CRONACA

“L’INFERNO IN TERRA” LA DENUNCIA DEL PRESIDENTE DE LUCA

L’ORRORE DI CAIVANO/ L’assenza dello Stato e l’arrendevolezza dei cittadini. La politica degenerata connivente con la malavita. Magistratura di manica larga e Forze dell’Ordine rinunciatarie. Negli anni Sessanta le squadre di calcio Ischitane temevano le trasferte al “Faraone” di Caivano.

Giorgia Meloni a Caivano? Qui occorre l’Esercito di giorno e il coprifuoco di notte, con tutto il rispetto per le numerose persone perbene costrette a vivere in questo “Inferno in terra”, come ha opportunamente definito l’hinterland napoletano il presidente della Giunta Regionale Vincenzo De Luca. Non le manda a dire a nessuno il sanguigno e schietto salernitano piovuto a Santa Lucia nel lontano 2012 per mettere le cose a posto in una città e provincia fra le peggiori del resto d’Italia!

“Qui ci deve stare lo stato d’assedio per un anno; dove non esiste lo Stato ci devono stare le Forze Armate”! Puoi dare torto a un politico navigato e scafato che conosce le pietre della Regione Campania una per una e vuole a tutti i costi beccarsi un terzo mandato (peraltro impossibile) per sognare un repulisti della feccia sanfedista che infanga quel poco di buono che resta nel meridione d’Italia?

Voglio rincarare la dose. Fin dal 1965, anno del Campionato di calcio di Prima Divisione, a Ischia si parlava di Caivano come una cittadina degradata, violenta,  lercia nelle strade e nelle coscienze  di molti malfattori e pericolosissima per quelle squadre calcistiche che si avventuravano nello stadio “Ernesto Faraone” per disputare le partite in trasferta temute più del mare forza otto!

In oltre mezzo secolo di progresso e di…civiltà, la musica degli anni Sessanta non è affatto cambiata; la stampa nazionale parla di Caivano come la piazza di spaccio più organizzata d’Europa e con un indice di criminalità spaventoso, colpito blandamente da una magistratura di manica larga che tiene fuori dalla patrie galere il fior fiore della delinquenza mafiosa e camorrista attraverso la politica degenerata del buonismo e della “comprensione umanitaria” più riprovevole.

L’inferno di cui parla il presidente De Luca è il prodotto della correità esistente fra malavita protetta e politici corrotti; fra Forze dell’Ordine, Prefettura, Questura e Forze Armate che non operano sufficientemente in sinergia e rigore tale da   fare piazza pulita del malaffare e suoi addentellati istituzionali; fra gli stessi cittadini caivanesi che hanno alzato da anni bandiera bianca, rinunciando a quelle prerogative proprie del popolo sovrano, esaltate dalla Costituzione e perfino dalle norme del Codice Penale (art. 333 del Cpp) che assegnano a qualsivoglia  persona il dovere civico di segnalare, denunciare e pretendere l’avvio dell’azione penale da parte degli organi giudiziari inquirenti.

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L’episodio della violenza subita da due cuginette nel quartiere malfamato del Parco Verde , che fa seguito ad una scia delittuosa di violenze e di morte quasi annunciate, è il prodotto di una miseria morale di una intera società che accetta, inerte, la sopraffazionedi una ben individuata cosca mafiosa tanto beffarda e tanto potente da  imporre il silenzio, il “rispetto”, l’omertà  di un intero paese,  oltre le minacce di morte indirizzate al coraggioso parroco don Patriciello, costretto a vivere sotto scorta  in una chiesa vuota!

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Sono scesi in campo i sociologi dei salotti Tv, i pedagoghi seguaci di Pestalozzi, i sagrestani del Vaticano e i Centri Sociali per l’Educazione della gioventù violentata con le solite ricette sulla mancanza di Cultura, sulla violazione dell’obbligo  scolastico, sulla mancata frequentazione religiosa,  ma pochissime voci hanno  centrato il problema del degrado familiare in cui si muovono i minori e le gravissime responsabilità genitoriali connesse ai comportamenti dei figliuoli, spesso sottratti ad un doveroso “controllo” quotidiano.  Possibile che dal mese di giugno (epoca in cui sono verosimilmente iniziate le violenze di gruppo) nessun “adulto” abbia avuto sentore di quel mostruoso andirivieni nei capannoni abbandonati del quartiere?

E le Forze dell’Ordine, il sindaco, l’assessore con delega, la polizia Municipale, le Associazioni di Volontariato non abbiano, nemmeno per sentito dire, avvertito l’odore marcio di bruciato che proveniva dall’inferno del Parco Verde?

Ha ragione Vincenzo De Luca: qua ci vuole lo stato d’assedio, l’esercito, il coprifuoco e la…Magistratura;  quella che non fa sconti a nessuno, né alla malavita organizzata, né ai genitori impuniti, né ai delinquenti che chiamano “baby”, ma che sono in realtà peggiori di Al Capone! 

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