LE OPINIONI

IL COMMENTO Sport, logiche di potere e sociale

DI ANTIMO PUCA

Attorno agli stadi delle grandi città italiane le bancarelle del tifo sono spesso costrette a pagare una quota ai capi ultras delle curve, cioè delle tifoserie organizzate che ne approfittano anche per “piazzare” il proprio merchandising. E le curve, da ormai molti anni, hanno stretto collegamenti con la criminalità organizzata. Avviene a Milano, Torino, Roma e anche a Napoli, dove il fenomeno quest’anno si è intensificato. La cosa sconvolgente è che in un paese in cui non si riesce più a fare una vera legge che punisca i colpevoli e dove non si riescono ad applicare le norme vigenti, si prendono decisioni drastiche che arrecano un enorme danno ad un paese intero che già fatica ad andare avanti ogni giorno e che almeno nel calcio cerca di trovare uno spiraglio di normalità. Un pensierino sulla volontarietà di tutto questo mi viene di farlo. 

Scalmanati rovinano l’immagine del Paese. C’è stato un tempo in cui la tifoseria veniva premiata; ora, invece, veniamo etichettati negativamente. Si creano precedenti molto incresciosi. In pratica si dà ancor di più agio ai camorristi di giocare con l’affetto dei tifosi e la programmazione societaria, mettendo seriamente in discussione un progetto di crescita continuo e costante, promuovendoli come giudice unico del calcio, mortificando sempre ed ancor di più l’onesto tifoso/cittadino; tanto le pene sono e restano ridicole. Anzi, quando poi le debbono applicare, magicamente si trasformano in ancor più ridicole e leggere e Napoli e’ protagonista assoluta di questo spettacolo. La dignità di un paese  fatto a pezzi dall’impunità di cui certe bestie godono (prova provante è rappresentata dalla scarcerazione di taluni arrestati), evidenzia un clima misto di indignazione e rabbia. I due pesi e le due misure sono ahimè evidenti nel calcio. L’emozione, l’attesa, il sospiro, la stretta al cuore. Il calcio è una passione che per qualcuno è salvezza e per altri condanna, dal momento che il pallone rotola sull’asfalto di un Paese polveroso e inquinato dalla camorra: un luogo dove anche l’amore per lo sport è soggetto a regole, il cui rispetto stabilisce i confini tra vivere e morire. Arriva il momento in cui gli scrupoli di coscienza bussano alla porta di quel palazzo di accettazione e indifferenza che i pochi hanno costruito intorno alle vite di molti . Arrivano le domande e con esse l’illusione di poter cambiare qualcosa con una scelta coraggiosa. Fa capolino la speranza e un attimo dopo la paura, la consapevolezza di non avere via di scampo in un tira e molla ad alta tensione destinato ad assoggettarsi alla regola del più forte. C’è un momento in cui si rimane impietriti dalla sorpresa e dallo sgomento e viene naturale pensare: “no, non sta succedendo davvero”.

Ecco, quando una storia è in grado di trasportarci verso un tale dimensione di empatia, probabilmente è quella giusta. Talvolta la materia criminale e quella sportiva dialogano in maniera tanto struggente quanto antitetica. Spesso si sente dire che lo sport unisce. È una di quelle frasi un po’ retoriche sulle quali non ci si sofferma mai troppo perché si presentano come naturali verità, mettendoci davanti a un fatto: la passione per lo sport non risponde alle logiche del potere né all’estrazione sociale. Esiste un particolare tipo di adrenalina che nasce da un pallone che si deposita in una rete o in un canestro, un corpo in elevazione che supera un ostacolo, la punta di un piede che si stende in una scarpetta di danza. Tutte cose che possono essere amate indistintamente da chiunque, non importa dove nasci. Sono cose che, potremmo dire in modo volutamente provocatorio, non servono a nulla. Qual’è il motivo della gioia traboccante dopo un gol?. Eppure infondono un calore e un benessere riconcilianti, e quel calore e quel benessere accomunano il ragazzo che gioca nel campetto di periferia e il calciatore milionario. È vero che ci sono le gare, i trofei, il successo. Ma lo sport è qualcosa che ha a che fare con il cuore. Nessuno può arrivare lontano senza la severa guida della passione che brucia dentro nel senso fisico del termine. Le vibrazioni che si attivano quando si pratica lo sport amato solleticano la parte più intima di noi stessi. È tutto lì. Ed è sacro.

Lo sport ha un importante ruolo nel gioco della trasparenza, della integrità e della correttezza. Le mafie sono entrate anche nello sport, nel mondo del calcio. Bagarinaggio e influenze negli incontri, calciatori che hanno rapporti coi camorristi. A volte le mafie cercano anche di acquisire società sportive minori che creano consenso nei luoghi dove operano. L’antidoto a tutto questo sono le regole e chi opera nello sport e chi lavora nello sport deve ancora di più reagire alle situazioni che creano scorrettezze.

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