Comuni di Casamicciola e Lacco Ameno proporre ed al Commissario approvare. NON è competenza della Regione Campania e del suo inutile assessore al Governo del Territorio Bruno Discepolo che rimanda un Piano di Ricostruzione alle calende greche. Bisogna partire da una massiccia RICOSTRUZIONE PUBBLICA con un nuovo sistema viario, l’utilizzazione delle aree dismesse a mitigazione sismica accertata (l’area del Pio Monte della Misericordia e della Marina di Casamicciola), dislocare l’edilizia scolastica essenziale (il Manzoni, l’Ibsen), avviare una essenziale edilizia residenziale pubblica in area a mitigazione sismica (il Monte Rotaro). Insomma una Pianificazione Possibile da attuarsi in 5 anni non 50 che è la previsione più credibile visti i passi di due Commissari Governativi – Schilardi e Legnini – mentre il primo all’emergenza” – Grimaldi – forse aveva capito ed avere idee chiare.

Promuoveremo un altro convegno con il Lions Club Isola d’Ischia ed Il Continente sulla proposta di un Contratto Istituzionale di Sviluppo per l’isola d’Ischia dove si deve puntare a “Riqualificare, Rilanciare e Ridefinire” una Ricostruzione ed un Rilancio complessivo dell’ isola d’ Ischia dove c’è un Nord” economico e sociale che è rappresentato dal Comune o Città d’ Ischia, dal Comune di Forio e paradossalmente anche Serrara-Fontana ed un Sud rappresentato da Casamicciola, Lacco Ameno e Barano. I fondi del PNRR o della Next Generation Italia sono un altro treno che passa per attuare la coesione economica e sociale dell’isola d’ Ischia che è la più importante isola del Golfo di Napoli per dimensione territoriale, economica e sociale.

Anche questa volta partiremo da un libro. Quello del prof. Claudio De Vincenti e del prof. Amedeo Lepore che è membro della Commissione di esperti del Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale dal titolo significativo: Next Generation Italia-Un nuovo Sud a 70 anni dalla Cassa per il Mezzogiorno (Rubbettino 2021). Il Meridionalismo è come l’ Amore – ha scritto Giuseppe De Rita – e cioè una “avventura ostinata”.

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