IL COMMENTO Scuola fino a fine giugno? Un altro schiaffo al turismo ischitano
di Marco Martone
Che Mario Draghi potesse essere la panacea di tutti i mali, la chiave di volta per uscire dall’impasse e dalla crisi, è soltanto un auspicio. Una speranza cui appellarsi. Che il nuovo governo, in itinere, fosse costretto a prendere decisioni anche impopolari, per fronteggiare l’emergenza, era invece abbastanza prevedibile. Quella che è stata paventata, nelle ultime ore, riguardo alla scuola, però, suscita almeno qualche perplessità. Anche tra gli ischitani. La scuola potrà recuperare una parte del tempo perso in estate, prolungando le lezioni fino a fine giugno. Sarebbe questa l’ipotesi scaturita nel confronto tra i gruppi parlamentari e il premier incaricato. Non una buona notizia per gli studenti, che se da un lato pretendono, legittimamente, di tornare a scuola e di farlo in piena sicurezza, non possono venire meno ad uno dei principi fondanti dell’essere alunno, la sacralità della vacanza e dell’estate, che a giugno è già bella che cominciata. Sole, temperature alte, giornate che si allungano, non sono compatibili con banchi, libri e interrogazioni. Piuttosto con spiaggia, sport e tempo libero. Di cui i ragazzi hanno, tra l’altro, un disperato bisogno. Ironia a parte, quella che viene prospettata, rischia di essere una decisione boomerang per alcune aree turistiche, già gravemente penalizzate da un anno di incertezze, incognite e collasso economico. Ischia, così come le altre località della Campania, ne uscirebbe con le ossa rotte.
Prolungare la scuola significherebbe costringere migliaia di famiglie a restare in città e ritardare le proprie ferie. Tutto scalerebbe di quasi un mese, dagli affitti delle case ai soggiorni in albergo, dalle prenotazioni delle spiagge al settore diportistico, passando per la ristorazione. Un mese in meno, per Ischia e per l’economia isolana, che invece attende la prossima stagione estiva per provare un rilancio, comunque problematico, dopo un 2020 che ha segnato il tracollo di decine di attività imprenditoriali. Per l’isola verde sarebbe un colpo mortale. Un altro anno di crisi del turismo locale sarebbe difficilmente sopportabile. Il tutto senza che ancora si sappia che tipo di estate l’isola sarà costretta a vivere, con quali restrizioni e con che genere di libertà d’azione, per turisti e operatori del settore. Si pensi solo agli orari di chiusura per locali e ristoranti. E senza trascurare anche un altro dato. Il prolungamento forzato delle lezioni, significherebbe, di fatto, la bocciatura della didattica a distanza, sulla cui efficienza, invero, aveva scommesso il governo che ha appena passato la mano. Sarà dunque il caso di pensarci bene, prima di prendere decisioni che potrebbero sollevare proteste e malcontento generale, anche nei confronti del nuovo “Salvatore della Patria”, intoccabile fino a prova contraria, fino a quando anche lui si renderà conto che i problemi da risolvere sono tanti ma che penalizzare il comparto turistico non può essere sempre la soluzione migliore da adottare.
* DIRETTORE “SCRIVONAPOLI”