CRONACA

IL COMMENTO Sindaci, siete pronti a gestire porti e concessioni demaniali?

I nostri lettori sanno, ormai, perché Il Golfo ne ha dato notizia (a firma Francesca Pagano) fin dall’inizio di giugno, che le funzioni amministrative di gestione dei porti della Regione, con l’approvazione del collegato alla Legge di stabilità 2021, sono passate nella competenza (per subdelega) dei Comuni. Per la nostra isola sono interessati i Comuni di Ischia, Casamicciola, Forio e Serrara Fontana (per il porto di Sant’Angelo). Lacco Ameno figura, negli atti del demanio regionale, solo come “pontile”. Sul Burc (Bollettino Ufficiale della Regione Campania) n.63 del 29/6/21 fu pubblicata la L.R. n.5 che stabilisce la data del passaggio di competenze al 1/1/2022. Entro tale data, i Comuni devono predisporre i rispettivi capitoli di entrata e i relativi vincoli di destinazione. Prima di questa data, ciascun Comune interessato deve comunicare alla Direzione Generale Mobilità della Regione il nome del referente prescelto, con il relativo recapito, per i contatti con la Regione. Per un periodo non superiore a 12 mesi, il Comune può richiedere la collaborazione degli uffici regionali competenti per essere supportato nella fase di avviamento del nuovo regime. Ci sarà, antecedentemente al primo gennaio, un “verbale di consegna” e una disciplina degli “iter pendenti” alla data fissata.

L’art. 40 della L.R. n.5 prevede che, tra i compiti subdelegati, ci siano le concessioni di beni del demanio marittimo. E qui ci sono insidie ma anche opportunità, secondo le volontà politiche e le capacità amministrative dei singoli Comuni. Tanto per fare qualche esempio: toccherà ai Comuni concedere autorizzazioni agli stabilimenti balneari (e quindi gestire le relative gare per il periodo successivo al 31/10/23, come stabilito dal Consiglio di Stato, rispondenti ai requisiti previsti dalla Bolkestein). Toccherà, ad esempio, al Comune d’Ischia decidere su concessioni pregresse scandalose, come quella concessa sulla Foce alla soc. privata Italia Srl, proprietaria dell’Albergo che ivi insiste o della sproporzionata occupazione di suolo pubblico (con palificata a mare) dell’ex Scotch Club, per non parlare delle concessioni di tratti di mare a cooperative o privati per spazi considerevoli, ai fini di ormeggio di barche da diporto nel periodo estivo. Ho l’impressione che con la contemporanea novità della sentenza del Consiglio di Stato, che proroga perentoriamente le concessioni in essere non oltre il 31/12/2023, e con il passaggio di competenza dalla Regione ai Comuni, verrà provocato un piccolo terremoto dai risvolti imprevedibili. Intanto, come ho già avuto modo di scrivere, il Comune d’Ischia si trova ad affrontare una gara molto complessa, in termini temporali ridottissimi, relativa alle opere di messa in sicurezza del porto e delle parti retro portuali. In questo caso il Comune ha fatto ricorso all’ASMEL per il bando di gara, a dimostrazione che non si è ancora pronti a gestire da soli i molteplici aspetti della gestione del Porto. Sicuramente i Comuni isolani faranno ricorso, per i primi 12 mesi, al supporto degli uffici regionali (Demanio Regionale, Dirigente Rossana Giordano). Non ci è dato sapere se i Comuni isolani che hanno il porto, abbiano approvato i PAD (Piani Attuativi di utilizzazione del Demanio Marittimo) che sono stati previsti dalla Relazione Generale di dicembre 2019, che istituisce il PUAD (Piano di Utilizzo Aree Demaniali) a cura del Nucleo di lavoro regionale costituito dal Direttore Generale per il Governo del Territorio, Massimo Pinto, dalla Direttrice Generale per le politiche culturali e turistiche, Rosanna Romano e dal Direttore Generale per la Mobilità, Giuseppe Carannante. I Comuni dovevano provvedere entro 240 giorni dal dicembre 2019.

Esistono questi PAD? Se sì, ce li fate conoscere? E se non sono stati approvati, come si pensa di poter gestire dal 1 gennaio le concessioni su aree demaniali marittime? Abbiamo la fortuna di avere all’Agenzia del Demanio (nazionale) un valente dirigente ischitano, l’arch. Silvano Arcamone; non sarebbe il caso di chiedere a lui consigli e collaborazione? Si spera inoltre che, per i quattro porti isolani, i Comuni vogliano trovare, approfittando di questa importante subdelega, un coordinamento tra di loro: per consultazioni intercomunali, per la costituzione di un unico nucleo che s’interfacci con la Regione nella fase di avviamento del nuovo ciclo, per omogeneizzare i criteri di gara per lavori a strutture ed infrastrutture nei porti, per affrontare insieme – quando sarà il momento – le gare per le nuove concessioni demaniali, a partire dal primo gennaio 2024. In questo nucleo intercomunale potrebbero essere ammessi rappresentanti dei maggiori stakeholder: Antonino Miccio dell’AMP, rappresentanti delle Compagnie di navigazione locali, delle Associazioni degli utenti del mare, della Stazione Dohrn per gli aspetti scientifico ambientali, dei pescatori, di altre Associazioni o Sindacati legati al mare e alla portualità. Un’organizzazione largamente rappresentativa ma snella, senza eccessivi burocratismi. Competenza e correttezza, questi gli unici requisiti da richiedere. L’obiettivo più qualificante sarebbe quello di programmare insieme la distribuzione delle diverse funzioni da assegnare a ciascun porto, avendo l’intelligenza di capire che non tutti i porti possono ipotizzare di praticare esclusivamente nautica da diporto. Ischia, per dimensione, volume d’affari, numero di abitanti e di turisti, ha grande necessità di approvvigionamenti e quindi non può mancare un adeguato traffico commerciale; Ischia vive anche di pesca che, fatta in maniera moderna, non sarebbe più marginale ma potrebbe essere ottimo corollario del turismo; e quindi necessitano spazi per barche da pesca.

Infine Ischia non può fare a meno di traghetti ed aliscafi, capaci di assicurare l’arrivo e partenza di centinaia di migliaia di turisti, oltre che di residenti che si spostano in continente per motivi vari. Dobbiamo avere la capacità di non pensare che un porto che privilegi, per le sue caratteristiche, il traffico commerciale, venga per questo penalizzato sotto il profilo turistico. I turisti possono arrivare indifferentemente in questo o quel porto e, non per questo, alloggeranno e spenderanno nel Comune di arrivo. Allo stesso modo, uno yacht che sta ancorato nel porto di Casamicciola non necessariamente si limiterà ad acquisti in quel Comune. L’isola non è grandissima e, in compenso, è bella in tutte le sue municipalità. Non lasciamoci intrappolare negli egoismi e campanilismi ciechi, come siamo soliti fare. Una volta tanto ispiriamoci ai moschettieri e al loro motto: Tutti per uno, uno per tutti! Altrimenti, che dovrebbe dire il Comune di Barano, che non ha il porto, che gli altri Comuni “sequestrano” i turisti e non li fanno arrivare ai Maronti?

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