LE OPINIONI

IL COMMENTO Quei bravi ragazzi

L’amico ed ex Sindaco d’Ischia, Peppe Brandi, ha rilasciato, domenica scorsa, a Il Golfo un’intervista, come al solito interessante, nella quale mi ha particolarmente colpito un giudizio a due facce. Un Giano bifronte così, Peppe Brandi non lo aveva mai incarnato. “Quando mi dicono – sono le sue parole – che abbiamo un senatore e un deputato europeo prendo atto che ci sono. Poi, però, se uno domani mattina chiede loro se hanno legato il proprio nome e la rispettiva attività politica a qualcosa di significativo per il territorio, la risposta purtroppo non può che essere negativa… Giosi e Domenico vanno bocciati senza attenuanti. Ma restano bravi ragazzi…”

Al contrario, quando Gaetano Ferrandino gli ha chiesto un giudizio sugli amministratori isolani, Peppe – citando in particolare Rosario Caruso e Dionigi Gaudioso – li giudica tutti brave persone, educate e rispettose “Li vedo tutti ottimi e nessuno eccellente”. Ora, che Peppe, persona colta, sensibile e di grande simpatia umana, sia profondamente “democristiano”, nel senso “conciliativo” del termine, è fuori dubbio. Da qui la tendenza ad annacquare, anche giudizi aspri, nel diluente della locuzione “bravi ragazzi”. Quindi il giudizio di Peppe sui politici dell’isola va interpretato, va letto in controluce e sgombrato dai “si dice e non si dice”. Tutti bravi ragazzi, per Peppe. Sia l’eurodeputato Giosi che il senatore Domenico, sia i 6 Sindaci isolani. Con una differenza sostanziale, però. Comprensione per i Sindaci, condanna inappellabile per il senatore e l’eurodeputato. Tanto è vero che i due politici dei livelli superiori vengono impietosamente paragonati a Enzo Mazzella e Franco Iacono, questi ultimi ritenuti di livello superiore (dell’ex senatore Salvatore Lauro nemmeno un accenno). Mentre, per i Sindaci, non viene proposto nessun raffronto con Sindaci del passato, nemmeno con lui.

A che cosa è dovuto questo trattamento di favore,assente invece nel giudizio su Giosi e Domenico? Personalmente lo addebito a due fattori: primo, il giudizio sui politici (anche quando viene da ex politici) si fa più spregiudicato quanto più ci si allontana dal piano strettamente locale. E’ più facile, meno compromettente ed espone meno alla corrosione dei rapporti interpersonali; è più facile criticare il parlamentare o l’euro parlamentare che non un Sindaco di paese. Secondo fattore: Brandi, prima di fare il Sindaco, ha lavorato – a stretto contatto – col Sindaco Umberto Di Meglio prima ed Enzo Mazzella poi. Al tempo di Umberto Di Meglio, Peppino era capogruppo della Democrazia Cristiana e, di Umberto, apprezzò due aspetti: l’ischiacentrismo (lo definisce così proprio lui nel racconto n.30 di Vite Ischitane edito da Il Dispari) e la crescita “organica e armonica” da Umberto impressa al Comune. In altre parole, Umberto mise al centro, del suo modo di governare, la scuola. E la scuola di via Michele Mazzella doveva sorgere (come è sorta) a Ischia, comune pilota dell’isola. E pilota, Ischia doveva essere soprattutto nell’istruzione. Per quanto riguarda l’armonia, Umberto era per un rapporto corretto e fecondo anche con le minoranze nel Consiglio comunale (ed io ben lo sperimentai dai banchi dell’opposizione a quella maggioranza). Poi venne la “politica delle grandi opere” di Enzo Mazzella, che rafforzò ancor più l’ischiacentrismo, anche se, per converso, interruppe il rapporto armonico ed organico con le opposizioni. Quella politica di “ischiacentrismo” si è persa (e non per specifiche responsabilità di Giosi Ferrandino, ma per insipienza dell’attuale amministrazione comunale d’Ischia). Infatti, oggi, Barano sembra condizionare Ischia per un’inestricabile intreccio di parentele ed amicizie e Forio, in alcuni tratti, sembra sovrastare il ruolo tradizionale di capofila del Comune d’Ischia. A livello mediatico, addirittura Lacco Ameno, col Sindaco Pascale, aggressivo sui social, sembra oscurare Ischia.

Tutto questo fa sì che dovrebbe essere emesso un giudizio negativo in particolare sul Sindaco d’Ischia, per aver contribuito a far “ retrocedere” e declassificare il suo Comune nella scala dei valori dei Comuni isolani; per aver dissipato sia l’ischiacentrismo che il rapporto corretto ed armonico con le minoranze. A questo punto l’equilibrista Peppe Brandi che fa? Salva capra e cavoli, considerando tutti “bravi ragazzi”. Al gioco della Torre, però, su chi preferisci buttare giù, Peppe preferisce salvare i Sindaci e buttare giù Giosi e Domenico, rei – a suo avviso – di aver fatto perdere il peso dell’isola ai livelli superiori di governo. Poi Peppe condanna gli albergatori che, in tempi di vacche grasse, compravano altri alberghi e moltiplicavano stanze come i pani e i pesci nel miracolo di Gesù. In questo, dimentica che le Amministrazioni di cui ha fatto parte, in ruolo primario o comprimario, non sono state esenti da una politica di favori verso categorie economiche privilegiate, a scapito dei settori marginali e più deboli della società ischitana. Si badi bene, Enzo Mazzella non era affatto succube e accondiscendente verso albergatori e termalisti o altri poteri forti. Al contrario, era per un “dirigismo” pubblico degli operatori economici privati. Solo che il suo “dirigismo” (che non è la stessa cosa di “programmazione economica”) tendeva a militarizzare, in suo favore, gli operatori economici. Gli amministratori di oggi non sono capaci né di programmare ( cosa che presuppone la “concertazione” con le parti sociali) né di “dirigere l’economia” alla Enzo Mazzella. Insomma, i “ragazzi” di ieri erano discoli perché anteponevano le proprie ambizioni a un disegno armonico dello sviluppo socio-economico.

In un’altra significativa intervista rilasciata a Il Golfo (lunedì da Franco Regine) l’ex Sindaco di Forio ricorda, con orgoglio, la compagine dei Sindaci isolani formata dallo stesso Regine, da Giosi Gaudioso, Giosi Ferrandino, Peppe Brandi, Domenico De Siano. Secondo Regine, poco importa se erano “bravi” o “discoli”, Quel che importa è che avevano personalità. I ragazzi di oggi, dice Peppe Brandi , sono “bravi”. Ma non si capisce in che cosa siano bravi. Sono tanto bravi che il Presidente di Federalberghi, Luca D’Ambra, sempre su Il Golfo, ha scritto: “In questo periodo ho provato a parlare con vari Sindaci ma non è stato possibile. Al momento nessuno riesce a pensare alla promozione e al futuro dell’isola in termini turistici”. Ma, allora, in che cosa sono bravi questi ragazzi? Ha ragione Luca D’Ambra: “Questo è davvero avvilente!”. In questo momento quello che dovrebbe essere un rapporto di sana collaborazione tra potere pubblico e imprenditoria privata, non è di “subordinazione” dell’uno all’altro, non è neppure di “dirigismo” alla Enzo Mazzella, è unicamente una “frattura”, come se l’interlocutore dell’altra sponda non esistesse. Andiamo verso una società ischitana a paratie stagne, nell’illusione che ciascuno possa badare da solo a se stesso.

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