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Marino Lembo: «Ischia e Capri? Mondi diversi ma con gli stessi problemi»

Il Golfo ha intervistato il sindaco di caprese che ha spaziato a tutto campo: dalla nuova ordinanza per le mascherine obbligatorie nel weekend, passando ai lavoratori stagionali ed alle iniziative intraprese a loro favore. Poi il ruolo dell’ANCIM ma anche un focus sulle analogie con la nostra isola

Partiamo dai criteri e dalle motivazioni che l’hanno indotta a varare questa ordinanza restrittiva che tanto ha fatto notizia e certo non è passata inosservata.

«Il mio provvedimento a breve sarà adottato anche da altri Comuni, era inevitabile: i sacrifici della cittadinanza sono stati tanti ma ora si è aperta una fase diversa. I notevoli flussi di turisti in una realtà dagli spazi limitati come la nostra ha finito inevitabilmente col creare assembramenti in aree come la piazzetta o i vicoletti»

«Vedrete che a breve analogo provvedimento sarà adottato anche da altri Comuni, non passerà tempo. Il motivo è molto semplice: abbiamo affrontato questa emergenza nel miglior modo possibile, a Capri si sono registrati complessivamente appena due casi in entrambe le circostanze importati, insomma soggetti che non appartenevano all’isola. I sacrifici della cittadinanza sono stati tanti e duri. Ora si è aperta una fase diversa, è stato fatto un grande lavoro per stilare un protocollo insieme a Federalberghi, che prevedesse procedure specifiche in caso di problemi legati al Covid, con tutti gli attori che sanno come muoversi in maniera coordinata in caso di emergenza. E poi…».

E poi?

«Ci siamo resi artefici di una grossa sensibilizzazione presso i pubblici esercizi, bar, ristoranti e attività di ogni genere per fare in modo che le regole fossero osservate e rispettate. Ma sta succedendo, e questo magari è anche un bene, che si registra un’affluenza al di sopra di ogni aspettativa e ciò causa problemi in alcune zone di un’isola comunque piccola come Capri. Penso ad esempio alla piazzetta o ai vicoletti, dove si registrano assembramenti non indifferenti. E’ vero che l’ordinanza di De Luca parla di distanze di un metro e mascherine ma la verità è che nessuno o quasi la applica. Ecco perché ci è sembrato corretto adottare un’ulteriore misura in termini di sicurezza, necessario per tenere basso il rischio di contagio. La mia ordinanza prevede che dal venerdì alla domenica dalle 18 alle 4 del mattino vada indossata la mascherina, le fasce ovviamente oltre che concentrate sono anche perimetrate».

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Le località turistiche in genere sono le mete più a rischio, visto che specie in alta stagione sono affollate da persone provenienti da ogni angolo d’Italia e non solo. Quanto è preoccupato?

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«Ischia ha le terme e Capri no, Ischia ha più posti letto, la diversità tra le due isole consente un’offerta variegata nel Golfo di Napoli. Per certi aspetti Ischia e Capri sono complementari anche se diverse: noi possiamo vantare un turismo più internazionale, loro magari europeo. Insomma, non siamo concorrenziali»

«E’ chiaro che la preoccupazione c’è sempre e non bisogna mai abbassare la guardia, anche se noi abbiamo adottato tante misure per cercare di ridurre il rischio al minimo sindacale. Sui mezzi di trasporto marittimo bisogna indossare la mascherina, abbiamo studiato percorsi ad hoc nell’area di Marina Grande, ma era prevedibile che con la riapertura e il fatto che la gente cominciasse ad andare in vacanza si sarebbe posto il problema. Bisogna conviverci, questo è chiaro, e fare quello che serve per stare sicuri ossia rispettare le regole. Tutti insieme, nessuno escluso».

Dover vivere una stagione con un turismo quasi esclusivamente italiano e di prossimità quanto nuocerà all’economia del suo paese?

«Ma no, guardi, non credo che nuocerà. E’ innegabile, mancano gli stranieri ma stiamo lavorando comunque anche se prevalentemente nei fine settimana. E poi c’è anche da essere contenti che tante persone scelgano l’Italia, in modo che si renderanno conto che non serve mica andare ai Caraibi per vivere una vacanza da sogno. Per trovare un mare limpido, ad esempio, abbiamo posti meravigliosi, su tutti proprio le isole del Golfo di Napoli che non hanno niente da invidiare a nessuno».

Ad Ischia ci sono molti timori per quello che potrebbe accadere in autunno. Molti lavoratori stagionali sono rimasti a spasso, altri lavoreranno tre mesi invece che sette-otto come in passato. Il rischio è che sarà un inverno di grosse ristrettezze in realtà dall’economia monocorde. E’ questa una preoccupazione anche caprese?

