Procida, il piano paesistico elemento essenziale per lo sviluppo
Di Vincenzo Muro
PROCIDA – L’isola di Procida è dotata di un Piano Territoriale Paesistico (PTP) approvato con DM 1.3.1971 (46 anni fa) e di un Piano regolatore Generale (PRG) approvato nel 1984 (31 anni fa).
Il PRG non ha trovato sostanzialmente mai applicazione reale in quanto prevede norme e interventi che, non inquadrandosi nella cornice del PTP (che prevale per legge), non sono applicabili e quindi è pressoché inutile.
Per risolvere questa disfunzione problematica e annosa ed ottenere quindi una pianificazione che sia applicabile per l’isola, l’unica soluzione sarebbe il PUC (Piano Urbanistico Comunale) che dovrebbe sostituire i due piani attuali e avrebbe valenza sia paesistica che urbanistica, costituendo, in definitiva, un piano unico che potrebbe prevedere gli interventi realizzabili sul territorio.
Per poter realizzare il PUC è però necessario che la Regione approvi la nuova legge di applicazione del PTR (Piano territoriale paesaggistico regionale); peraltro il vecchio PTR, nella sua redazione precedente al 2000, già considerava obsoleto e da aggiornare, il nostro PTP del 1971.
La passata amministrazione regionale (a presidenza Caldoro) aveva predisposto un disegno di legge che era stato approvato in IV Commissione già nel 2012 ma il cui iter approvativo nell’assemblea regionale si fermò all’art. 5 (sui 16 del disegno di legge) per dissidi relativi alla penisola sorrentina e all’area rossa vesuviana. Senza questa legge regionale, in un comune attualmente dotato di PTP, non è possibile procedere alla redazione del PUC e quindi non è possibile programmare né zone per insediamenti artigianali o turistici, né portare avanti edilizia convenzionata né, comunque, strutture produttive o ricettive di qualche significato.
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