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Ischia, le mani sul porto

dalla Redazione

ISCHIA. Hanno messo nel mirino il porto. Ancora una volta. Con un intento chiaro come il sole: farne terreno clientelare. A quale costo è ancora tutto da valutare, soprattutto con i riflettori dell’opposizione – e non solo – puntati inesorabilmente addosso. Ma questa volta fanno sul serio. O almeno ci stanno provando. Tutto nasce da una comunicazione diramata da Ischia Risorsa Mare: si devono liberare gli ormeggi di Palazzo D’Ambra e di O’ Fraulese. Motivo? Si sono accorti dopo qualche anno – bontà loro – che sono occupate da imbarcazioni sprovviste di regolare contratto con la società che si occupa della gestione degli ormeggi.

Ora, quella società è Ischia Risorsa Mare, partecipata al 100% del comune di Ischia. E già così ci sarebbe da chiedersi come sia possibile che solo oggi, a dieci mesi dalle elezioni, ci si accorga che si sono occupate abusivamente delle bitte. Lì poi, come se non bastasse, non ci sono solo imbarcazioni private, ma anche società private.

Contattare qualche referente della società, ora che è stata messa in liquidazione, per chiedere magari da quanti mesi o anni quelle imbarcazioni non pagano, di chi sono, come mai nessuno se n’è accorto prima, è un esercizio di accademia. Ma poco importa, anche perché, c’è da scommetterci, a breve provvederà l’opposizione a chiede qualche delucidazione sui mille interrogativi che ci si pone leggendo un avviso del genere.

Quello che starebbe architettando la “politica” è però altro discorso. Perché negli angoli bui di via Iasolino qualcuno disposto a svelare qualche trama c’è sempre, benché si preferisca restare nell’ombra. Ed uno degli uccellini di zona racconta di una storia dai contorni foschi, in cui la strategia di quanto l’hanno architettata è esclusivamente elettoralistica. Ma procediamo con ordine.

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Stare ormeggiati al porto dovrebbe avere un costo elevato. O, almeno, quel costo dovrebbe essere equiparato al prezzo per approdo offerto dai privati in altre zone del comune di Ischia. C’è chi in seno all’amministrazione, però, la pensa diversamente. E già da qualche mese ha un obiettivo: abbassare i costi di ormeggio per i residenti equiparandoli ad un ormeggio su boa in mare. Sulla divergenza di vedute si è consumata una guerra sottotraccia che ha portato a far cadere qualche testa ma che è stata silenziata con la messa in liquidazione della società.

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Adesso sembra arrivato il momento di stringere. Ed ecco l’avviso di Ischia Risorsa Mare. Chi vuole o può, spiegano, può mettersi in pari conservando perfino le agevolazioni. Per tutti gli altri non c’è scampo: devono andarsene. Cosa succederà poi?

Ischia Risorsa Mare libererà posti in banchina da immettere sul mercato. «Ma con la nuova politica di costi stracciati – spiegano – la richiesta sarà superiore di 5 o 10 volte rispetto all’offerta». E qualcuno dovrà decidere come e, soprattutto, a chi affidarli.

Chi tesserà le fila dell’operazione? Qualche sospetto c’è e non serve nemmeno essere particolarmente addentro alla scena politico-amministrativa ischitana per capire chi è l’indiziato. In fondo, settembre è prossimo e da lì in poi i giochi andranno condotti a carte scoperte. Allora, e solo allora, sarà tempo di giudizi.

 

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