LE OPINIONI

IL COMMENTO Quello che mancherà al nostro Natale

Più che l’attesa del Natale, in questo periodo che dovrebbe vestirsi di magia, sembra l’attesa per un nuovo Dpcm, che ha deciso e sconvolto le sorti del Natale stesso. Dissolvendo come per incanto tutte le nostre certezze e vanificando le nostre speranze, peggio dei tempi della guerra, quando già svegliarsi la mattina era considerata una vittoria. Ne abbiamo sentito di racconti dai nostri nonni, magari da bambini e seduti davanti ad un braciere profumato con le scorzette di mandarino. Bellissimi ricordi di quando eravamo felici con poco e il periodo natalizio per noi significava soprattutto “stare insieme”. Adesso la parola d’ordine è “distanziamento” e auguri senza baci e senza abbracci. Ma come si fa a far a meno di un abbraccio, di quel calore ti che avvolge, che per un attimo ti fa dimenticare, oppure ti da quella spinta per continuare.

Come si fa a non vedere accesa negli occhi dei bambini quell’attesa che caratterizza il periodo più magico dell’anno. E intanto quest’anno manca tutto! Sono state seppellite tutte le nostre tradizioni ad iniziare dagli zampognari, alla novena dell’Immacolata, hanno sempre portato nelle case la melodia del Natale, con la classica cucchiarella di legno bene augurante. Ma eravamo in zona rossa, abbiamo sperato che potessero venire per la novena di Natale ma sono state illuse di nuovo le nostre speranze e niente zampognari, ci resta il ricordo, almeno i ricordi non ce li possono togliere. Ci sono così tante differenze rispetto al Natale che abbiamo sempre vissuto, ogni giorno che passa lo viviamo nell’incertezza, cambiano i colori delle regioni, cambiano le regole e noi stiamo vivendo la paura della lontananza dalla famiglia, del non poter ritrovare gli affetti. Il sapore amaro di accontentarsi di video call, auguri su Zoom, regali spediti con il corriere invece che consegnati a mano. Per la salute di noi tutti, tutto passa in secondo piano, ma a caro prezzo, ci stanno derubando pezzi di vita che nessuno ci restituirà. Siamo stati in zona rossa con la speranza di un Natale più tranquillo e con la speranza anche di poter “lavorare”. E invece è tutto fermo! Alberghi chiusi, ristoranti, bar, Terme e potevamo fare il pienone quest’anno e invece dobbiamo leccarci le ferite, e raccogliere le forze per poter ricominciare. Sarà un Natale sicuramente meno consumistico, a parte che mancano i soldi, ma manca anche lo spirito, non si respira l’aria del Natale, i Comuni hanno scelto di risparmiare sulle luminarie, per destinare i fondi ai buoni spesa, sui social impazzano iniziative di solidarietà, la mancanza di lavoro, purtroppo ha causato nuovi poveri. Un’iniziativa degna di lode viene da Serrara Fontana, dove il Sindaco Caruso ha pensato ai più piccoli, donando un buono spesa a famiglia per i bambini, i più penalizzati sono loro, ed è giusto non spegnere i loro sogni e di credere ancora nell’atmosfera magica del Natale. E se il nostro Presidente del Consiglio, ha rassicurato che Babbo Natale possiede un’autocertificazione internazionale, che può viaggiare dappertutto per distribuire i regali a tutti i bambini del mondo, lasciamo che almeno a loro non venga tolto il Natale. Un pensiero va rivolto anche al richiamo di Papa Francesco con l’auspicio che “restrizioni e disagi, imposti dalla pandemia aiutino i fedeli a purificare un po’ il modo di vivere il Natale, di festeggiare, uscendo dal consumismo, che sia più religioso, più autentico, più vero”. E speriamo che sotto l’albero di Natale ci sarà un vaccino efficace per tutti e una cura con anticorpi monoclonali che possano riaccende la speranza e riscaldare i motori del mondo.

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Un commento

  1. Condivido tutto quanto scritto in questo splendido articolo, anche se quasi 60enne conservo ricordi bellissimi di quei tempi…complimenti Erminia!

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