LE OPINIONI

IL COMMENTO Riparte il turismo, che parla anche straniero

DI CELESTINO IACONO

Dopo due anni terribili di pandemia, un inizio di stagione sotto tono per effetto delle tensioni generate dalla guerra in Ucraina, ora possiamo affermare, dati alla mano, che il turismo, dopo aver superato il suo peggior momento dal secondo dopoguerra, è in ripresa. Non siamo certo tornati ai numeri del 2019, ma possiamo notare dei segnali positivi che ci fanno ben sperare. Sono finalmente tornati e in modo significativo i turisti stranieri. A farla da padrone, per il momento sono le città d’arte (quelle che negli ultimi due anni hanno sofferto di più gli effetti della pandemia) e i borghi, seguiti dalle destinazioni balneari. Tra giugno ed agosto di quest’anno, secondo uno studio di CST commissionato da Assoturismo Confesercenti, si attendono 27,4 milioni di presenze, circa +24% rispetto al 2021 e questo grazie soprattutto al ritorno massiccio dei turisti provenienti dall’estero. Anche sulla nostra isola si è percepita una maggiore presenza di turisti stranieri e se da un lato abbiamo perso le presenze dei turisti russi, registriamo un sensibile aumento dei viaggiatori americani e nord europei. Procida, capitale italiana della cultura 2022, ha certamente in parte contribuito a questo risultato (a mio avviso modesto), ma il motivo principale è rappresentato certamente dall’addio alle restrizioni Covid, che ha resuscitato la voglia di viaggiare e ha sostenuto un’impennata delle prenotazioni provenienti soprattutto dall’estero.

È inutile dire, che si nota anche una flessione del mercato italiano, dovuta non solo dal clima d’incertezza politica, ma soprattutto dalla crisi economica imperante da anni nel nostro paese, da cui scaturisce una contrazione dei consumi e quindi anche dei viaggi. Il dato più significativo che possiamo registrare, come s’evince anche da uno studio di Bankitalia, è che la capacità di spesa dei turisti stranieri, si è quadruplicata rispetto allo scorso anno. Dato interessante, non solo per le strutture turistico-ricettive, ma per tutto l’indotto che gravita intorno ad esse. Mi sento di affermare che la ripresa c’è, dobbiamo esserne felici, ma dobbiamo continuare a lavorare per offrire un prodotto di maggiore qualità e servizi più efficienti. La recente proclamazione dell’isola d’Ischia, quale isola più bella del mondo, è un’ulteriore testimonianza del potenziale della nostra isola, ma occorrerebbe un maggiore impegno per raggiungere risultati che facciano davvero la differenza. Osservo con preoccupazione, quale possibile minaccia capace di minare in parte il risultato atteso per quest’estate, la “turbolenza” che sta attraversando il comparto dei trasporti aerei. Abbiamo assistito nelle scorse settimane, alla cancellazione di migliaia di voli con gravissimi disagi per i viaggiatori europei e purtroppo, la crisi del settore, è tutt’altro che risolta. Queste sono però difficoltà che come già accaduto per la pandemia e per la guerra, non possiamo prevedere, ma solo gestire e attendere tempi migliori……magari concentrandoci sul nostro “prodotto Ischia”, che tra trasporti, rifiuti, depurazione e parcheggi, richiede interventi coraggiosi ed urgenti. Inoltre non dobbiamo mai dimenticare, specie chi ha la responsabilità di amministrare le nostre municipalità (decisamente troppe!), che Ischia è prima di tutto un’isola abitata da circa 70 mila abitanti, i quali meritano prima di tutti (anche dei turisti) di essere ascoltati nelle loro necessità. Sino a quando non saranno trovate soluzioni ai problemi che attanagliano la vita degli ischitani e offerti loro servizi funzionanti ed efficienti, trovo ipocrita parlare sempre e solo di turismo e snocciolare dati sulle presenze registrate.

* IMPRENDITORE TURISTICO

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