«Lasciatemi dire che innanzitutto abbiamo badato molto ad agevolare le aperture di tutte le attività commerciali, perché abbiamo investito 4-5 milioni di euro per abbassare la tassa della Nettezza Urbana e ridurre il canone dei suoi pubblici. Insomma, abbiamo adottato una serie di misure per tenere quanto più possibile aperte le attività e questo dovrebbe consentirci di giungere a mantenere i canoni della disoccupazione inalterati rispetto al passato. Poi abbiamo istituito borse lavoro di 600 euro per due distinte categorie, quelle fino ai 35 anni e poi dai 35 anni alla pensione. Garantiamo lo stesso trattamento per tutte le attività nei vari campi, in particolare nel commercio che è stato particolarmente penalizzato dal Governo centrale. Ancora, abbiamo messo a disposizione un contributo di 300 euro per quei lavoratori che non avessero ricevuto nessuna sorta di bonus dal governo centrale. Poi per l’inverno stiamo preparando una serie di lavori pubblici muovendo tutti gli strumenti a nostra disposizione per creare una fonte alternativa di occupazione. Ma c’è una cosa che mi lascia tuttora perplesso…».

Quale?

«L’Ancim? Il nuovo presidente Del Deo conosce bene le cose, stiamo portando avanti molte iniziative. Bisogna lavorare su un tema, gli ospedali delle piccole isole andrebbero considerati non per numero di abitanti ma per i limiti che pone l’insularità. Non è giusto ad esempio che a Capri non si possa nascere se non in emergenza»

«Incredibile ma vero, il Governo ha penalizzato proprio il turismo, che pure numeri alla mano è la prima industria del paese. Davvero si fa fatica a capirla una cosa del genere».

In che modo il governo dovrà intervenire per aiutare questa categoria di lavoratori? E soprattutto, lei è per i sussidi alle persone o gli incentivi alle imprese?

«Beh, a mio avviso dipende dai casi, ma è chiaro che andrebbero fatte entrambe le cose. Da una parte incentivare le imprese a continuare a stare aperti, anche per l’essere umano resta sempre più dignitoso avere lavoro piuttosto che assistenza. Poi, laddove risultasse difficile o addirittura impossibile collocare le persone, allora che ci siano strumenti veloci per aiutarle immediatamente. Perché qui un altro problema è che spesso i tempi sono lunghi, troppo lunghi».

Trasporti, sanità, mancanza di riconoscimento di realtà disagiate. I problemi di Ischia e Capri in parte sono comuni, quanto è fiducioso sul fatto che un gap evidente prima o poi possa essere colmato?

«Ecco, questa è una bella domanda. Per quanto riguarda la sanità, devo riconoscere che noi abbiamo stabilito un ottimo rapporto con l’ASL Napoli 1 ed in particolare con l’ingegner Verdoliva. Abbiamo fatto un salto di qualità dal punto di vista dell’approccio e non solo. All’ospedale di Capri inizieranno dei lavori, basti pensare che mancavano da venti anni. Siamo insomma in una fase diversa, abbiamo un interlocutore che se non altro ci ascolta. I trasporti purtroppo restano una croce, le vie del mare sono un problema serio. Noi vorremmo essere rispettati tutto l’anno come cittadini capresi e poi vorremmo che il biglietto pagato dal turista fosse adeguato alla qualità del trasporto e questo troppo spesso non succede. Servirebbero mezzi più efficienti e consoni al turismo, poi ci sono le difficoltà invernali che se non altro vengono attutite dalla Caremar che riesce a mantenere quantomeno continuità nell’erogazione dei propri servizi».

Posso chiederle un giudizio sull’operato dell’ANCIM?

«Ne faccio parte, è uno strumento importante. Tra l’altro il nuovo presidente Francesco Del Deo conosce bene le cose, stiamo portando avanti molte iniziative. Bisognerebbe lavorare su un tema, in particolare gli ospedali delle piccole isole che andrebbero considerati non in base al numero di abitanti ma ai limiti stessi che pone l’insularità. Non è giusto ad esempio che a Capri non si possa nascere se non in emergenza. Ma sono certo che sotto la presidenza Del Deo riusciremo a cambiare tante cose e raggiungere buoni risultati».

In che cosa trova analogie tra Ischia e Capri e in cosa vede le due isole diametralmente opposte?

«Sono due mondi diversi, questo è un dato oggettivo. Ischia ha le terme e Capri no, Ischia ha un numero maggiore di posti letto, la diversità tra le due isole consente un’offerta variegata nel Golfo di Napoli. Per certi aspetti Ischia e Capri sono complementari anche se diverse: noi possiamo vantare un turismo più internazionale, loro magari più europeo. Insomma, non siamo affatto concorrenziali».

In passato si parlava in maniera anche suggestiva della creazione di una provincia che racchiudesse le tre isoled el Golfo di Napoli. Per carità, progetto forse ambizioso, ma davvero queste realtà non potrebbero fare rete e trarne tutte dei vantaggi?

«Ricordo la proposta di cui si parlava parecchio tempo fa. Oggi potrebbe essere certamente verosimile mettere servizi in comune come ad esempio quello del trasporto dei rifiuti in terraferma, e questo porterebbe senza dubbio ad un abbattimento dei costi. Lo stesso dicasi per le vie del mare, insieme costituiremmo una forza diversa. Ma devo essere sincero, i rapporti tra i sindaci delle isole sono buoni e questo riesce spesso a farci muovere comunque in maniera univoca e concordata».

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